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La puntata si apre con il caso del rapporto dell’OMS sulla pericolosità di carni ed insaccati, il cui consumo aumenterebbe il rischio di patologie tumorali. Ed ecco la parodia di Giuliano Poletti. Si celebra un funerale ad un prosciutto accompagnato dalla banda, con il ministro del lavoro disperato. Ormai il tormentone è “boaro”, che il comico genovese utilizza a tutta forza.
“Ora si crea un ulteriore problema lavorativo: se non possiamo mangiare i maiali, macelliamo gli esodati“, esclama. Sulle possibili soluzioni al problema della disoccupazione, risponde in maniera generica, pensando più che altro al perduto salume.
Crozza smette i panni del ministro e si sofferma sulla questione affrontandola con ironia. “A Parma sono in lutto, con delle fette di pancetta intorno al braccio. Qui fuori c’era uno spacciatore di arrosticini!”
Crozza comincia a prendere la rincorsa per affrontare la questione Marino. Ironia su Marco Doria, sindaco di Genova, che ha speso solo 44 euro in un anno per cene. “Un sindaco così il PD non lo manderà mai via“! Sul processo che ha portato il sindaco a dimettersi definitivamente, il comico sostiene che il PD ha fatto “una campagna acquisti” di consiglieri di altri schieramenti”, una sorta di “trasformismo al contrario“.
Marino fa tenerezza a Crozza, che lo imita. “Il sogno delle rastrelliere non finisce qui, io resisterò grazie ad una particolare giunta“, formata da orascchiotti, tra cui Omino Biscottino come assessore ai trasposti. “Con la mia giunta immaginaria, niente è impossibile“. E alla fine, si scopre che il sindaco in realtà è in un manicomio. Divertente sketch che rende ancor più grottesca la vicenda romana.
Matteo Renzi in questa settimana è stato in Sudamerica. “Dove non lo conoscono, fa sempre belle figure“, dice Crozza. Il comico scherza sul fatto che il premier ha incontrato in Perù un suo vecchio professore. “È come un camaleonte, si adatta al contesta. Se va a Cuba fa il rivoluzionario, in Perù il missionario“, afferma. Renzi ha anche rivelato in un intervento di avere in ufficio una foto di Che Guevara e Fidel Castro, immortalati mentre giocano a golf. Crozza: “Per lui il comunismo è una cosa del genere!”
Ritorna dopo un po’di assenza il Renzi show. Il finto Presidente del consiglio è come sempre ritratto come un politico disinteressato alle sorti degli italiani e attento più a questioni più futili, vantandosi di aver fatto colpo anche nell’America Latina. “Pensavo che Cuba non esistesse, per tanti anni è stato sotto una dittatura comu..comunella“. Non gli riesce proprio parlare di comunismo. E alla fine una canzone: “Che premier, che figo, è un Silvio Ripulido!“
Ed ecco il farlocco Tim Cook, presidente della società In cool 8, furbo inventore di fregature per i consumatori. Questa sera propone un call-center che rende praticamente impossibile per i clienti avere delle risposte ai loro reclami. Tra le “in cool 8”, annovera spread, la riforma Fornero e la religione. Crozza aumenta il ritmo dello sketch in maniera forsennata, rendendo il personaggio ironicamente crudele e spietato. E conclude con la danza tipica degli all-blacks, la squadra di rugby della Nuova Zelanda.
Secondo le statistiche, l’Italia è ai minimi per le spese all’istruzione. “Evidentemente la cultura dà fastidio“, dice. Denuncia alcune assurdità, come ad esempio l’affitto privato di alcuni monumenti, con tanto di tariffario. “Vuoi mettere ubriacarti come una bestia e vomitare su un mosaico del ‘700?“. Tra ironia e verità, Crozza mostra sempre una grande attenzione e sensibilità per la cronica trascuratezza nei confronti dell’arte e della cultura del nostro Paese.
Il prossimo personaggio è Vincenzo De Luca, ormai una costante. Prima però condanna quanto detto dal governatore campano a Otto e mezzo, quando ha definito Rosy Bindi “impresentabile“. “Non accetto affatto le battute sessiste“, dice Crozza. Tra le innovazioni millantate dal politico salernitano stasera c’è la trasparenza. Saviano lo ha criticato perchè a suo giudizio ha messo in lista nomi di impresentabili. E Crozza-De Luca ribatte: “I nomi in Campania li ho portati io!“
Maurizio Crozza dopo la pausa pubbicitaria parla della sua Liguria. Secondo il governatore di Forza Italia Giovanni Toti “ci sono troppi parchi“. “Cosa ha in testa, Toti? Hai evacuato i neuroni?” Il comico critica la crescita esponenziale negli ultimi cinquant’anni dell’edilizia, nonostante sia una regione piena di posti incantevoli che rischiano di essere soppiantati dal cemento. Addiritura Briatore vorrebbe realizzare un locale, il Twiga, nella regione. Un’idea che Crozza fa capire come sia assurda.
E arriva l’imitazione dell’imprenditore piemontese. “Per me la Liguria è come dice il New York Times, cioè il nuovo Kenya“. La rappresentazione di Briatore è quella di un manager spaccone e amante della bella vita. “Per me l’Italia andrebbe divisa in 20 emozioni e non in 20 regioni. La Liguria è un emozione molto bassa“.
Propone anche un restyling del territorio, storpiando puntualmente alcune parole inglesi che tenta di pronunciare. “Dobbiamo far sentire un turista come se fosse a Dubai, ci vorrebbe la sabbia, un dromedario e una tassazione zero così la Finanza non ti rompe le scatole. Coprirei il faro di Genova di glitter“.
Si è anche detto che Briatore possa acquistare la Sampdoria del presidente Ferrero. Collegamento (e sdoppiamento) con il Viperetta, che però chiarisce: “Non vendo la Doria!” Poi, forse, ci ripensa, perdendosi puntualmente nei suoi discorsi.
Tradizionale chiusura con il “Come l’ho fatto“, un video che condensa le prove e le papere fatte dal comico durante la settimana di preparazione dello show. Prossima puntata venerdì 6 novembre, sempre alle 21.10, su La7.