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Teo in the box era stato offerto a Fabio Volo. Si sente una sorta di ripiego?
Assolutamente no. Mi ha fatto piacere che la terza rete abbia pensato a me e mi abbia offerto la possibilità di tornare da protagonista in tv. Ne avevo davvero desiderio. Il programma, ispirato a un format tedesco, è però personalizzato sulla mia vis comica e le mie corde professionali.
Ci racconta quanto accade nella prima puntata?
Mi vedrete su una mega imbarcazione, una nave di grandi dimensioni diretta a Barcellona. Mi farà da cicerone un giovane di colore che mi guiderà nei luoghi più singolari. Sarà una puntata piena di sorprese, la nave è davvero spettacolare.
Come mai un personaggio di grande valenza artistica come lei è stato lasciato fuori dalla tv per dieci anni?
Credo di aver seminato male negli anni scorsi. Ho avuto troppe discussioni con i grandi capi che si sono avvicendati ai posti del potere televisivo. Io ho sempre preteso di fare solo quello che ritenevo giusto e interessante per me. Avrei dovuto essere più malleabile, avrei dovuto accettare non compromessi, ma almeno qualche loro proposta. Invece opponevo continui rifiuti. Alla fine passavo, a causa di un tale comportamento per un rompiscatole. Ma non sono assolutamente pentito. Anzi ne sono orgoglioso.
Poi le hanno fatto altre proposte?
Certamente, ma io ho continuato a dire di no. La verità è che io non ho mai sopportato quei personaggi che campeggiavano da tanti anni sul piccolo schermo. Io sono un artista, non posso cambiare. La mia vita è tutta fantasia ed improvvisazione. E continuerà così fino alla fine. E sono fermamente convinto che debba essere l’artista ad offrire idee alla tv, non viceversa.
Caccamo- Teocoli
Il suo ultimo programma condotto in tv?
Aveva per titolo Sei un mito. E’ andato in onda nell’estate del 2005 e si può considerare la versione povera di Tale e quale show. Ebbe anche un buon riscontro di pubblico. Erano ragazzi giovani che imitavano i loro idoli musicali.
Si è sempre parlato di un suo one man show su Rai1. Come mai non è stato mai fatto?
Per le stesse ragioni per le quali non ho accettato altri programmi. Ho sempre pensato che chi vuole obbligare a firmare contratti in esclusiva, voglia in effetti, solo sottrarti a qualche altra parte. Io ho sempre saputo che lo spettacolo dal vivo, a teatro, riesce a dare soddisfazioni altrimenti impossibili, perchè è il pubblico a scegliere. Questo non accade altrove.
Dopo 20 anni, lei riprende il personaggio di Caccamo e lo rende protagonista dello spettacolo Pasqua a casa Caccamo. Come mai?
Il personaggio ha ancora tanto da dire. Il pubblico me lo richiede da tempo ed io lo ripropongo in una sorta di piece che evoca le atmosfere di Natale in casa Cupiello. Il nuovo Caccamo ha finalmente vinto un premio, il primo della sua vita. Si tratta di un gigantesco uovo di Pasqua che è talmente grande da non uscire dalla porta del bar nel quale si trova. E allora lui fa saltare il bar con un candelotto.
E poi c’è anche il cinema nel suo immediato futuro.
Si tratta di Fovever young, un film di Fausto Brizzi. Io interpreto un settantenne che si allena in maniera maniacale quasi dovesse partecipare alle Olimpiadi. Il film è una commedia che ironizza, con leggerezza, sulla sfrenata voglia di tutti di essere giovani.
Come è cambiata la tv, a sua parere?
Credo sia peggiorata. Mi spaventano la gran mole di programmi di cucina presente in video e le gare di comicità di programmi come Zelig, Colorado, Made in Sud.
Ce ne spiega il motivo?
Ci sono gag e battute che funzionano in uno specifico contesto, ma al di fuori no. E questo può spesso rovinare l’immagine di un artista. A proposito, sa che una delle prime trasmissioni di cucina fu offerta a me? E poichè rifiutai, fu affidata a Pippo Franco.