Caterina Shulha, all’anagrafe Katsiaryna Shulha attrice e modella bielorussa naturalizzata italiana, è una dei tre ragazzi protagonisti della serie. Interpreta Emma Cattonar al centro del triangolo amoroso formatosi tra lei, Bruno Furlan (Filippo Scicchitano) e Franz Von Helfert (Alan Cappelli Goetz).
Abbiamo incontrato Caterina Shulha che oltre a raccontarci la sua esperienza nella serie Il Confine, parla anche dei suoi progetti futuri.
Come è nata l’esperienza della serie?
«Per me ha rappresentato un momento di crescita professionale molto importante. Il regista Carlo Carlei ha impegnato al massimo tutto il cast. Posso svelare che io durante le fasi di preparazione e successivamente di recitazione sul set sentivo dentro di me come delle corde che vibravano. Ed è merito di Carlei l’aver valorizzato al massimo le mie capacità».
È la sua prima serie in costume?
«Assolutamente sì. Calarmi in un personaggio come Emma mi ha gratificata anche dal punto di vista femminile. Emma infatti ha lottato con tutte le sue forze prima per l’amore e successivamente per suo figlio».
Come è stato recitare in un’epoca così distante dalla nostra?
«Il confine è una storia di giovani che parla ai giovani. E questa età è simile in ogni fase storica. Emma è anche un esempio di forza di volontà e di coraggio nell’affrontare situazioni dolorose. Per i ragazzi di oggi questo è un messaggio positivo: non bisogna mai arrendersi e nelle situazioni più pericolose, è necessario mettersi alla prova con determinazione».
Quali sono gli aspetti che l’hanno maggiormente colpita della personalità di Emma?
«Lei è una giovane ante litteram, anticipatrice dei tempi. Infatti decide di tenere il bambino e mostra in questa scelta un enorme coraggio. Lotta giorno per giorno e compie gesti eroici, come i telespettatori potranno vedere soprattutto nel corso della puntata di questa sera».
«Io sono certa che non solo Emma ma anche Franz e Bruno saranno apprezzati dai ragazzi di oggi. Spero che venga notato lo spirito di sacrificio di quegli adolescenti mandati al fronte e purtroppo morti lontani dalla famiglia e dagli affetti. I giovani di oggi devono guardare ai colleghi di un secolo fa perché bisogna ritrovare punti di riferimento per costruire un futuro degno di noi stessi».
Lei è stata una delle protagoniste di Squadra Antimafia 8. Quanto le ha lasciato, come attrice questa esperienza?
«Recitare accanto ad Ennio Fantastichini mi ha gratificato perché ogni giorno sul set dovevamo dare il meglio di noi stessi. È stato un lavoro importante per il quale ho dovuto lavorare anche sulla mia personalità per rendere il personaggio nella propria interiorità».
Quali aspetti ricorda in particolare di Squadra Antimafia 8 – Il ritorno del Boss?
«Mi sono messa alla prova in due ruoli: la lap dancer Patrizia e la moglie del criminale Reitani interpretato proprio da Ennio Fantastichini».
Lei nasce come modella dal punto di vista artistico. Quando inizia il suo percorso televisivo?
«In effetti pochi anni dopo. Sono stata nel cast di molte serie importanti come ad esempio “I Cesaroni“, “Un passo dal cielo“, “Che Dio ci aiuti” e naturalmente “Squadra Antimafia – Il ritorno del Boss”. Ruoli che hanno contribuito alla mia formazione di attrice. Ma io sono una perfezionista e desidero migliorarmi sempre di più».
Altri progetti professionali?
«Sì, dal 24 maggio sarò al cinema nel film “Hotel Gagarin”. Il mio ruolo sarà molto differente. Sono una ragazza armena, dal carattere molto esuberante. Con me hanno recitato Claudio Amendola, Luca Argentero, Barbora Bobulova e Giuseppe Battiston».