Indice dei contenuti
Maria Rosa Petolicchio è alla sua terza esperienza nel docu-reality di Rai 2 Il Collegio. La sua prima volta è stata nella seconda edizione e adesso ripete l’esperienza come docente di matematica e scienze.
La professoressa è riuscita ad accreditarsi come uno dei personaggi più seguiti del docu-reality di Rai 2. Questa sera va in onda la seconda puntata.
Maria Rosa Petolicchio – l’intervista che ha rilasciato al nostro sito
Professoressa Petolicchio si presenta ai nostri lettori che già la conoscono dallo scorso anno?
«Io sono docente di matematica e scienze all’Istituto Comprensivo Pontecagnano di Sant’Antonio. Abito a Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno. I miei allievi hanno un’età compresa tra gli 11 e i 13 anni. Siamo in un periodo preadolescenziale molto delicato nel quale si comincia a delineare la personalità di ognuno. Amo insegnare a giovani di questa fascia anagrafica perché spero di poter incidere positivamente sul loro carattere e infondere sani principi per il loro futuro».
Come si comportano i suoi allievi?
«Con i miei alunni ho un rapporto straordinario di stima e di rispetto reciproco. Esiste tra me ed ognuno di loro un legame che non ha niente a che vedere con quanto accade nella trasmissione televisiva. In classe sono sempre molto ferma e decisa. I ragazzi ricambiano il rispetto che ho per loro e mai si innescano meccanismi già visti nei docu-reality. Le mie lezioni sono molto apprezzate. I ragazzi mi cercano quando manca qualche docente e c’è bisogno di un’ora di supplenza».
Che pensano i suoi allievi della la sua presenza al Collegio?
«Quest’anno sono stati sorpresi dal look anni ’80 che ho sfoggiato. Mi hanno chiesto un abbigliamento più giovanile».
Quali esperienze ha maggiormente gradito nelle tre edizioni de Il Collegio?
«Rispetto alle precedenti edizioni ambientate rispettivamente nel 1961 e nel 1968, nell’attuale mi sento maggiormente a mio agio. Il 1982 infatti è un anno anagraficamente più vicino alla mia età. Io infatti ho 54 anni e in questa edizione sono riuscita ad immaginare me stessa nei banchi di scuola».
Come ha trovato i giovani studenti di questa edizione?
«In un primo momento mi sono apparsi poco spontanei. Notavo il loro alcuni atteggiamenti già visti altrove ovvero nei reality. Non mostravano una vera e propria personalità ma successivamente, con il trascorrere dei giorni e delle settimane, sono riusciti ad esprimere sé stessi, sono stati al centro di dinamiche scolastiche e personali dimenticando la telecamera».
Quest’anno ancora una volta lei è stata al centro di battute poco gradevoli. Come mai?
«Sì, ci sono state considerazioni e battute non tanto pertinenti alla mia persona e alla mia professionalità. Fortunatamente questo fatto negativo e deplorevole è andato scemando. Come l’anno scorso, ancora una volta sono stata bersaglio dei ragazzi che io, tra l’altro, vedo pochissimo, perché li incontro soltanto in classe. Probabilmente i ragazzi di quest’anno hanno preso spunto dai colleghi del 2018 per farmi innervosire. Io a questo punto devo necessariamente difendere me stessa e la mia personalità. Sono una docente e non un’attrice. Quando tutto è rientrato nella normalità sono riuscita a concludere il programma scolastico previsto».
Qual è la sua opinione sulla scuola italiana?
«I docenti devono essere molto vicini ai propri allievi. Il ragazzo deve sentire comprensione e deve avvertire di essere valorizzato. Noto nella scuola italiana una fragilità emotiva e di sentimenti. Proprio per questo cerco di cogliere in ognuno dei miei allievi il loro stato d’animo. Se mi accorgo che qualcosa non mi convince, bisogna intervenire. Ed allora la materia di insegnamento diventa davvero un aspetto secondario. L’importanza consiste nella partecipazione».
Cosa farebbe per migliorare la scuola italiana?
«Vorrei che fosse sottolineata la necessità di regole ben precise. E a proposito de Il collegio desidero ribadire che non c’è bisogno di essere maleducati per diventare personaggi. In questo modo si danno soltanto esempi negativi ai giovani».
Si riferisce al caso di Matty Gioia attaccata sui social perché troppo studiosa?
«Sì. Il cyberbullismo è una piaga della società che va estirpata. Questa ragazzina è brava, preparata e bisogna rispettarne la personalità».