Ecco l’intervista
Giorgio Mulè, come mai ha deciso di candidarsi alle prossime elezioni politiche?
«Ho deciso di candidarmi perché è arrivato il momento di restituire qualcosa al mio Paese. Alla soglia dei 50 anni mi sono detto: che vuoi fare? Ti ritiri a vita privata oppure vuoi provare a fare qualcosa per il tuo Paese. Ho scelto la seconda strada e mi sono dimesso da tutto».
Perché ha scelto Forza Italia?
«Perché è il partito che si sovrappone ai miei ideali, alla mia visione del mondo e ai miei valori. Perché ritengo questo partito come una ricetta utile e indispensabile per il rilancio del Paese».
Le hanno dato un paracadute?
«Non ho nessun paracadute e nessuna aspettativa come tanti altri colleghi. Se non vengo eletto nel collegio uninominale o in quello plurinominale mi inventerò un’altra vita».
Ce la farà il centrodestra a vincere le elezioni?
«Ce la farà. E ce la farà bene».
Che rapporto ha con Silvio Berlusconi?
«Di grande ammirazione. Di affetto sicuramente. Di rispetto e di sincera amicizia».
E con Matteo Salvini?
«Ci conosciamo. Non siamo amici perché ci siamo frequentati poco. Di sicuro c’è affinità dal punto di vista caratteriale e personale».
Lei crede a un possibile futuro accordo tra Renzi e Berlusconi in un Governo di larghe intese?
«Credo che questo paese abbia bisogno di un Governo, che non possa restarne senza, e non credo che Matteo Renzi avrà la maturità di retrocedere verso un programma che non è il suo».
Che cosa pensa della par condicio?
«Una legge liberticida che offende il senso di decriptazione degli italiani. Una legge che presuppone che gli italiani non siano in grado di capire i messaggi, chi la spara grossa o chi si prende troppo spazio. È un’asfissia».
Che campagna elettorale è questa?
«Non serena. Ha deviato su temi che nulla c’entrano con i problemi del Paese. È stata violenta nei toni e nel volere imporri dei temi che nulla c’entrano».
Il giornalismo le mancherà?
«Non ne ho idea. Attualmente non mi manca. Ma è passato solo un mese».
Che cosa vorrebbe cambiare se dovesse essere eletto?
«Vorrei cambiare il Paese affinché gli elettori che ho incontrato e che hanno problemi lavoro, precarietà, sostentamento, povertà abbiano un futuro con le certezze per vivere in maniera dignitosa».
Perché gli elettori dovrebbero votarla?
«Perché ho le idee chiare, perché sono una persona perbene e perché la mia storia racconta di un uomo che quando prende un impegno lo mantiene».