Indice dei contenuti
- 1 Milly Carlucci intervista, Il Sogno del Podio 2021: non solo musica ma anche tante emozioni
- 2 Il Sogno del Podio: più reality, talent o documentario?
- 3 Milly Carlucci intervista: Le sfide de Il Sogno del Podio saranno più o meno ‘cattive’ rispetto quelle di Ballando con le Stelle?
- 4 Il Sogno del Podio perché non va in onda sulla tv generalista?
- 5 Milly Carlucci intervista: Il Sogno del Podio può diventare una serie tv?
- 6 Milly Carlucci intervista: Qualche anticipazione su Il Sogno del Podio?
- 7 Quando nasce la sua passione per la musica classica?
- 8 Nella tv generalista ci può essere più spazio per la danza e la musica classica?
Milly Carlucci nella nostra intervista a maridacaterini.it ha raccontato che dopo il successo di Ballando con le Stelle, torna in tv con Il Sogno del Podio. Si tratta di un docu-talent su Rai5 che segue l’avventura di 20 giovani direttori d’orchestra, in competizione per avere l’opportunità di lavorare per un anno come assistente Direttore nella leggendaria “London Symphony Orchestra”.
Milly Carlucci intervista, Il Sogno del Podio 2021: non solo musica ma anche tante emozioni
A raccontarci qualcosa di più di questi 20 giovani talenti del mondo della musica classica è stata la conduttrice Milly Carlucci, che ha spiegato perché Il Sogno del Podio è un programma da vedere. La Donatella Flick conducting competition non è soltanto un torneo, ma anche una narrazione che restituisce delle emozioni forti.
Come quelle di ogni singolo concorrente che oltre alla passione per la musica ha anche tanto da raccontare. Milly Carlucci ha anticipato ai lettori di maridacaterini.it qualche storia dei concorrenti in gara.
Racconti struggenti, che svelano il lato più intimo e privato dei protagonisti, destinati a toccare profondamente il cuore dei telespettatori. Musica ed emozioni: è il mix de Il Sogno del Podio.
Linguaggi universali che uniscono, abbattendo qualsiasi tipo di barriera. I primi due episodi de Il Sogno del Podio andranno in onda mercoledì 29 dicembre alle 21.15 in prima visione su Rai5. Si conosceranno i primi 10 concorrenti provenienti da diversi Paesi europei.
Il Sogno del Podio: più reality, talent o documentario?
Il Sogno del Podio lo abbiamo definito più un docu-reality. Racconta un grande talent che non è uno show ma una vera e propria competizione, la Donatella Flick Conducting competition. Si tratta di una gara tra direttori d’orchestra di nazionalità europea che hanno fra i 18 e i 30 anni.
Questi ultimi giungono a Londra e si devono esibire per un concorso davanti ad una giuria internazionale. Devono dirigere la London Symphony Orchestra, una delle orchestre più importanti al mondo. Donatella Flick, che peraltro è un’italiana, ha creato questa competizione 30 anni fa. Da allora si svolge ogni due anni
Il Premio è straordinario perché normalmente nei concorsi magari si conquista una borsa di studio , qui invece si vince un contratto per un anno proprio con la London Symphony orchestra. Si diventa l’assistente del direttore, occasione straordinaria per fare esperienza e farsi conoscere da tutti i più grandi agenti de mondo, quindi dirigere una delle orchestre più prestigiose che ci siano.
Milly Carlucci intervista: Le sfide de Il Sogno del Podio saranno più o meno ‘cattive’ rispetto quelle di Ballando con le Stelle?
Nella Donatella Flick Competition le sfida sono molto complicate perché i concorrenti sanno di doversi preparare su un certo repertorio. Ti viene detto ad esempio di preparare una sinfonia di Wagner, Beethoven e un altro compositore. Quando arrivi sul podio ti verrà detto quale farai da che punto a che punto, da battuta a battuta. Quindi è la classica interrogazione a sorpresa bella complicata perché devi aver studiato tutto.
Milly Carlucci intervista: Anche a Il Sogno del Podio si raccontano tante storie, ricordi, memorie, emozioni….
Si, in effetti ne Il Sogno del Podio la particolarità del racconto è che, al di là della bravura e di quello che loro fanno nella gara vera e propria che li porterà a vincere il podio, ci sono i loro racconti personali. Questi ragazzi hanno famiglie, background di vario tipo, ricordi, racconti particolarissimi.
Per esempio c’è una ragazza che è arrivata seconda quest’anno, racconta che lei è cresciuta insieme ad un fratello handicappato, la musica li ha uniti. Attraverso la musica, il fratello che non poteva parlare, ha potuto avere la possibilità di esprimersi e gioire, di essere vivo insieme a lei. C’è stata quindi una grande comunicazione.
Un altro concorrente ha raccontato di aver avuto una grave depressione a causa di questo lavoro, perché spesso chi fa il direttore d’orchestra si ritrova un po’ solo. Diceva di essere stato quasi emarginato dagli altri musicisti, con invidia, pressioni.
Attraverso un percorso è riuscito ad uscire fuori da questa depressione. Sono arrivati due gemelli identici con la passione per la musica. Le storie sono una parte importante ed è questa parte umana che poi qualifica tutto il lavoro tecnico che si vede sulla musica, perché te la fa apprezzare ancora di più.
