Qual è il bilancio della vostra esperienza a MasterChef?
Manuela: è stata un’esperienza bellissima, formativa che spero possa essere l’inizio di un lungo percorso professionale.
Giovanna: quest’avventura è stata travolgente ed entusiasmante, sicuramente ricca di stimoli. Sono uscita con rammarico , ma era arrivato il mio momento.
Manuela, pensa che la sua eliminazione sia stata corretta?
Non ho vissuto molto bene l’uscita poiché non mi sono ritrovata nella situazione che è stata raccontata. Anche se sono uscita due volte, la vera eliminazione è stata la prima perché quella conseguente al pressure test è arrivata in uno stato d’animo particolare, ero delusa e scarica, non ho cucinato con quello spirito che mi ha fatta emergere in altre occasioni.
Il caso inerente alla pasta brisè è stato, quindi, un malinteso?
Assolutamente sì, c’è stata una confusione generale legata alla concitazione della gara, che prevede delle logiche molto stringenti. Io non ho preso la pasta brisè di nessun altro e quella che ho posto nella cocottina era esattamente la mia. Ho deciso di utilizzare quella pasta brisè che Marianna mi ha posto in mano proprio perché l’ho riconosciuta come mia.
Che pensa della doppia eliminazione che ha coinvolto lei e Marianna?
Secondo me non è stata ingiusta in quel contesto poiché eravamo una squadra. Marianna, però, in tante occasioni non ha compreso che non si vince e non si perde da soli.
Giovanna, può lasciarci anche lei un commento sulla vicenda pasta brisè-notai?
Mi ha toccato personalmente, si vede che io vado e pongo la pasta brisè nel posto sbagliato. Mi è dispiaciuto tanto. Ovviamente l’ho fatto senza malizia. Purtroppo è andata così. In un momento, nel corso della puntata, si nota che sono molto pensierosa. La concitazione della gara mi ha fatto piangere, ma non sono una “piagnona”.
Non mi è piaciuta questa storia nei confronti dei miei compagni, ho avvertito il loro disagio e mi sono molto rammaricata.
Con quali concorrenti avete legato in particolar modo?
M: Denise, Simone, Jose, Rocco e Stefano, li reputo degli amici con cui sto coltivando il rapporto anche adesso e mi auguro che possa arricchirsi di nuove esperienze da condividere.
G: mi sono trovata maggiormente a mio agio con le persone più vicine alla mia età: Fabrizio, Tiziana, Eri, Simonetta e Matteo.
Qual è stato il vostro rapporto coi quattro giudici?
M: positivo. Forse lo chef al quale mi sento maggiormente affine è Barbieri per la sensibilità e la creatività nell’accostamento degli ingredienti.
G: anche per me è stato molto positivo, non ho ricevuto cattivi giudizi, tant’è vero che, per fortuna, non sono mai stata selezionata tra i peggiori. Mi sono sentita molto supportata. Sappiamo tutti ciò che ha fatto chef Barbieri per me, confortandomi e sostenendomi in un momento di grande difficoltà in Norvegia. Non c’è stata alcuna strategia, mi trovavo in uno stato di disagio pure fisico, stavo per togliere il grembiule; ho sentito il suo sguardo amorevole e solidale. Penso che abbia un animo nobile.
Giovanna, l’esterna in Norvegia l’ha messa maggiormente in crisi; qual è, invece, la trasferta che l’ha formata umanamente e tecnicamente?
Sicuramente quella sul Gran Sasso nel corso della quale ho lavorato in maniera più efficace. Io amo far campeggio sin da quando ero bambina adattandomi a condizioni spartane. Adesso, invece, si utilizzano roulotte, verande e aria condizionata.
Quale lato del suo carattere MasterChef ha fatto emergere in positivo?
Mi ha tirato fuori più coraggio. Ho scelto di avere una vita riservata ma è stato piacevole confrontarsi, salire sugli aerei che mi terrorizzano. Tutto ciò mi ha dato uno scossone. Sono una persona energica, ma purtroppo non si è visto tanto questo aspetto e me ne dispiaccio. La competizione non mi appartiene; la gara, la malizia, la parola di troppo mi innervosivano. Io sono una maestra, ho a che fare coi bambini che sono puri; a MasterChef mi sono sentita buttata in un’arena e ho alternato ad atteggiamento un po’ “barbaro” anche lacrime.
A proposito dei bambini, che spesso mangiano in mensa. Quale sarebbe il menù perfetto per loro?
I bambini devono imparare a mangiare più frutta e verdura. Nella nostra scuola stiamo facendo un progetto proprio in quest’ottica e perciò preparerei per loro un minestrone o un piatto divertente a base di frutta.
MasterChef si è aperto molto alle cucine estere, qual era il vostro approccio verso i piatti stranieri? Avete scoperto qualcosa grazie alle prove?
M: per quel che mi riguarda il cibo è cultura per cui l’apertura verso cucine differenti da quelle nostrane mi arricchisce molto, sono anche molto curiosa. Mi piace, in particolar modo, la cucina francese, ma faccio anche fatica a parlare di generi poiché per me ci sono gli ingredienti. L’italiano, da casa, ha l’immagine che la propria cucina sia la migliore del mondo e, a volte, questo pensiero può limitare nell’assaggio, nella condivisione e nei viaggi tant’è che, molto spesso, all’estero cerca il ristorante italiano. Per quel che mi riguarda non si può evitare di assaggiare la cucina locale.
G: ho viaggiato tanto con mio marito e abbiamo come principio assaggiare i piatti del luogo. Sono una persona che sperimenta anche nel cucinare, ma devo prima documentarmi; ultimamente sono alle prese con club sandwich particolari.
Manuela, cosa le ha insegnato la prova della cucina kosher?
E’ stata una prova formativa soprattutto per l’attenzione che abbiamo posto nel preparare le varie ricette. Ho gradito il rigore che ci è stato richiesto anche perché non sempre le regole limitano la creatività. Subito dopo quell’esterna ho acquistato un libro sulla cucina kosher.
C’è una prova che l’ha messa in difficoltà più delle altre?
Il pressure test a cui devo la mia eliminazione, più che per difficoltà tecniche, sono stata bloccata dal fattore emotivo.
Quali sono i vostri progetti?
M: spero di poter continuare su questa strada coniugando l’impegno al divertimento.
G: è vero, sono una maestra e lo faccio con amore; ma mi auguro anche di avere delle opportunità per studiare e cucinare sempre più.