Abbiamo incontrato Livio Beshir che ci racconta il suo personaggio.
Chi è in particolare Hassan?
«Innanzitutto voglio precisare che questa è una delle rare volte, nella storia della fiction italiana, in cui un ragazzo di colore come me interpreta un ruolo costruttivo e non legato invece ai soliti problemi sociali secondo un cliché che sembrava oramai standardizzato. Hassan è un antieroe, un uomo impegnato in una organizzazione non proprio edificante ma che spesso ha a che fare con bambini. Custodisce segreti sia personali che professionali».
Ci spiega qualcosa in più di Hassan?
«L’arabo è un personaggio che cresce man mano nel corso delle puntate ed assume un’importanza sempre più consistente per la risoluzione dei misteri e dei segreti che a poco a poco emergono. Hassan ha due stati emotivi che combattono tra di loro. E metterà in difficoltà il capitano Maria rendendole la vita professionale molto difficile».
Vedremo Hassan già nella prima puntata?
«Sì è un personaggio che attraversa tutta la storia ma avrà un vero e proprio exploit negli ultimi due appuntamenti».
Quale aspetto le è piaciuto di più nell’arabo che interpreta?
«Mi ha consentito di mettermi alla prova professionalmente perché la sua personalità è completamente differente dalla mia».
Dove è stata girata la fiction?
«Ad eccezione di alcune riprese effettuate a Roma, la serie è stata girata a Bari,Trani, Ruvo di Puglia, in particolare alle grotte di Castellana e a Bisceglie. Le scene girate nelle grotte di Castellana hanno un’intensità emotiva molto forte. Insomma essendo una serie anche di azione abbiamo girato scene difficili ma di grande impatto emotivo».
Come si è trovato in Puglia?
«La regione mi ha sempre attratto moltissimo. Quando ho saputo che la maggior parte delle tiprese si sarebbero svolte in cittadine di grande bellezza, non ho esitato un attimo ad accettare».
«Certo sono stato chiamato per il primo provino alla fine di ottobre 2017 ed ho dovuto interpretare una delle scene più complicate. Fortunatamente Andrea Porporati ha apprezzato la mia professionalità e mi ha scelto».
Crede che girare una fiction nelle regioni italiane possa essere di traino per l’economia locale?
«Assolutamente sì. La serialità televisiva rappresenta un progetto importante per le regioni. Infatti noto con molto piacere che i maggiori prodotti sia per il piccolo che per il grande schermo hanno come set l’talia senza l’onere di recarsi all’estero per limitare il budget economico».
Lei è attore e conduttore. In quale dei due ruoli si sente maggiormente a suo agio?
«Io nasco come interprete ma non me la sono mai sentita di scegliere. Il pubblico mi ha sempre riconosciuto per il mio percorso televisivo. Tra l’altro ho frequentato anche l’Actors Studio e so che l’impegno come conduttore e attore farà sempre parte della mia professionalità».
Ci racconta qualche episodio accaduto nel corso della registrazione delle puntate di Movie Mag?
«Ho intervistato i più grandi attori e registi italiani e internazionali. Infatti la rubrica segue in particolare i Festival di cinema più importanti. A metà agosto dovrò partire per Venezia per seguire l’attuale edizione della Mostra Internazionale del Cinema. Le posso raccontare che un giorno avevo in programma di intervistare Steven Spielberg. In attesa del grande regista stavo realizzando un servizio con un attore. Ad un certo punto alzo gli occhi e vedo Spielberg che attendeva il suo turno per essere intervistato da me. Soltanto i grandi sono capaci di comportamenti così rispettosi per il lavoro degli altri. In particolare attori e registi internazionali hanno un atteggiamento più modesto rispetto agli altri».