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Elena Guarnieri si trova a Castel Sant’Angelo. Da qui saranno trasmessi i suoi interventi tra un contributo filmato e l’altro. Dice che chi ha visto gli angeli li racconta come esseri pieni di luce o in carne ed ossa e spesso incarnano affetti scomparsi.
La prima testimonianza è di Antonella Boscolo. Anni fa con un amico rimase vittima di un incidente stradale. La macchina sbandò finendo in un fiume, con lei all’interno. La sua storia è raccontata tramite l’ausilio di una docufiction, con degli attori che interpretano le parti dei veri protagonisti. Artificio che rischia di risultare un po’ troppo spettacolare.
La donna racconta che in quella circostanza una presenza l’ha spinta ad uscire dall’auto andando verso l’argine del fiume, dopo aver rivissuto alcuni momenti della sua vita. Antonella afferma di aver estratto dall’auto il suo amico con una forza che non poteva essere la sua.
Sull’ambulanza verso l’ospedale, c’era un infermiere biondo che le dava una grande sensazione di pace ed amore. Eppure, stando ai colleghi, quel ragazzo sul mezzo di soccorso non c’era mai stato. Sarebbe lui il suo angelo, che per miracolo le ha salvato la vita. “Per me gli angeli sono degli amici, degli spiriti che mi seguono. Tutti abbiamo un angelo custode che ci segue sempre“, dice alla conduttrice.
Il suo rapporto con gli angeli non si è fermato al suo incidente. Il padre, prima di morire, le disse che vedeva l’aldilà, nel quale c’erano paesaggi stupendi, una molla in più per condividere quanto accadutole. “Quando ci sentiamo come abbracciare vuol dire che c’è vicino a noi un angelo“, conclude.
Stefano Makula è stato più volte primatista mondiale di immersione in apnea. Rischiò la vita sott’acqua a Ponza nell’ottobre del 1989. Ad un passo dal record di 110 metri, si fermò. “Era come se una forza misteriosa mi impedisse di andare oltre“, afferma. Prima di risalire, la crisi.
Il suo cuore stava per scoppiare per l’eccessiva pressione e da quel momento comincia il “suo viaggio nel tunnel”. Vide presto una luce bianca molto forte, che a suo dire esprimeva malvagità. Poco dopo apparve una figura ancora più luminosa della prima, “un angelo che mi ha preso per mano dicendomi di stringere il cavo che mi avrebbe salvato, raccomandandomi di avere più cura di me stesso“.
L’atleta riuscì a risalire con le sue forze. Quando risalì aveva perso conoscenza. Anche in quegli attimi, Makula dice di aver avvertito la presenza di un angelo sempre accanto a lui. E dopo poco, riacquistò i sensi. Nessun danno, nè fisico nè cerebrale, tanto che poi dopo lo sportivo ricominciò ad immergersi. “Mi sento protetto ogni giorno da un angelo custode. Da quel momento vedo le cose tutte in un altro modo”, confida alla Guarnieri.
La terza testimonianza è quella di Anna Panceri. Nel 1994 la figlia ebbe un incidente. La donna confida di aver in qualche modo preavvertito quanto accaduto alla fine. Fece infatti un sogno in cui c’era un cimitero con una fossa vuota. Un sogno premonitore, perché la figlia morì.
Due mesi dopo sognò la figlia, che le confidò di stare bene, in un’altra dimensione, raccomandandole di smettere di piangere. Ma il dolore era troppo forte per rassegnarsi della scomparsa della ragazza: “In quegli anni la mia vita si fermò“, disse.
Tre anni dopo, in un ristorante di montagna, si sedette vicino a dei ragazzi. Tra di loro una giovane ragazza bionda. Affrontavano temi che erano molto vicini alla vita quotidiana della donna e poi cominciarono a parlare di angeli, della cui esistenza erano convinti.
Andata in bagno, si ritrovò dopo pochissimo la donna bionda del tavolo, a cui confidò la sua storia. La risposta della ragazza fu: “Io vengo proprio da quel mondo, devi lasciar andare tua figlia. Da quel momento provai serenità e non più dolore“.
Andando via, notò che quei ragazzi erano scalzi. Poi, prima di lasciare il locale, si voltò per l’ultima volta ma i tre erano scomparsi. Il giorno dopo, quando andò a pregare in Chiesa, vide in un affresco il volto della ragazza con cui aveva parlato, “il mio angelo”.
Ron di Francesco, broker canadese era intrappolato nella Torre Sud del World Trade Center, l’11 settembre 2001, il giorno degli attentati. Dopo la distruzione del primo aereo della Torre Nord, ricevette una telefonata da un amico di Toronto che gli disse di scappare. Mentre scappava, il secondo aereo che colpì proprio il piano dove l’uomo lavorava.
