Qual è il vostro bilancio di quest’esperienza?
Fabrizio: è stata un’esperienza dura ma bella. Non era semplice registrare per tante ore, ma va detto che siamo stati molto coccolati dalla produzione.
Francesco: l’ho vissuta in vari modi, con tanto timore di mostrare chi realmente sono per via delle mie vicende personali. Sono, d’altro canto, felice che sia emerso un Francesco diverso, migliore per certi versi.
Ludovica: è stato indimenticabile. Sono orgoglioso di essere riuscito, a soli diciannove anni, ad essere protagonista di un’esperienza così prestigiosa. Ci sono due momenti che ricordo in particolar modo: l’ingresso nel cooking show con la comunicazione dell’ammissione e i complimenti del maestro Massari.
Come avete vissuto l’eliminazione?
Fabr: sono arrivato stanco alla prova del piatto creato dallo chef Giorgio Locatelli e scelto da Marianna tra le tre proposte. (scherzando aggiunge) Nel Mar Adriatico abbiamo pesci più piccoli (si trattava di una sogliola particolare e ricordando anche un altro episodio in cui non aveva riconosciuto lo scorfano), per le mie origini, sono più abituato a cucinare molluschi come le cozze e le vongole o pesci di dimensioni inferiori.
Franc.: sentivo che sarei uscito, anche se provo un po’ di rammarico nel non aver mai dimostrato quanto potessi valere sul piano culinario. Credo, invece, di essere arrivata come persona timida, onesta ed educata.
L: non è mai una fase piacevole, innegabilmente ognuno di noi era andato lì col desiderio di arrivare fino in fondo. Ripensandoci, guardando il risultato del mio piatto, era giusto che accadesse. Ho cucinato con nervosismo, rimpiango il fatto di non aver lavorato bene, ma non recrimino nulla.
Che tipo di rapporto avete instaurato coi giudici?
Fabr.: Cannavacciuolo è più alla mano. Bastianich mi ha trattato benissimo, ha detto persino che sono una delle persone più vere che ha incontrato nella sua vita.
Franc: i giudici sono “tosti” anche quando provi quest’avventura dal vivo, confermando la percezione che si può avere assistendo alle puntate da casa. Le critiche che mi son state mosse sono sempre state costruttive. Tra tutti ho sentito più vicino lo chef Cannavacciuolo, visti i suoi suggerimenti nel metter sempre una parte di me nella portata.
L: con chef Klugmann ci siamo sempre capite molto, riusciva quasi a leggermi dentro; Barbieri mi ha quasi difeso. Per cui la mia preferenza va su di loro.
Com’è andata, invece, coi vostri compagni della masterclass?
Fabr: sono stato deluso da quasi tutti.
Franc: con ciascuno di loro si è instaurata una relazione differente; ma credo di aver dimostrato di essere umile e gentile; non credo di avere nessun nemico.
L: il rapporto è stato un po’ duro poiché non ho legato con la maggior parte di loro. A Giovanna mi sono avvicinata molto nell’ultimo periodo, è una bella persona che ha avuto un comportamento gentile e cordiale nei miei confronti.
Ludovica, qual è l’insegnamento tecnico e umano che si porta con sé?
Quello tecnico di trattare gli ingredienti con rispetto; mentre, dall’altro lato, di esser sempre me stessa, cercando di dimostrare sempre la voglia e la grinta.
Francesco, cosa cambierebbe del suo percorso?
Non muterei i piatti creati; ma il modo di pormi nei confronti della gara. Ho sempre visto la cucina come un’occasione di condivisione e non in un’ottica competitiva e se entri a MasterChef bisogna guardare più se stesso e meno agli altri.
Fabrizio, cosa pensa che non sia arrivato di lei?
Nessuno ha capito quanto e come sapessi cucinare.
Ludovica, qual è stata l’esterna che più l’ha messa in difficoltà?
Forse quella a Chinatown poiché a venti minuti dalla fine, avendo il compito di preparare il dolce, non avevo ancora un tiramisù montato. Per fortuna alla fine è andato tutto bene.
Francesco, invece, qual è stata l’esterna più formativa per lei?
Direi due. Innanzitutto quella a Chinatown poiché ho compreso cosa volesse dire il lavoro di squadra, Alberto è stato molto bravo, in quella circostanza, a impartire gli ordini.
La seconda è stata sullo Stelvio. Qui sono stato il capitano e di conseguenza avvertivo la responsabilità e ho compreso che non sono ancora pronto per essere uno chef adesso.
Qual era il vostro approccio verso le cucine straniere e quanto le avete scoperte grazie a MasterChef?
Fabr: continuo a essere molto diffidente pure dopo averle provate. Ad esempio, avremmo dovuto mostrare in Norvegia come cuciniamo noi il merluzzo.
Noi siamo i migliori chef, amatoriali al mondo. Credo che vadano riscoperte le ricette antiche.
Franc: è sempre stato di curiosità, anche se nel concreto non avevo mai sperimentato, a parte la cucina dell’Est Europa essendo la mia ragazza di lì. Da adesso in avanti voglio studiare anche le basi delle altre culture culinarie.
L: sono sempre state in parte un tabù perché spesso e volentieri ci si basa sulla tradizione. Per quanto mi riguarda è stato molto divertente e istruttivo scoprirle, in particolare la cucina norvegese perchè è molto lontana da noi.
Quali sono le vostre prospettive?
Fabr: mi piacerebbe lavorare con Kateryna, Matteo, Alberto, Simone, Francesco perché sono state le persone più serie del programma.
Franc: voglio diventare uno chef. Non si può pensare che dopo MasterChef si sia dei cuochi professionisti.
L: ho voglia di mettermi alla prova, senza dubbio devo studiare tanto. Magari in futuro riuscirò ad aprire un ristorante tutto mio.