Come è cambiato Genny Savastano in questo nuovo capitolo di Gomorra?
Dopo la morte del padre Pietro, ora è lui il capo della famiglia Savastano. Quest’anno dovrà confrontarsi con nuovi nemici che entreranno in scena e soprattutto dovrà capire di chi dovrà davvero fidarsi fra i suoi alleati.
Quali particolari la colpiscono maggiormente del suo personaggio, anche alla luce della sua evoluzione psicologica riscontrata nel corso delle due precedenti stagioni?
Ogni passaggio della sua storia di mi ha emozionato, tutte le sue trasformazioni sono un po’ come dei figli per me, a partire dal Genny della prima serie, cambiato dopo il suo viaggio in Honduras, per arrivare a quello messo in scena in Gomorra 2. Ciò che ho trovato sorprendente è il rapporto che lui costruirà nel corso di questa stagione con sua moglie Azzurra e il piccolo Pietro, suo figlio. La sua famiglia lo porterà a scoprire dentro di sé qualcosa che nemmeno immaginava di avere.
Gomorra è un successo internazionale: come spiega questo enorme gradimento del pubblico, non solo italiano?
È una serie che racconta dinamiche criminali, incentrate su Napoli ma che sono comuni a tutte le periferie e a tutte le città del mondo. Truccare le elezioni, la sete di potere che spinge ad uccidere il proprio rivale, sono elementi distintivi di ogni grande faida criminale a livello internazionale. Gomorra descrive tutto questo: molti, negli eventi criminali raccontati dalla serie, ritrovano i fatti che accadono nei propri paesi, . Penso che questa sia una delle componenti del successo della nostra fiction: un’altra è la grande qualità artistica del progetto alla base della serie, riconosciuta a livello internazionale. Di questo dovremmo esserne orgogliosi.
Salvatore Esposito ci ha anche parlato dei suoi prossimi progetti in cantiere: è in questi giorni nelle sale con “Addio fottuti musi verdi”, film d’esordio dei The Jackal in cui recita anche Fortunato Cerlino, che in Gomorra interpretava suo padre Pietro. Non solo questo, però: c’è anche altro nel futuro dell’attore napoletano. Per saperne di più vi rimandiamo all’intervista integrale che apre il nostro post: per ascoltarla non vi resta che cliccare sul pulsante “Play”.