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Porro ha ostentato un atteggiamento gridato, un linguaggio davvero poco oxfordiano, decisamente non consono ad un giornalista e personaggio pubblico, per di più conduttore di un talk show di prima serata della tv pubblica (la seconda rete diretta da Angelo Teodoli).
Di Nicola Porro era pervenuta al pubblico sempre l‘immagine di un giornalista composto, dal comportamento corretto, quasi troppo statico. Mai lo avevamo visto, e ascoltato, lasciarsi andare a volgarità gratuite, a intercalari sopra le righe, a grossolanità mai sentite prima. Mai lo avevamo visto aggredire, quasi, i suoi interlocutori con un vocabolario inedito per la gran quantità di termini discutibili e non consentiti. Porro ha dimostrato poco rispetto per gli ascoltatori della seconda rete radiofonica, utilizzando anche il turpiloquio.
Espressioni del tipo: “Non mi rompete le p..le, io giro con le auto che voglio”, hanno colpito il pubblico sintonizzato su Radio2 inchiodandolo, però, alla trasmissione. Certamente l’inedita, sconveniente e singolare veste professionale che il conduttore di Virus ha ostentato in maniera tronfia, a Un giorno da pecora, è riuscita a scatenare la curiosità di chi si trovava all’ascolto. ed ha scatenato soprattutto il popolo del web. Twitter in particolare. Moltissimi i commenti arrivati tramite “cinguettii” da parte della Rete davvero incredula.
Qualcuno ha suggerito di dare subito una camomilla a Porro, qualche altro, ironicamente, si è chiesto: “chi si è impossessato della mente di Porro, oggi? Beppe Grillo, Mauro Corona o Vittorio Sgarbi? E ancora: certo, Porro è un bell’uomo, ma a parte la bellezza, è uno che non le manda a dire.
A Giorgio Lauro che gli chiedeva se ha mai fatto uso di droghe leggere, il giornalista, chissa quanto ironicamente e consapevolmente, ha risposto di farne ancora uso. Ed a questo proposito ecco uno dei tweet più significativi: Ma questo di virus non ha molto chiaro destra e sinistra cmq… e ditegli che si sente che usa ancora droghe.
Sorge, però, il sospetto che si sia trattata di una messa in scena finalizzata a presentare al pubblico una situazione costruita a tavolino. Ma anche se così fosse, è inammissibile che si reciti una parte perdendo il contegno personale e professionale e ci si abbandoni a comportamenti esagitati.