Oltre ad essere fan di Big Little Lies, quali altre serie ha apprezzato?
Io condivido appieno l’affermazione per cui le serie televisive sono la nuova letteratura: Six Feet Under la ritengo il mio romanzo a forma di serie. Poi, oltre Big Little Lies, mi sono piaciute Unreal e The Bridge, ma ci tengo a sottolineare che preferisco la versione danese.
Tra le italiane invece?
Direi In Treatment, The Young Pope e Gomorra. La verità è che però guardo molto poco la tv: compro I dvd.
Lei è un’ autrice molto venduta. Non le hanno mai chiesto di lavorare a qualche sceneggiatura per la tv?
Si, al momento sto lavorando a due progetti. Innanzitutto sto supervisionando una sceneggiatura per una serie ispirata al mio romanzo Le luci nelle case degli altri, e poi sto proprio scrivendo la sceneggiatura per l’adattamento televisivo di un altro mio romanzo, Per dieci minuti. La prima andrà in onda su Rai 1, la seconda su Sky.
Sono entrambe ancora in lavorazione, ormai in fase di scrittura quasi conclusa.
Sa indicativamente quando le vedremo?
No, però posso dire che Le luci nelle case degli altri è un progetto importante: saranno ben 12 puntate, prodotte da Solaris. Trovo sia un segnale che la Rai mi abbia chiamato, perché la storia è coraggiosa: un condominio che adotta una bambina, rimasta sola dopo la morte dell’amministratrice che se ne prendeva cura. Ci sono dentro temi molto attuali: una famiglia più che allargata.
Non trova che la fiction italiana sia poco coraggiosa?
Io direi che quello che è arrivato dall’estero ci ha preparato: adesso siamo pronti anche noi. La fiction italiana sta andando avanti: penso ad esempio alla serie basata su L’amica geniale di Elena Ferrante, oppure al già citato In Treatment di Saverio Costanzo. O Tutti pazzi per amore: un esperimento molto interessante.
Di solito gli addetti ai lavori si giustificano dicendo che il pubblico non è pronto…
Non è vero, lo vedo in prima persona con i miei romanzi: se le persone non fossero pronte per certi argomenti, non comprerebbero nemmeno i miei libri. Riguardo alle serie. Tutti pazzi per amore per esempio, era nuova per il pubblico televisivo: è piaciuta molto.
Se i prodotti sono belli, ben fatti, la gente li guarda. E poi stiamo tutti a cercare le serie in rete: anche le strutture più elefantiache se ne accorgono, è inevitabile.
Si è mai ispirato a qualche serie per scrivere?
Uno scrittore si nutre di tutto quello che lo circonda, dai prodotti che fruisce alle esperienze personali.
Invece qualche scrittore che la ispira?
Mi piacciono molti scrittori, come Philip Roth ed Elsa Morante, però non ho mai cercato di emulare qualcuno: mi hanno sì ispirata, ma non in maniera speculare.