Abbiamo incontrato Castrignano.
Mancano quattro puntate alla conclusione di questa settima edizione. C’è qualcosa in particolare che dobbiamo aspettarci?
Ogni puntata è una nuova avventura, cerchiamo di differenziare il più possibile. L’appuntamento di questa sera, martedì 13 giugno è molto bello, ha come protagonista una famiglia di Mantova, che dopo tanti anni – mi permetta il gioco di parole – sogna la casa dei sogni. Ha trovato un appartamento di 200mq, dove ogni figlio avrà finalmente la propria camera, mentre prima erano tutti insieme. È un altro esempio di quanto il cambiamento della casa possa migliorare la qualità della vita. In quest’edizione abbiamo spinto sempre di più sull’importanza dell’opera d’arte, si può avere una casa bellissima, ma se si affigge un poster squallido, si perde tutto il senso della casa. Operiamo delle ricerche e degli studi anche per mettere a punto i dettagli affinché la casa, a colpo d’occhio, appaia terminata. Dietro c’è tutto il mio staff che mi supporta.
È apprezzabile che si tratti di uno staff molto giovane…
Certo, così mi sento giovane anch’io (lo dice scherzando, nda). Largo ai giovani, lo sono stato anch’io e ci sono state persone che mi hanno dato spazio. Questo è un lavoro di grande creatività e sensibilità, se non permetto di esprimerle, non si potrà mai comprendere se si ha predisposizione per questo lavoro. Apparentemente può risultare una professione semplice, ma alle spalle c’è un’enorme psicologia: nell’incontro col cliente bisogna capire il più possibile perché è la sua casa che viene toccata, non la nostra.
Questo filo rosso si è notato anche con la puntata di martedì 6 con la soprano Paola e la sua passione per il Teatro alla Scala…
Sì, un altro piacevole incontro. Il punto è che tante volte le persone maturano l’idea di voler cambiare l’habitat, però poi ci si abitua. Quando gliel’ho riconsegnata ho percepito l’emozione perché la casa ci appartiene tantissimo, è il biglietto da visita. Il programma ha mosso qualcosa, in tanti ci scrivono di aver scoperto alcuni errori e provato il desiderio di cambiare qualcosa senza per forza ribaltarla completamente.
Quanto crede che sia mutato Cambio casa, cambio vita in questi anni e in cosa?
Sicuramente è cambiata nella sua costruzione. Arrivo da Real Time con un programma prodotto da Endemol, quindi con una sua realtà. Mi sono accorto che questo è un lavoro che deve essere raccontato da un vero professionista. Io con la mia struttura piena di veri clienti avevo già il format in mano. In tal senso, se vogliamo, siamo gli unici a livello nazionale ad essere indipendenti e autofinanziati. Le aziende che si vedono sono quelle con cui operiamo costantemente. Credo che l’apprezzamento di pubblico derivi anche dall’offrire concreti suggerimenti. Sul nostro blog http://www.andreacastrignano.it/blog/ si possono approfondire i prodotti utilizzati, le ditte e i professionisti a cui ci si è rivolti. Chi vede Cambio casa si sta rifacendo la casa, è un appassionato di design o è un addetto del settore. Poi mi accorgo, dalle reazioni per strada, che anche i bambini ci guardano. Senz’altro credo che nel tempo abbiamo sdoganato moltissimo la figura dell’interior designer, complementare all’architetto.
Dai clienti visti potrebbe apparire d’élite. A che pubblico si vuole rivolgere effettivamente?
In un episodio abbiamo trattato un monolocale di 25mq, è vero che era a Portofino, ma lì mi era piaciuta la cornice. La sostanza è che si trattava di intervenire su un luogo molto piccolo. Anzi, è stato un episodio molto seguito perché in tanti hanno un monolocale e noi abbiamo fatto vedere come ottimizzare lo spazio. Siamo molto trasversali perché lo stesso pubblico lo è, facciamo dalla ristrutturazione super-invasiva al semplice relooking. Nella penultima puntata si vedrà come si possa passare da una casa un po’ sciatta a un decoro finale meraviglioso.
A proposito dei giovani, si possono permettere sempre meno una casa e ancor meno le grandi metrature. Qual è la sua idea?
Tutti gli spazi si devono ridimensionare, il Giappone lo insegna. Certamente in una casa grande si sta bene, ma se si calcolano quelli che realmente utilizziamo potremmo stare sui 70-80mq (camera da letto, bagno e zona giorno). Il vero segreto è tagliare al centimetro gli spazi e fare su misura gli arredi. Ci sono un po’ di preconcetti sul fatto che l’intervento di un falegname possa costare molto di più di un prodotto industriale già dato. Sono contento che col mio programma siamo riusciti ad offrire una visione più reale, la gente non è più così sprovveduta. Anche lo studente fuori sede può riuscire con piccoli accorgimenti, a migliorare la stanzetta in affitto, dall’uso del colore al wallpaper. Non smetterò mai di affermare: ti abbruttisci in uno spazio che non ti piace.
Cosa pensa delle altre trasmissioni legate a questo tema, basti pensare a Fratelli in affari?
È grazie a loro se io esisto perché mi sono ispirato anche a questi programmi, tra cui Extreme Makeover: Home Edition. Guardando, però, il risultato finale mi rendevo conto quanto quelle abitazioni non fossero adatte al pubblico italiano. Sono realtà costruite in una settimana e, in più, tutta la ricerca del dettaglio che abbiamo qui in Italia non esiste all’estero. Era giusto che ci fosse un format italiano dove tutti potessero identificarsi davvero.
Qual è oggi il significato della casa per gli italiani, tenendo conto anche della pesante tassazione?
Trovo ottimo che le detrazioni fiscali continuino ad esserci perché hanno inciso molto nell’incentivare a ristrutturare casa. Tutto questo ha mosso il mercato e il mio piccolo programma ha contribuito ad avvicinare sempre più al mondo della ristrutturazione. Gli italiani apprezzano tanto la casa, legata anche al valore del mattone. C’è chi ha concluso il pagamento del mutuo e ha deciso di reinvestire per la manutenzione. Credo che abbiano dato un fondamentale apporto alla riscoperta del valore della casa i programmi sul food. Le persone hanno nuovamente voglia di cucinare e ricevo richieste di rifacimenti di cucine. Superata la crisi forte, si lavora tanto e si ha voglia di star bene a casa propria, cercando di godere, il più possibile, il presente. Siamo stati contattati anche da persone molto semplici, c’è un episodio che è esemplificativo in tal senso. Una figlia mi ha contattato perché voleva che rendessi vivibili i 15mq della guardiola dove lavorava sua madre.
Quali sono i prossimi progetti?
Vi regalo questa chicca: stiamo per girare, e dovrebbe andar in onda tra novembre e dicembre, un nuovo format intitolato Aiuto, arrivano gli ospiti. Sarò affiancato da uno chef e racconteremo come fare se, ad esempio,il marito ha invitato a cena il datore di lavoro e il soggiorno è completamente da rivedere. Lo chef proporrà un tutorial sul menù. In questo caso aiuteremo a migliorare la difficoltà del momento. Tra un po’ inizieremo la prossima avventura in vista del Salone del Mobile 2018 a Milano.