Indice dei contenuti
- 1 Il suo impegno teatrale è stato determinante per le letture che ha scelto?
- 2 Quali sono invece le sue letture personali?
- 3 Il libro che ha amato di più?
- 4 Quando ha iniziato queste letture importanti?
- 5 Chi l’ha iniziata alla lettura?
- 6 Che l’ha colpita di più nella Recherche?
- 7 Immaginiamo che poi il lavoro l’ha un po’ bloccata?
- 8 Passiamo ai moderni. Quali scrittori preferisce?
- 9 Può spiegarsi meglio?
Elena Sofia Ricci parla con noi in esclusiva del suo rapporto con i libri e la letteratura. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Il suo impegno teatrale è stato determinante per le letture che ha scelto?
Il teatro per me è stato una palestra dove mi sono formata e naturalmente ho dovuto confrontarmi con testi classici come ad esempio Pirandello, Shakespeare e Tennessee. Sono stata in un certo senso obbligata a crescere e a fare delle scelte delle quali però non mi sono mai pentita.
Quali sono invece le sue letture personali?
Dostoevskij e Proust sono stati i miei preferiti. Ho divorato la loro letteratura. Ho letto anche l’Ulisse di Joyce ma confesso che non sono riuscita a terminarlo
Il libro che ha amato di più?
Senza dubbio “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Le confesserò che ho un sogno. Non vedo l’ora di recarmi a San Pietroburgo per realizzare una sorta di pellegrinaggio laico e letterario sui luoghi di “Delitto e castigo”. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Quando ha iniziato queste letture importanti?
A 20 anni quando ho imparato ad amare anche “Il maestro e Margherita” di Bulgakov. Un testo che mi ha colpito moltissimo proprio per la trama incentrata sulle persecuzioni politiche subite da uno scrittore e drammaturgo da parte delle autorità sovietiche degli anni 30.
Chi l’ha iniziata alla lettura?
È stata la mia professoressa di italiano che man mano è diventata la mia più cara amica. Lei mi ha insegnato a leggere i canti di Dante e ad amare la letteratura. Questo amore l’ho portato dietro anche dopo aver finito il liceo. Ed è a questo punto che ho cominciato a leggere e a divorare letteralmente molti testi classici tra cui Proust. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Che l’ha colpita di più nella Recherche?
Ho trovato Proust meraviglioso. Naturalmente il primo dei sette libri, “Un amore di Swann”, ha una ampiezza tale da aver suscitato in me le stesse emozioni di Anna Karenina.
Immaginiamo che poi il lavoro l’ha un po’ bloccata?
Sì è vero ma è continuato il mio excursus attraverso la grande letteratura soprattutto nel periodo in cui cominciano ad iniziare le mie sedute di analisi. Da questo momento in poi ecco susseguirsi in rapida successione “Le affinità elettive” di Goethe, poi Sartre, Cocteau e successivamente l’amatissimo Dostoevskij. Dopo “Delitto e castigo”, come le ho detto, desidero vedere da vicino i luoghi dove si sono svolti i fatti raccontati. I grandi classici mi sono apparsi sempre come romanzi. {module Pubblicità dentro articolo 2}
Passiamo ai moderni. Quali scrittori preferisce?
Ho letto con molta attenzione Francesca D’Aloja con “Anima viva”. Ma ho amato molto anche le biografie. In particolare quella di Verdone, “La casa sopra i portici”, mi ha toccato il cuore. Ma non solo, ho avuto anche modo di conoscere il padre Mario Verdone e attraverso lui ho scoperto un mondo culturale che mi ha riempito l’anima e il cuore. Purtroppo oggi ci stiamo impoverendo culturalmente.
Può spiegarsi meglio?
La verità è che nessuno oggi si prende la briga di leggere con attenzione i testi classici oppure di ascoltare musica colta. Penso ad esempio a Chopin. Oggi la musica classica è sostituita da quella da film. Ma anche le colonne sonore non hanno più la stessa importanza di una volta. Ad eccezione di Morricone i musicisti non possono più esprimersi in questo settore. Oggi insomma si tende al minimalismo che diventa addirittura minimismo e così la melodia scompare. Vorrei fare un ultimo appello: solo la cultura ci rende persone libere.