Il suo personaggio è uno di quelli storici, quasi sempre presente nei venti anni della soap.
Si può dire di sì. Con quest’anno sono quasi quindici anni che sono sul set di Un posto al sole. Sono entrata in sordina, poi mi sono allargata e sono diventata uno dei personaggi centrali. Perché Marina Giordano nasce come special guest che entra a Palazzo Palladini solo per “riprendersi” sua figlia – Elena Giordano, interpretata da Valentina Pace – ed era un personaggio che sarebbe dovuto rimanere sulle scene per sei-sette mesi, non di più. Invece, è piaciuta talmente tanto e sono riuscita a renderla talmente mia che mi proposero di rimanere come protagonista e ho accettato subito.
Come si spiega il suo successo di un personaggio pur non essendo propriamente positivo?
Diciamo che il successo dipende dal fatto che molte donne vorrebbero essere Marina Giordano perchè vorrebbero incastrare i loro uomini. Renderli felici e infelici allo stesso tempo. Marina ha una varia gamma di colori, è un arcobaleno in cui ognuno può sentirsi rappresentato, facendo propria una delle sue tante sfaccettature. Devo dire che sono anche riuscita a rendere più umano questo personaggio. Nel corso degli anni è diventata mamma, nonna, una donna anche generosa. In fondo, Marina non nasce cattiva, con questa perfidia interiore. Ci diventa perché, se qualcuno le calpesta i piedi, lei reagisce e si difende. A volte lo fa in modo sbagliato perché viaggia di pancia, rimettendoci anche molto. Ma è bella per questo, a me piace tanto.
Dunque, è questa l’evoluzione che ha consentito a Marina di rimanere per quindici anni?
Esatto. Poi io dico sempre che è come se fosse mia figlia. La accompagno ogni giorno per mano nei vari mood e mi diverto tanto, la amo profondamente. Qualcosa di Nina c’è in me, ma veramente poco. Forse più nel look: ho voluto marcare molto questo personaggio, l’ho sempre vista con i tubini, i tailleur, cose molto mie. La perfidia, invece, non mi appartiene. Anzi, a volte ci ho rimesso pure, nella mia vita. Però questo mi porta a lavorare sul personaggio, che, in fondo, è il mestiere dell’attore. Con Marina mi diverto tanto, perchè non è il classico personaggio standard, routinario. Marina è sempre in affanno, si deve sempre reinventare. Una volta ha lo sdoppiamento di personalità, altre ha problemi con l’alcol, altre ancora è schizofrenica, poi però è perdutamente romantica, bonacciona ma accattivante, ammaliatrice di uomini. A me piace, sono fortunata.
Può anticiparci che dovremo aspettarci da Marina nelle prossime puntate?
Eh,purtroppo non posso svelare nulla.
Quanto è stata importante Marina nella sua carriera?
Lo è stata molto. Ma anche io sono stata importante per lei. Fosse stata affidata ad un’altra attrice sarebbe stata interpretata in un altro modo, concentrandosi su altre sfaccettature. Quindi io ho regalato tanto a lei e lei mi ha regalato tante soddisfazioni. E tante me ne regalerà.
Ha mai pensato di abbandonare il personaggio, che fosse arrivato alla fine della parabola all’interno della soap?
No, no. L’ho detto prima: è un personaggio così tanto in evoluzione che no, assolutamente non mi è mai saltato in mente. Poi non mi stanca, è il mio mestiere, è come se raccontassi tanti piccoli film. Ogni mood di Marina è un percorso nuovo, per me. Non c’è nulla di scontato. Anzi, quando sembra scontato, è lì che arriva il fulmine che sconvolge gli animi.
Nelle prossime puntate dovremo aspettarci qualche fulmine, a ciel sereno magari?
Eh si. Proprio adesso stiamo girando qualcosa di interessante che andrà in onda tra fine agosto e settembre.