Durante la conferenza stampa si è sottolineata la peculiarità de ‘Il padre della sposa’ con i padri che si sentono più partecipi. Quali sono le altre differenze di questo wedding game rispetto ad altri programmi del genere?
Credo sia fondamentale specificare che ci trova di fronte a un format in cui sono previsti abiti importanti e molto eleganti. Non bisogna aspettarsi il classico programma di matrimoni, vedrete anche quanto è molto pacato nei toni. La stessa scenografia è raffinata, è stato riprodotto il negozio di Atelier Emé in modo chic.
C’è qualche storia che l’ha colpita in particolar modo?
Devo dire più di una, ogni coppia padre-figlia portava con sé un background completamente differente. Si va dal papà che vive in Sicilia con la figlia già lontana da casa o la figlia che, invece, viveva ancora in famiglia – mi sembra fossero di Napoli – e per il padre era particolarmente difficile lasciarla andare, ma si era reso conto che era giunto il momento. Sono presenti varie situazioni attuali, compresi i papà separati, i quali magari si erano rifatti una vita con un nuovo nucleo.
Qual è stata la sua partecipazione sul piano dell’ideazione e dei casting?
I casting sono stati effettuati dal gruppo di Atelier Emé per cui ho conosciuto direttamente le coppie di padre-figli già selezionate.
Lei ha sottolineato il cosiddetto “mordi e fuggi” anche in ambito matrimoniale, l’incertezza, cioè, sulla durata dell’unione. Qual è la sua idea sulla situazione attuale?
Penso che ai giorni nostri ci sia meno voglia di lottare per superare le difficoltà per cui, purtroppo, spesso si vedono coppie che si sposano e dopo pochissimo si lasciano. Sono forse i tempi che ci portano a essere “veloci”, però certo, quando ci si sposa, ci si augura che sia per tutta la vita perché altrimenti non avrebbe senso.
Secondo lei il matrimonio ha ancora un valore?
Per me sicuramente è molto importante.
E rapportandosi con le varie storie ne ‘Il padre della sposa’?
Li ho trovati tutti molto emozionati, in particolare i papà ci credono moltissimo.
Ha visto l’omonimo film con Steve Martin e Diane Keaton? Che ricordo ha?
Sì, fa parte di quei film che ti fanno emozionare. Penso che qualsiasi donna si commuove davanti a lungometraggi così.
Cosa può dirci in merito alla sua esperienza a ‘Tiki Taka‘?
Siamo alla quinta stagione e quindi al quinto campionato che vivo in pieno, mi diverto sempre, ci prendiamo anche un po’ in giro, facendo ogni tanto delle piccole provocazioni. Penso sia stata una scommessa vincente.
Crede di aver avvicinato chi era lontano dal mondo sportivo?
Sicuramente il pubblico femminile. Uno dei commenti che mi fa più piacere ricevere e mi fa sentire bene è legato proprio a questo: molte donne, anche amiche completamente profane della materia, mi hanno detto che le diverte guardare ‘Tiki Taka’. Magari vai a cena fuori, rientri, ti metti sotto le coperte e ti diverti guardandolo. Forse attraggono anche i miei look, in fondo cerco sempre di divertirmi anche nel campo della moda che amo. Mi piace essere un “pochino” diversa dal solito, cambiando sempre; ciò è dettato dal fatto di parlare di calcio in maniera leggera, possono esserci delle discussioni, però alla fine ci divertiamo. È questo il messaggio che cerchiamo di trasmettere e, secondo me, è arrivato anche a persone non così fanatiche di calcio.
Ha voglia di dirci qualcosa sulla sua squadra del cuore, il Milan?
Veniamo da una sconfitta molto delicata. Succede. Immagino che siamo ancora un po’ in rodaggio. La società nuova si è comportata bene perché ha portato un mercato incredibile per cui su quel piano non ci si può lamentare. Dobbiamo semplicemente mettere insieme le pedine, siamo ancora all’inizio, sono sicura che andrà molto meglio.
Ha avuto occasione di vedere le nuove veline di Striscia, Shaila e Mikaela? Cosa ne pensa?
Sono bravissime. Sono state scelte delle ballerine professioniste e trovo che sia stata una decisione molto giusta e corretta per i tempi che corrono. La televisione sta cambiando così come sono diverse le esigenze dei personaggi rispetto a quando ho iniziato io dodici anni fa. È giusto cambiare, certo starà a loro dimostrare col tempo ciò che sanno fare.
Anche lei sta apportando dei cambiamenti…
Per fortuna, sarebbe spiacevole rimanere come si è agli esordi. Il mutamento è sintomo di intelligenza e bisogna dimostrare sempre di più, altrimenti si resta a casa.