Qual è l’opera a cui si sente più legata e perchè?
Come non amare L’Oro del Reno di Wagner, lontanissimo da Puccini, da Verdi, dal movimento del romanticismo italiano. Alla fine mi affeziono tantissimo alle arie, che canticchio nelle mia mente sentendomi un grande soprano, anche se non lo sono.
Il Sogno del Podio perché non va in onda sulla tv generalista?
L’occasione di portare alla luce questo meraviglioso talent, mi è stata data da Silvia Calandrelli che ha una grande sensibilità per la musica, essendo direttrice di Rai Cultura, e poi perché è anche molto interessata al mondo dei giovani.
Giovani che studiano e si sacrificano per entrare nel mondo complicato della musica. Lei mi ha dato questa occasione ed il progetto è nato su Rai 5. Chissà se si potrà espandere a reti più generaliste, dove ti vede un pubblico diverso, che forse è un po’ meno preparato ad ascoltare la musica classica.
Però magari condivide le emozioni, i ragionamenti, le storie di vita dei ragazzi. Insomma in qualche modo si può trovare un equilibrio e rendere Il Sogno del Podio adatto per una tv generalista.
Milly Carlucci intervista: Il Sogno del Podio può diventare una serie tv?
Attualmente gli episodi sono quattro. Due andranno in onda il 29 su Rai 5 in prima serata alle 21,15 e a seguire il secondo episodio. Terzo e quarto episodio andranno in onda il 30 dicembre. E’ una mini-serialità, la possibilità di espanderla nasce anche dalla collocazione di rete e dal tipo di progetto che si vuol fare. Con mezzi più importanti e con la possibilità di creare del materiale che consenta di rendere il racconto più lungo e tondo, sicuramente potrebbe diventare una serialità più lunga.
Milly Carlucci intervista: Qualche anticipazione su Il Sogno del Podio?
Il programma lo abbiamo girato in Inghilterra a maggio quando si aspettava l’uscita dal lockdown più stretto. Siamo arrivati con la troupe e abbiamo dovuto fare la quarantena per cinque giorni. Abbiamo indossato sempre le mascherine e anche l’orchestra le ha tenute durante le performance.
Abbiamo dovuto avere delle postazioni esterne al teatro, un camper e una tenda, da utilizzare come location in cui intervistare i concorrenti. L’aspetto bellissimo è stato vedere ragazzi di tutta Europa che, nonostante il lockdown, non avevano smesso di coltivare la propria passione per la musica.
Sono arrivati caldissimi a questa competition desiderosi di mostrare non solo la propria arte ma anche condividere le proprie storie. C’è chi arriva dal paesino della Norvegia, dove l’unico impegno è cercare il petrolio nel mare.
Ed ancora c’è chi viene dalla Russia, diviso tra le sue origini della Russia ex sovietica e il mondo nuovo che ormai si è sviluppato. Le storie di tutti sono il cuore e motore di questo programma, perché sono vicende di ragazzi veri.
Possono essere i nostri figli, quelli che incontriamo per strada, che passano i pomeriggi incollati alle registrazioni di musica a provare ad imparare come si conduce, a fare lezione, seminari. Daranno loro stessi lezioni per guadagnare il denaro per seguire corsi di eminenti direttori d’orchestra. E’ un mondo da ammirare.
Quando nasce la sua passione per la musica classica?
La passione per la musica classica l’ho assorbita da bambina. Lo spunto è stato il fatto che proprio nel pattinaggio artistico, che è stato lo sport con cui sono cresciuta, si usavano per ballare tanti pezzi di musica classica. Da quel momento ho avuto curiosità per un genere di musica che poi ho esplorato nel corso degli anni.
Nella tv generalista ci può essere più spazio per la danza e la musica classica?
Penso che nella tv generalista si stia tentando di dare uno spazio alla musica classica e alla danza. Rai 1 ha il coraggio di mettere in prima serata in una lunga maratona che va dalle 17 alle 22 la Prima della Scala.
Si sfida la convenzione sugli ascolti di Rai 1 che ovviamente non possono essere gli stessi di un programma di varietà o di una fiction di successo. Quello che Rai 1 fa, visto che è servizio pubblico, è cercare di educare il gusto dei telespettatori.
Esiste la danza classica, la musica classica, che semplicemente va raccontata in modo un pochino più abbordabile per un pubblico che magari non è così acculturato da sceglierla.
Milly Carlucci intervista Il Sogno del Podio: Un messaggio ai lettori di maridacaterini.it
Il mio messaggio è un augurio di cuore, fortissimo, immenso per questo 2022 che sia pieno di salute e serenità. Altro messaggio è di tornare ad essere un po’ gioiosi e spensierati: purtroppo da due anni non è più possibile. Ed ancora: non abbandonare i propri sogni. Nonostante la difficoltà del periodo che viviamo, coltiviamo in un angolino della nostra anima, il sogno che ci tiene vivi ed attivi. Pronti a metterlo in campo non appena ne avremo la possibilità. E quindi un grande abbraccio a tutti.