Qual è il tema della prima puntata di questa sera?
Come tutti i viaggi che faremo con ‘Ulisse’, andremo indietro nel tempo: si comincia dal Medioevo e dal Rinascimento, perché ci focalizzeremo sui castelli, di cui l’Italia è piena. Essi hanno una storia lunghissima, ma anche tante altre mai raccontate al loro interno. Vi racconteremo battaglie, vi sveleremo i trucchi che si usavano per difendersi da attacchi esterni, come avvenivano gli assedi. Descriveremo anche come si viveva in queste strutture, ma soprattutto vi racconteremo di tante storie d’amore sbocciate proprio all’interno di numerosi castelli. È una sensazione strana, ma molti castelli racchiudono ancora il profumo d’amore tra un uomo e una donna, molto spesso osteggiato da altri, ma spesso passato alla storia.
Nell’intervista che ha rilasciato al nostro sito in occasione della presentazione dei palinsesti Rai a Milano, ci anticipò la messa in onda di puntate del programma focalizzate sullo sbarco in Normandia. Può anticiparci altri dettagli?
La Normandia sarà protagonista della seconda e della terza puntata. Siamo stati su quelle stesse spiagge dove avvenne lo sbarco alleato, che ebbe luogo nel 1944. Siamo andati a ricercare i veterani, cioè quei ragazzi, allora ventenni e oggi novantenni, che hanno vissuto quei momenti. Molti di loro ormai non ci sono più, basti pensare che su 12 mila paracadutisti inglesi impegnati nello sbarco oggi ne sono in vita circa una dozzina. Siamo andati a raccogliere le loro testimonianze, le loro parole, le loro ansie, le loro paure. Tutte queste sono riemerse dopo 70 anni in maniera imponente: ascoltandoli, sembrava davvero di rivivere quell’evento storico con loro. Incontrando questi reduci, abbiamo scoperto vicende e fatti personali assolutamente incredibili.
Dedicherete molto spazio anche alla città di Roma, vista in epoche diverse.
Sì, è prevista una puntata con protagonista al Colosseo. Cercheremo di capire non solo cosa accadesse al suo interno, ma anche perché è stato costruito, chi ne ha sollecitato l’edificazione e il relativo processo decisionale. Nel caso dell’anfiteatro Flavio, non è possibile limitarsi a considerarla la semplice costruzione di un edificio. Ne ricostruiremo la storia a partire dal periodo imperiale neroniano e dall’incendio di Roma. Poi, fu determinante l’arrivo di Vespasiano che spinse per la costruzione, anche se morì prima di vederlo ultimato. Ad inaugurarlo infatti fu il successore Tito. Il pubblico scoprirà tante curiosità legate a quell’epoca, che dimostreranno come Roma fosse una città ricchissima di sorprese. Nel corso di un altro appuntamento, sveleremo segreti e scorci poco noti di tanti palazzi della Capitale, tra i più belli del Rinascimento e del Barocco. Mostreremo i capolavori artistici presenti al loro interno, ricostruiremo le storie delle famiglie che li possedevano e ricostruiremo anche i banchetti che avvenivano nelle stanze di questi edifici, nel contesto di quella che si può definire la nobiltà romana.
Gli argomenti delle altre puntate?
Faremo un viaggio attorno alla Terra, passando da un’isola all’altra. Approfondiremo proprio il concetto di isola, attraverso punti di vista diversi: quello degli uomini e degli animali anche in una prospettiva storica.Poi ci occuperemo dei due maggiori criminali del secolo scorso: Hermann Goring e Adolf Eichmann.
A giugno ancora non si sapeva se il suo rapporto con viale Mazzini sarebbe continuato. Ora invece sappiamo che il “matrimonio” proseguirà. Cosa sta preparando per il prossimo futuro insieme alla Rai?
Continuerà un percorso cominciato agli inizi degli anni ’90. Proseguirà l’avventura di “Ulisse”, così come “Passaggio a Nord Ovest” e ci sarà un altro appuntamento speciale con “Stanotte a”. Poi, stiamo mettendo a punto un nuovo progetto che vedrà la luce nel 2018 su Rai 1. Si tratta di un racconto seriale molto particolare e affascinante. Un esperimento mai affrontato prima.
Quanto ha influito il lavoro di suo padre sulla sua formazione professionale?
Sono sempre stato attratto dalla cultura classica e scientifica e dalla storia. Questo mi ha avvicinato a mio padre con il quale condivido lo spirito di gruppo nel lavoro, nelle spedizioni esterne e l’approccio razionale e documentaristico.
Quanto è importante oggi, conoscere il nostro passato?
E’ indispensabile, per evitare la maggior parte degli errori già compiuti. Tutto è già accaduto e quindi potrebbe ripetersi. Dalla storia viene un potente insegnamento che spesso è sottovalutato. Ad esempio: un testo come il De Bello Gallico può essere considerato come un vero documentario di guerra le cui strategie sono valide ancora oggi.