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Tutto parte dal concerto tenuto allo stadio San Siro di Milano. “Questo tour mi ha fatto scoprire una piccola parte di me“, dice Ferro. La prima canzone è “Xdono”, la hit che fece conoscere il cantante al grande pubblico.
“Sono sempre stato innamorato di una figura di artista particolare, specie i performer americani e britannici, che hanno sempre portato sul palco qualcosa di estremo“, confida il cantante prima dello spettacolo. Poi, spiega come funziona la particolare tecnologia adottata nello show, cioè farsi calare da 15 metri d’altezza appeso a due fili.
“Quando si deve scrivere una canzone, bisogna pensare sempre ad una persona in particolare“, questo il consiglio di Tiziano Ferro anche ai cantautori in erba. Svela che il testo di “Sere nere” fu scritto dopo un viaggio in treno, successivamente alla musica.
Continua l’alternarsi di immagini del tour e riflessioni personali. Continua a parlare di “Sere nere”, un brano che Ferro utilizza per sciogliersi definitivamente davanti al pubblico.
Il viaggio tra i più grandi successi del cantante continua con “Il regalo più grande”. Per Tiziano Ferro un concetto importante è la condivisione, anche a livello lavorativo. Per questo cerca di creare sempre empatia con i suoi fan.
Un accenno anche alla sua omosessualità, di cui dice che è necessario parlarne, soprattutto pensando a coloro che soffrono e vengono discriminati per il loro orientamento sessuale.
Una delle canzoni più significative per Tiziano Ferro è “Il sole esiste per tutti”: dice di averla scritta quando ha iniziato un percorso di auto-analisi. “L’amore ha guidato ogni mia scelta nella mia vita“, afferma l’artista. “Perdere la capacità di emozionarsi è la malattia più grave che può colpire l’uomo“, prosegue.
“La mia vita è soltanto mia“, dice Tiziano Ferro, che afferma di tenere molto alla sua privacy e a quella delle persone che ama. Ama il suo mestiere, ma ciò non vuol dire, a suo parere, che ciò debba comportare una rinuncia totale alla sua vita privata.
Ferro rivela di essere stato timoroso ad accettare di iniziare una tournée negli stadi, perchè secondo lui si addiceva di più ai grandi cantanti del rock. Quando ha deciso di cimentarsi in questa tipologia di concerti, ha cominciato a studiare i suoi colleghi, tra cui Ligabue, Jovanotti e Vasco Rossi. “L’importante è mettersi a nudo sul palco“, dice. Poi canta “Ed ero contentissimo”.
Il cantante dice di contribuire alla scrittura della scaletta dei suoi concerti insieme ai suoi collaboratori. Dal punto di vista scenico ha curato molto il ballo, inserendo degli elementi di hip hop, contattando un coreografo specializzato in questo genere musicale. Poi si è allenato molto per imparare a volteggiare nell’aria grazie ad una particolare tecnologia che fissava cavi trasparenti ai due fianchi per farlo sollevare.
“In passato sono stato vittima di molte paranoie, quello che non tollero è l’autocommiserazione“, precisa. Si ritorna indietro al 2001, quando Ferro cantava “Rosso relativo”, pezzo che dava anche il nome al suo primo album.
“Alla mia età” è un pezzo che, secondo le intenzioni del cantante, vuole spronare chi si sente inadeguato e passivo di fronte allo scorrere degli anni che passano. È uno dei pezzi più belli ascoltati finora e in generale del repertorio di Ferro.
E arriva il momento della canzone che dà il nome al tour, “Lo stadio”. Tiziano Ferro scrisse il pezzo l’alba successiva al concerto tenuto allo stadio Olimpico, sulla scia delle emozioni provate nell’impianto romano. “È una delle canzoni più divertenti che abbia scritto e penso che sarà sempre presente nelle scalette dei prossimi tour“, anticipa.
Ci si avvia alla chiusura con “Non me lo so spiegare”. “Il percorso verso l’intimità di se stessi è la cosa più difficile. Accettarsi è già una grande dimostrazione d’amore“, afferma il cantante pontino. Chiusura con “Incanto”. Tiziano Ferro – Lo stadio termina qui.