Lei interpreta Claudio, il figlio di Pippo Fava, il giornalista siciliano assassinato dalla mafia nel 1984. Cosa contraddistingue il suo personaggio?
Oltre ad essere il figlio di Pippo, il vero Claudio Fava è anche tra gli sceneggiatori del film. Nell’evoluzione del mio personaggio all’interno del film, centrale è il rapporto che intercorre tra lui e il padre, e l’eredità che Pippo ha provato a lasciargli non solo dopo la morte, ma anche in vita. Si può dire che il film si divide in due parti: la prima racconta i momenti in cui Pippo è ancora in vita, la seconda descrive come i “carusi” (i giovani redattori del suo giornale, ndr) e Claudio affrontano la sua scomparsa. Il rapporto tra i due è contraddistinto da affetto e stima, ma non privo di quei conflitti che sempre si verificano tra un genitore e un figlio, specialmente quando i loro caratteri sono forti. Pippo era poliedrico, estremamente vitale, dirompente: per suo figlio, misurarsi con un papà dalla personalità così importante credo sia stata una grossa sfida. Abbiamo cercato di individuare il modo migliore per descrivere questa eterna dialettica.
Recentemente l’abbiamo vista in un’altra serie di Rai 2, Il Cacciatore. Che esperienza è stata? Secondo lei ha contribuito a cambiare il modo di raccontare la mafia?
Non credo. Penso sia stata una buona serie, realizzata da sceneggiatori, registi e attori di grandissimo talento. Ho creduto molto in quel progetto televisivo e ne ho preso parte con tanto entusiasmo. Ritengo che Il Cacciatore sia molto diversa da Prima che la notte e anche da altri progetti che ho fatto e nei quali si parlava di Cosa Nostra, come ad esempio La mafia uccide solo d’estate. Nel caso della serie di Rai 2, ci siamo concentrati su una storia realmente accaduta, una storia di mafia vera e propria, perché i protagonisti erano sia i malavitosi, sia chi lotta per consegnarli alla giustizia. Nel caso del film su Pippo Fava, il regista Daniele Vicari ha effettuato un’operazione molto interessante: ha annullato i mafiosi, che nel nostro film sono nell’ombra, quasi invisibili. Questo è l’aspetto reale della mafia: non ha volto né umanità ai nostri occhi. Combattere Cosa Nostra con l’unica arma possibile, la vitalità, penso sia la sfida che il nostro film abbia vinto più di tutte. Abbiamo fatto un lavoro incentrato più sulla vita, sul futuro, sulla speranza, che sulla morte.
Abbiamo chiesto al giovane attore siciliano quali sono i suoi prossimi impegni lavorativi: il suo ritorno in onda è previsto, probabilmente nel prossimo autunno, con la seconda stagione di una serie di Rai 1 trasmessa nel 2016. Per scoprire di quale si tratta, vi rimandiamo all’intervista integrale, contenuta nel video che apre il nostro post.