“Se fossi scappato 30 secondi più tardi sarei morto“, dice. Fuggire però era quasi impossibile, visto che i piani inferiori erano in fiamme. Ad un tratto, una voce gli disse di alzarsi e seguirlo. “Ero sicuro che fosse un angelo. Mi ha condotto verso l’oscurità, dove divampava l’incendio e sono andato tra le fiamme“. Riuscì a scendere e a mettersi in salvo poco prima del crollo della Torre. Fu ritrovato sotto le macerie e riprese conoscenza dopo 3 giorni in ospedale.
“Ci sono tanti angeli a vegliare su di noi ed ho avuto la fortuna che uno abbia aiutato me“, conclude l’uomo.
Si ritorna in Italia, con la storia di Daniela Prestano. La donna è sopravvissuta al naufragio della Costa Concordia. Racconta l’incubo a bordo dell’imbarcazione, anche con l’ausilio della testimonianza del marito.
“Ad un certo punto si sono avvicinate due persone misteriose, ma dallo sguardo sereno“, afferma. In inglese, dicono a lei e al consorte di andare via con loro e di stare sereni. Così fecero e la loro vita fu salva. Dopo averli portati al sicuro, dove c’erano le scialuppe, Daniela e il marito non li videro più. “Secondo me erano angeli”, afferma con sicurezza.
La prossima storia è quella di una madre. Suo figlio Francesco fu colpito da una leucemia fulminante che lo portò alla morte in poche settimane. Tre anni dopo, il giorno del saggio di danza della bambina, il marito, idraulico, fu chiamato d’urgenza da alcuni clienti. La bimba, Ilaria, accompagnata da un’altra donna, subì un incidente stradale molto grave, che non le diede scampo. “Ero morta anch’io“, dice.
La madre le consigliò ad avere un altro figlio. Dopo un’iniziale ritrosia, si convinse e nacque un altro bimbo, Luca. Dopo alcuni anni, al cimitero, la donna guardò le dati di nascita e di morte dei due figli e si accorse di una strana coincidenza: entrambi erano morti alla stessa età: 10 anni, 4 mesi e 7 giorni. “Temevo fosse una maledizione“, dice.
Era terrorizzata che anche al terzo figlio sarebbe toccata la stessa sorte. A quel punto decise che nel giorno in cui Luca avrebbe raggiunto la stessa età dei fratelli scomparsi, sarebbero morti insieme. Aprì i fornelli per morire sotto l’effetto del gas, ma ad un certo punto vide la stanza illuminarsi e gli apparvero i suoi due figli morti, che la rassicurarono esortandola a non compiere quel gesto folle. La mamma e il piccolo Luca si salvarono, stando a quanto detto dalla donna, grazie al ruolo dei fratellini morti.
Si torna negli Stati Uniti, dove vive Michelle, una donna che ha due nipotini. Nel 2011 un tornado colpì la cittadina della Georgia dove viveva. Un giorno lei andò al lavoro lasciando i bambini con la babysitter.
La donna era nervosa perché temeva che i suoi nipoti potessero morire a seguito della calamità naturale, ma allo stesso tempo serena perché sentiva che qualcuno proteggesse lei e i suoi cari. “Il mio angelo custode è mio padre“, afferma. Il tornado arrivò con tutta la sua forza devastante mentre lei era nel ristorante dove lavorava.
Ad un certo punto sentì che qualcuno, nello specifico il genitore defunto, la spingeva dicendole che tutto sarebbe andato per il meglio. In quel ristorante tutti si salvarono, con la meraviglia dei soccorritori data la portata distruttiva del tornado. Lieto fine anche per i nipoti, salvi anche loro.
Lorenzo Capovin è il protagonista della prossima storia. Dice di essere sopravvissuto alla strage della questura di Milano nel 1973 grazie all’intervento del suo angelo custode. Quella notte fece un sogno inquietante in cui vide suo nonno, che lo fece svegliare la mattina molto scosso. Una sorta di segno premonitore di quanto sarebbe accaduto di lì a poco.
Arrivato vicino alla Questura avvertì che sarebbe accaduto qualcosa e di dover andare via da lì. “Ho sentito una forza esterna che mi guidava“, afferma l’uomo. Dopo poco scoppiò la bomba che causò la morte di 4 persone e 52 feriti. Da quel giorno la sua vita è cambiata e si è convinto che suo nonno fosse il suo angelo custode.
Gianfranco Angelucci è un regista che ha collaborato con Federico Fellini. Quest’ultimo sembra che sia stato salvato da un angelo custode. Il 3 agosto 1993 il regista de “La dolce vita” fu colpito da un ictus cerebrale in albergo. Sembra che un bambino gli avesse salvato la vita una volta subìto il malore.
Angelucci andò il giorno stesso all’hotel per chiedere informazioni sul ragazzino, ma il portiere disse che di lui non c’era traccia. Era un personaggio molto simile al bambino che si vede al termine del film “Otto e mezzo”. Per quel ruolo era stato scelto il piccolo Marco Gemini, che però non riuscì ad interpretare la parte perchè morì di leucemia. Forse il bambino è stato l’angelo di Fellini?
