Iniziamo da Il mondo insieme su Tv2000. Si tratta della trasmissione affidata a Licia Colò dopo il mancato rinnovo del Kilimangiaro, in cui è poi subentrata la Raznovich. Con lo stile che la contraddistingue, la Colò ha portato la tematica del viaggio nel canale cattolico, raccontando il mondo attraverso le culture, le tradizioni, le meraviglie paesaggistiche dei luoghi più lontani.
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Il secondo programma scelto è Bake Off Italia su Real Time, sia nella sua versione adulta che junior. I dolci da forno di Benedetta Parodi, Clelia D’Onofrio ed Ernst Knam non creano il personaggio televisivo del giudice, ma mettono in primo piano l’esperienza dei concorrenti. In un’atmosfera pastello, i due pasticceri consigliano i concorrenti, li riprendono se occorre, ma senza mai mettersi in primo piano.
Altro show a tema culinario, 4 ristoranti su Sky Uno. Al timone lo chef Alessandro Borghese, il cui giudizio è fondamentale per decretare quale locale si aggiudica i 5mila euro da investire nell’attività. Girata on the road, la sfida dei quattro ristoratori è anche un mezzo per promuovere e valorizzare la ristorazione italiana.
Veniamo ora alle reti generaliste. Innanzitutto E lasciatemi divertire: Paolo Poli e Pino Strabioli hanno riportato su Rai 3 il grande teatro. Ricorrendo all’escamotage narrativo dei sette vizi capitali, sono stati proposti al pubblico televisivo testi di Palazzeschi, Boccaccio, autori che mai trovano spazio sul piccolo schermo, ma sempre con ironia e leggerezza.
Apprezzabile anche Italia da stimare su Rai 1, con Massimiliano Pani e Max Cervelli. I due hanno condotto i telespettatori in viaggio lungo la penisola, alla scoperta dell’antiquarito, oggetti antichi e introvabili: un patrimonio che ci restituisce il nostro passato tra mercatini e collezionisti privati.
Infine, due programmi dello stesso canale, entrambi accumunati dalla figura di Costantino Della Gherardesca. L’ironia del conduttore ha reso due format di Rai 2 altamente godibili: sia a Pechino Express che a Boss in incognito infatti, ha impresso uno stile leggero che ha stemprerato anche le vicende più pesanti, senza per questo banalizzarle. Una capacità che si nota ancora di più se si confronta la sua conduzione con i toni paternalistici di Insinna o, per quanto riguarda Pechino, la prima edizione con Emanuele Filiberto. Anche il viaggio in Sud America, nonostante il cast meno forte rispetto a quello delle passate stagioni, complice il montaggio irriverente e la suggestione dei luoghi, è riuscito a consolidare ulteriormente la sua “fan base”.