Bisogna, innanzitutto, sottolineare che il genere talent show non appartiene alla tradizione della prima rete. E’ guardato quasi con sospetto dal pubblico non più giovanissimo che costituisce lo zoccolo duro della rete. Un esempio è quel Forte Forte Forte con cui Raffaella Carrà pretendeva di innovare il talent la scorsa primavera. I risultati sono stati imbarazzanti.
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Lo speciale che ha selezionato in diretta le Nuove Proposte della 66esima edizione della kermesse canora, ha fruito di una buona dose spettacolare con la presenza di Biagio Antonacci e Leonado Pieraccioni. Ma non è bastato. Anche perchè l’intervento di Pieraccioni, questa volta, non ha convinto a sufficienza: il comico toscano si è ripetuto nei suoi tradizionali schemi con un occhio troppo attento alla promozione del suo film: vero motivo per il quale era presente.
Carlo Conti ha fatto di tutto per insufflare l’anima ad uno show che, purtroppo, non l’aveva. I giovani concorrenti hanno mostrato poco appeal. Ed anche i brani interpretati non sono riusciti a convincere fino in fondo. Tutto ciò nonostante le cinque anteprime che Rai 1 aveva mandato in onda nel corso della settimana dal lunedì al venerdì alle 18,25.
Anche i concorrenti di X Factor, di The Voice, di Amici, sono inizialmente sconosciuti. Quindi non si può attribuire ai giovani partecipanti la colpa dell’insuccesso dello Speciale Sanremo letteralmente affossato dalla concorrenza rappresentata da Il segreto.
A contribuire al poco gradimento di pubblico è stata la formula dello show, troppo scontata e simile a quelle già esistenti. Inoltre il talent è un genere fruibile a lunga scadenza: non si può esaurire, cioè, in una sola settimana televisiva, nonostante il gran battage pubblicitario di cui ha goduto anche sulle frequenze di Radio 2 che ne trasmetteva in contemporanea la diretta.
Carlo Conti rifletta su questo risultato penalizzante. I giovani sono parte integrante della filosofia sanremese, ma devono essere utilizzati, televisivamente parlando, in un contesto differente. Un esempio positivo è stata la loro esibizione, sul palcoscenico dell’Ariston, nella fascia dell’access prime time nell’edizione 2015. O si decide di creare un programma intorno alle Nuove Proposte con durata maggiore, oppure è meglio rinunciare.
Infine la giuria: non tutti i componenti hanno convinto il pubblico e non tutte le loro osservazioni erano condivisibili. Last but not least: troppi i componenti. I telespettatori sono abituati a giurie meno numerose e più spettacolari. Non è bastato Pierino Chiambretti con la positività della sua ironia.