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Marco Rigon è stato uno dei concorrenti del game L’Eredità condotto da Flavio Insinna su Rai 1 nella fascia preserale. E’ entrato nel gioco dallo scorso 6 Dicembre ed è stato presente fino a ieri, riuscendo ad arrivare, ogni sera, al Triello. Ma nella puntata del 18 dicembre non ce l’ha fatta. Ed ha abbandonato il gioco. Classe 1972, buona cultura generale, due ghigliottine affrontate, Marco Rigon sembrava il concorrente giusto per contrastare il super campione Massimo Cannoletta presente a L’Eredità dallo scorso 3 novembre.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Marco Rigon nell’albergo romano dove era ospitato. Ecco l’intervista rilasciata a maridacaterini.it
Marco Rigon intervista
Come ha vissuto questa esperienza romana?
Nel migliore dei modi. E’ stata una esperienza formativa ma anche di grande spessore umano, professionale e personale. A L’Eredità ho trovato una grande famiglia, a cominciare da Flavio Insinna e da tutto lo staff che lavora nel programma. Hanno la grande capacità di mettere a proprio agio i concorrenti. Alla fine si è instaurato un clima familiare che ci portava a dialogare e fare battute durante i cosiddetti neri del programma. Ovvero quando va in onda la pubblicità.
Il clima di amicizia era esteso anche al super campione Massimo Cannoletta?
Certo, Confesso che inizialmente avevo, nei suoi riguardi, una sorta di timore quasi reverenziale. Vista la sua smisurata cultura, temevo di non essere all’altezza. Ed invece si è rivelato subito, una persona speciale, un signore con il quale si è creato un clima di familiarità, di rispetto reciproco e di gioviale cameratismo.
Ci parli di lei. Chi è Marco Rigon nella vita?
Io sono nato a Padova dove ho vissuto da sempre spostandomi spesso nei dintorni. Sono sposato ed ho due figli di 10 ed 8 anni orgogliosissimi del percorso che il papà ha fatto a L’Eredità. Ed erano felici quando i compagni a scuola volevano sapere notizie su di me.Ho compiuto studi di Ragioneria e successivamente ho iniziato a svolgere parecchi lavori nel settore commerciale. Fino a specializzarmi nella vendita di pezzi di ricambio per auto e moto on line. Ho anche un canale Youtube amatoriale nel quale cerco di fornire consigli e dritte sempre nel settore delle due e delle quattro ruote.
Non è la sua prima volta in un gioco tv, vero?
In effetti ho partecipato, nei primi anni Novanta al quiz Mediaset Ok il prezzo è giusto. Ero insieme ad un collega e fu un’esperienza giovanile fugace ma simpatica.
Le piacerebbe restare nel settore della tv?
Mi piacerebbe ma credo sia una vita difficile. Non sono ancora preparato. Poi, chissà, mai dire mai…tutto potrà accadere.
Sono positivi gli effetti della popolarità?
Certo, fa piacere essere riconosciuto per strada oppure al supermercato, nonostante la mascherina sul volto. Fa piacere l’interesse delle persone che mi chiedono anche di come si vive all’interno della grande famiglia di L’Eredità. E di come ho vissuto le varie fasi del gioco.
Come le ha vissute?
Il momento più difficile per me è stata la scalata, ovvero il gioco dei 60 secondo nel corso dei quali si decide quale dei due concorrenti passa al turno successivo. Richiede una grande concentrazione che non ammette neppure un attimo di distrazione, pena l’esclusione.
Il segreto per vincere a L’Eredità?
Una buona cultura generale e la capacità di intuire come procede la scelta delle parole della ghigliottina. Ci sono infiniti punti di vista che si alternano anche sui social. Ma ogni ghigliottina ha la sua storia.
Lei, però, non ne ha vinta nessuna.
E’ vero. Sono stato un campione senza portafoglio. E il mio sogno più grande sarebbe stato di riuscire ad abbattere la ghigliottina e conquistare il montepremi accomunato.
Un consiglio ai concorrenti’
Vivere L’Eredità come un gioco, essere sereni e impegnarsi ma senza angoscia e ansia. E’ un’esperienza formativa.E poi… si può sempre tornare un giorno o l’altro.