I due conduttori guidano i telespettatori appassionati di enologia, alla scoperta delle realtà principali realtà regionali, dei vitigni tradizionali italiani e dei loro territori di eccellenza.
Confermata, anche quest’anno, la presenza di Marco Simonit l’esperto internazionale di potatura della vite, agronomo friulano che assieme all’amico e socio Pierpaolo Sirch ha recuperato e sviluppato un vecchio metodo di potatura, applicandolo alla moderna vitivinicoltura. Simonit ha vinto il Premio Nobel della letteratura vitivinicola 2018, ossia il riconoscimento assegnato dalla Giuria internazionale dell’Oiv, l’autorevole Organisation International de le Vigne et du Vine.
A Simonit è affidato il compito di spiegare ai telespettatori le caratteristiche di ogni vitigno e il suo adattamento ad un determinato territorio. Ogni settimana sono presenti, inoltre, i più importanti opinionisti del settore.
Prima novità dell’edizione alle porte, è l’introduzione dei racconti di opere artistiche legate al mondo del vino. I due conduttori realizzano viaggi nei musei, visite ad opere monumentali. Al centro delle attenzioni ci saranno quelle cantine che rappresentano dei veri e propri capolavori paesaggistici e architettonici.
Seconda novità è rappresentata da uno spazio dedicato agli oggetti legati al mondo del vino alle loro funzioni e alla maniera in cui vengono costruiti.
Il fine è valorizzare il vino anche come elemento essenziale della cultura materiale e verranno esplorati i suoi legami con la cucina.
Il programma è realizzato a fronte di una convenzione con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Signori del vino | la prima puntata
La prima tappa del programma è in Sardegna. I due conduttori vanno alla scoperta delle radici antiche del vino, a partire dalle statuette votive presenti nel Museo Archeologico di Cagliari. Qui viene raccontata la tradizione agricola millenaria dell’isola parlando della Mater Matuta, la Bona Dea, la divinità della fertilità e dell’abbondanza che testimonia come qui vi sia dalla notte dei tempi una visione sacrale dell’agricoltura.
La Sardegna è un museo del vino “vivente”. Una terra dove enologia ed archeologia si incrociano in uno scambio mirabile come testimoniano l’ antico torchio scoperto a Monastir, e che ora si trova a Seridiana, che ha fatto la prima vendemmia della storia ( al suo interno hanno infatti rinvenuto vinaccioli di Malvasia e di Vernaccia di oltre tremila anni fa) gli antichissimi cloni di cannonau vicino a Dorgali, in provincia di Nuoro, un acino che potremo definire preistorico ad Adoni, vicino Cagliari, una cantina a cielo aperto nella zona di Bosa, perfino un tastevin di epoca arcaica a Urulu vicino a Orgosolo, le vigne monumentali di Villanova.
Ospite della puntata, il jazzista Paolo Fresu, anima sarda per eccellenza, che ha costruito il suo successo internazionale, partendo proprio da Berchidda, nel cuore della Gallura.