Thomas Trabacchi è uno dei protagonisti del film tv La concessione del telefono in onda su Rai 1 in prima serata. Il tv-movie è tratto dall’omonimo romanzo storico di Andrea Camilleri e fa parte del trittico C’era una volta Vigata, voluto dallo scrittore siciliano per raccontare la cittadina immaginaria dove si svolgono le indagini del Commissario Montalbano
Thomas Trabacchi interpreta il questore Monterchi ed avrà un ruolo fondamentale nell’escalation della vicenda con protagonista Pippo Genuardi (Alessio Vassallo). La regia è di Roan Johnson che ha curato i due film tv precedenti.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Trabacchi. Questa è l’intervista rilasciata a www.maridacaterini.it.
La concessione del telefono Thomas Trabacchi: intervista
Ci anticipa chi è il questore Monterchi?
«Monterchi è una brava persona. Nel mondo di fine ‘800 si trova al centro di una vicenda che mette in evidenza la vera e propria follia del potere. Il questore ha capito che Genuardi è un uomo moderno, una sorta di Steve Jobs dell’800. Ma non tutti hanno la sua mentalità aperta e per questo viene punito. Lo mandano addirittura in Sardegna».
Qual è il contributo del questore Monterchi all’interno della vicenda raccontata?
«Lui è la rappresentazione della modernità, di un mondo che si avvia a superare i preconcetti ottocenteschi. La sua è una visione ampia che non riesce però ad incidere sulla chiusura culturale dell’epoca».
Ci anticipa come si svolgono gli eventi?
«Innanzitutto la sceneggiatura si basa sulla scrittura di Camilleri che sorregge la trama. Voglio sottolineare poi la presenza di un cast corale che rende molto bene il susseguirsi degli eventi. Camilleri fa in modo che gli avvenimenti si svolgano addirittura senza l’intervento dei protagonisti. Si scivola pian piano da una innocente lettera ad un presunto colpo di stato».
I telespettatori l’hanno vista recentemente nella seconda stagione La vita promessa. Le è dispiaciuto lasciare il personaggio di Mr Ferri?
«È stata sicuramente una bella esperienza professionale. Quando Mr Ferri è morto alla fine della prima puntata ci sono state molte proteste sui social. Segno evidente che è piaciuto. Dal punto di vista di un attore, la morte del proprio personaggio fa parte della carriera professionale. D’altra parte ho interpretato molti personaggi che sono morti nel corso delle storie interpretate».
C’è un personaggio che ancora non ha interpretato e vorrebbe portare sul piccolo schermo?
«Mi piacerebbe un personaggio storico. Prima dell’emergenza coronavirus c’erano progetti che purtroppo sono stati bloccati. In particolare vorrei dare il volto ad un personaggio legato alla nostra Costituzione».
Come vive l’attuale momento legato all’emergenza sanitaria?
«Io credo molto negli italiani. Siamo un popolo colto, con una tradizione prestigiosa. Inizialmente qualcuno ci ha canzonato per i nostri atteggiamenti. Ma cantare dai nostri balconi significa comunicare coraggio ed essere uniti anche da lontano. Mi ha fatto estremamente piacere questo atteggiamento. Gli italiani hanno ritrovato l’amor di Patria ed io insieme a loro».