Michael Leonardi arriva a Sanremo dall’Australia, da cui ha avuto un incontro via Skype con Caterina Caselli. Sotto l’egida della discografica, il ragazzo è nella rosa dei giovani che quest’anno compongono la squadra delle giovani proposte.
Dopo quel primo colloquio in rete, Michael Leonardi si è chiuso per una settimana in sala di registrazione, per poter mandare altri brani alla Caselli. Da lì è nato il sodalizio tra i due.
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Di origini italiane, si esibisce questa sera sul palco dell’Ariston con Rinascerai. La canzone attinge a quella tradizione che lo scorso anno ha portato al successo il trio de Il Volo. Leonardi, non a caso, dice di essere affascinato da come funziona la voce, e di essere cresciuto ascoltando Luciano Pavarotti. Un’altra voce che ama è quella di Domenico Modugno, mentre tra quelle più attuali Malika Ayane.
La composizione di Rinascerai nasce nel periodo in cui il ragazzo ascoltava Lana Del Rey, cercando di conferirle lo stesso respiro teatrale. Ed effettivamente, ascoltandolo, in sala stampa c’è chi osserva che potrebbe essere la colonna sonora di un film.
La scrittura fa parte di un momento particolare, pensando a un’amica che attraversava un forte momento di difficoltà.
Tra i brani della Caselli, come cover sceglierebbe Bugiarda. E la Caselli, che lo sta seguendo anche per aiutarlo con la lingua, ne elogia le capacità creative: “da quando ho iniziato a scrivere musica”, confessa Leonardi, “ho aperto davvero gli occhi sul mondo”. Out of control, pezzo del suo album, viene ad esempio in seguito all’ attentato di fine novembre a Parigi, quando il cantante (e compositore) si è reso conto quanto le persone possano perdere il controllo.
Ermal Meta
Il secondo giovane che incontra la sala stampa del Palafiori è Ermal Meta, che dice di aver prodotto un album “bio”, cioè senza intermediazioni: dal produttore all’ascoltatore. Il titolo della canzone sanremese è Odio le favole.
Autore affermato di brani per altri artisti, è stato la voce del gruppo La fame di Camilla: la scelta di una carriera solista nasce per un’esigenza personale. Quando era nella band infatti, non si sentiva mai completamente soddisfatto.
Solitamente, racconta, pensa prima alla musica perché ogni musica poi, ha insite in sé le parole. La performance di ieri lo ha agitato: per farsi coraggio, ha dovuto realizzare che fosse l’ennesimo concerto, solo più breve.
Riguardo la concorrenza dei colleghi, Ermal Meta non si sbilancia su un nome che teme particolarmente: l’unica persona di cui davvero ha paura, conclude, è se stesso.