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Innanzitutto l’artista svela di essere arrivato a Sanremo negli anni Settanta, gli anni bui della kermesse canora: il festival stava faticosamente cercando di venir fuori dalla crisi del Sessantotto.
“Io sono arrivato con il mio stile pulito ma sapevo di avercela fatta, ero convinto di aver preso la strada giusta”.
“Oggi, però, è effettivamente più complicato per i giovani riuscire ad affermarsi. I produttori ti dicono: se dopo quattro album non sei riuscito ad affermarti è tempo di cambiar mestiere. Ai nostri tempi era diverso”.
Ruggeri svela di dovere molto al Festival di Sanremo che è un meraviglioso concentrato di promozione. E’ un mezzo, non un fine, si trova un mondo differente, persino divertente. “Io nel giro dei prossimi mesi ho un tour da fare un album da finire e un libro da concludere. Tutto questo lo devo anche alle mie partecipazioni al festival di Sanremo”.
“Nel mio disco in uscita io faccio anche un omaggio a David Bowie”, anticipa.
E sui giovani che partecipano al Festival: “io mi auguro che non siano Eroi per un giorno ma che i ragazzi possano concludere positivamente un percorso di vita professionale. Io auguro loro di poter esprimere al meglio le loro potenzialità avendo tempo a disposizione”.
E poi Enrico Ruggeri, stimolato dalle domande dei giornalisti della sala stampa, racconta la filosofia del brano La badante: “questa figura professionale si occupa dei figli e degli anziani degli altri. Dei nostri familiari, insomma, perchè noi non abbiamo più il tempo di curarli: dobbiamo correre da una parte all’altra per lavoro e altro”.
Ruggeri esclude, per adesso,un nuovo album con un’altra rilettura dei suoi brani. E a proposito della sua attività di conduttore svela che si tratta di un impegno saltuario perchè lui vuole fare musica. “Faccio dischi perchè è la mia vita, il mio ego si amplifica quando sento la gente che intona qualche notra che è nata nel salotto di casa mia”.
“Ho partecipato alle “coccarde” di #Sanremoarcobaleno per dare un contributo delicato alla causa”, dice dopo. E racconta come è nata la sua amicizia con Francesco Pannofino che ha coinvolto nel suo progetto musicale. E’ stata una sera a cena: ci siamo alzati alle quattro del mattino per la gioia del ristoratore.”””
E sulle adozioni per le coppie omogenitoriali dice: “non me la sento ancora di esprimermi, ma su tutto il resto non ho dubbi. Si tratta di una tematica molto delicata che deve tenere conto di sentimenti di grande spessore. Sapere ad esempio, che adottando bambini si possano chiudere gli orfanatrofi, sarebbe una grande conquista”.
E sul libro in scrittura dice: “la Mondadori ha indivuduato nel Commissario Lombardo il motivo del successo del mio libro precedente. E allora stavolta andrò a scavare nella vita del commissario: sarà un giallo psicologico.
Infine il tour: si parte agli inizia di aprile.