Jeff Markin è un uomo che pensa principalmente al suo lavoro, trascurando la sua famiglia. Una mattina fu colto da un infarto, arrivando miracolosamente in ospedale. Dopo 20 minuti di tentativi, i medici tentarono di rianimarlo con il defibrillatore.
Jeff dice di aver visto le immagini del suo funerale nei momenti in cui aveva perso conoscenza. Il tormento più grande non era la morte, quanto aver abbandonato la famiglia senza aver dato loro l’affetto che meritavano.
La rianimazione continuò fino a 40 minuti dopo il malore e poi venne dichiarato morto. Un medico sentì una voce che gli diceva di pregare per il paziente, un consiglio che seguì immediatamente. La storia si blocca all’improvviso per la pubblicità e non è la prima volta. Il ritmo viene spezzato e ciò risulta molto fastidioso.
Il medico decise di fare un’ultima rianimazione a Jeff, che confida di essersi trovato in una dimensione particolare, una sorta di limbo. Qui ascoltò una voce di un entità che gli disse di doversi prendere cura di lui, per poi andarsene. Il dottore, miracolosamente, riuscì a riportarlo in vita per sottoporlo ad un intervento delicatissimo. A causa dei 40 minuti “senza vita”, alto era il rischio di una morte cerebrale. L’uomo però riuscì a ristabilirsi, senza riportare alcun danno fisico.
Per la Chiesa, l’esistenza degli angeli è una verità di fede. Elena Guarnieri intervista monsignor Mazzotta della Pontificia Università Gregoriana. “Gli angeli sono messaggeri di Dio che vanno in soccorso degli umani“, spiega il prelato. Mazzotta è convinto che ognuno di noi abbia un angelo custode. “Li riconosciamo dalla capacità di indirizzarci verso le decisioni importanti“, afferma. Un contributo interessante, che poteva essere inserito prima, interrompendo il fiume di testimonianze finora raccontate.
Salvatore Marcantonio è un ex militare, che visse per molti anni a Trieste, lontano dalla sua famiglia, che viveva in Sicilia. Nel 1978, doveva tornare in Sicilia. Non aveva però il biglietto per viaggiare e così il controllore gli impose di scendere a Padova.
Fu per lui una fortuna, perchè quel treno deragliò e le prime quattro carrozze finirono in una scarpata. Secondo la moglie, quel controllore fu un angelo perchè salvò la vita al marito. La donna spinse Salvatore a cercare l’ufficiale per ringraziarlo, ma non lo trovò mai. Alla stazione gli fu detto che nessun controllore corrispondeva alla descrizione dell’ex militare.
Ethan vive in America e fa il meccanico. Nel 2004, il giorno del compleanno della moglie, ebbe un incidente con il trattore, che gli rovinò addosso con tutto il suo peso. In quegli istanti ripensò a tutta la sua vita, convinto che la morte stesse per coglierlo.
L’uomo dice che una forza sovrannaturale spostò il trattore, permettendogli di respirare. Gli arti inferiori però erano ancora incastrati e l’emorragia causata dal trauma poteva essergli fatale. Soccorso dalla vicina di casa, fu portato in ospedale in coma.
Durante quel periodo, Ethan disse di vedere un angelo del Signore: “Mi diede un gran senso di pace”, dice. L’uomo pian piano guarì, tanto che il dottore in cura disse che era stato miracolato data l’entità del trauma toracico che aveva subìto.
Si conclude qui Angeli. Un programma che ha offerto una galleria di testimonianze che fanno riflettere. Davvero troppe, però. Sarebbe stato più opportuno, anche per spezzare il ritmo della trasmissione, inserire contributi di altra natura, ad esempio dando spazio anche a coloro che non credono all’esistenza di queste presunte entità soprannaturali, soprattutto per stimolare il dibattito nei telespettatori.
Una esclusiva carrellata di storie (pur se raccontate tramite l’ausilio della docufiction e rese televisivamente accattivanti) può andar bene, ma non per una trasmissione strutturata in tre ore e che necessariamente deve essere composta da blocchi eterogenei per mantenere (o provare a farlo) alta l’attenzione del pubblico da casa.
BELLISSIMA TRASMISSIONE. E’ COME MI RITROVASSI NELLE STESSE TESTIMONIANZE. GRAZIE PER AVER CREATO UNA TALE MERAVIGLIA
Buongiorno, sapete dirmi il titolo della canzone che si sente durante la trasmissione? Grazie
Ci stiamo informando. Le faremo sapere
Buongiorno, mi piacerebbe sapere in quale chiesa ha riconosciuto in un dipinto l’Angelo che le aveva parlato di sua figlia la sig.ra Panceri. Aveva degli Angeli dipinti spettacolari e mi piacerebbe tanto visitarla.
Grazie