Il nome viene da un famoso e complesso colpo calcistico – la rabona, appunto – in cui il piede che calcia incrocia posterioremente quello d’appoggio, dando il là ad un tiro che, il più delle volte, coglie di sorpresa. La stessa imprevedibilità che Andrea Vianello ha detto di voler esaltare nel programma.
La rabona è stata utilizzata per la prima volta dall’argentino Ricardo Infante nel 1948 ed è tipicamente associata ai calciatori talentuosi ed estrosi.
Per Andrea Vianello è un ritorno alla conduzione, dopo quasi sei anni passati tra la Direzione di Rai3 e la Vicedirezione di Rai1. Sono previste 30 puntate di Rabona – Il colpo a sorpresa, una per ogni venerdì, fino a maggio.
In questa prima puntata, tra gli ospiti vedremo Roberto Boninsegna – ex calciatore dell’Inter, della Juventus e della nazionale – il politico e tifoso del Milan Fausto Bertinotti, il giornalista Antonio Polito, il conduttore di Radio 1 Giorgio Lauro e lo scrittore Riccardo Gazzaniga.
Ci sarà anche una band: un trio capitanato dal cantautore romano Pier Cortese.
Seguiamo insieme la diretta.
Andrea Vianello apre con la storia di Egidio Capra, calciatore italiano del Milan di metà novecento, che divenne un eroe in un derby di Miano. Domenica 21 ottobre ci sarà un nuovo derby della città meneghina, ogni anno tra le partite più attese della stagione calcistica italiana.
Vianello ripercorre la storia del derby milanese e lo collega anche al presente. E infila anche per una punzecchiatura sull’attualità, appena accennata: riferendosi alla carnagione particolarmente scura di Egidio Capra – soprannominato “Maometto” – e al fatto che era nativo di Lodi, il conduttore dice “Talmente scura che oggi avrebbe rischiato di non poter mangiare alla mensa della scuola”.
Il Milan e l’Inter, negli anni ’70, erano considerate rispettivamente la squadra degli fasce popolari della popolazione e quella della borghesia.
Chiaramente, si trattava di etichette che rappresentavano solo in linea di massima le due tifoserie. Ma sono utili a far capire come dietro una partita di calcio ci fosse – in parte c’è ancora – più di un passatempo banale, come alcuni lo bollano.
Pier Cortese ora canta “Vincenzina e la fabbrica” di Enzo Jannacci, che parla proprio di questa rivalità.
Arrivano anche l’interista Antono Polito e il milanista Giorgio Lauro.
Pier Cortese, Silvia Marcenaro e Walter Monsi – i tre musicisti della band di Rabona – cantano “Milano” di Lucio Dalla, altra canzone particolarmente adatta alla sfida calcistica di domenica.
Rabona – Il colpo a sorpresa è iniziato con un racconto che richiama alla mente lo storytelling sul calcio reso celebre negli ultimi anni da Federico Buffa. E sta proseguendo con una chiacchierata rilassata e libera tra gli ospiti, sull’epopea dei derby milanesi che furono. Il tutto tra politica, società e ricordi personali. Su come sono cambiati Milano, l’Italia, la società e la politica.
Un’intervista al celebre architetto milanese Stefano Boeri, milanese e interista. Conosciuto in tutto il mondo soprattutto per il grattacielo milanese chiamato “Bosco verticale”, racconta alcuni aneddoti della sua passione nerazzurra.
E parla anche di un progetto che ha fatto tempo fa per il nuovo stadio milanese, ispirato alla luna.
Adesso, un ricordo del giornalista sportivo Beppe Viola, uno dei più grandi della sua generazione. Non nuovo ad uscite fuori dagli schemi, durante una Domenica Sportiva chiese alla regia di mandare in onda le immagini di un vecchio derby, perché quello di quel giorno era stato troppo noioso.
In studio c’è sua figlia, Marina Viola. Racconta della sua carriera, delle sue peculiarità, della sua necessità di andare oltre gli steccati.
Alessandra D’angiò è sul campo da calcio della Sampierdarenese, a Genova. Si trova a poche centinaia di metri dal Ponte Morandi, crollato tragicamente il 14 agosto scorso, causando 43 morti.
La Sampierdarenese è un’antica squadra genovese, dalla quale nacque anche la Sampdoria.
Un servizio mostra come l’attività della Sampierdarenese e anche dei suoi calciatori più piccoli continui lì, non lontano dal ponte e nonostante i disagi.
Lo scrittore Riccardo Gazzaniga, anch’egli genovese e abitante vicino al Ponte Morandi, racconta com’è cambiata quell parte della città. Recentemente ha scritto il libro sul calcio “Abbiamo toccato le stelle – Storie di campioni che hanno cambiato il mondo”.
Come nasce la rabona? Lo racconta Andrea Vianello: “È un’intuizione improvvisa che se riesce fa cadere lo stadio dall’esultanza, se fallisce diventa un’inutile leziosità. Il nome nasce dall’idea che il colpo venga da una coda invisibile – “El rabo”, cioè la coda, appunto – del calciatore”. Si vide la prima volta nel 1948, grazie al calciatore Ricardo Infante della squadra argentina dell’Estudiantes.
Con il racconto di questo colpo eccentrico ed esaltante, e di come il calcio fisico ed esasperato di oggi la renda più difficile da mettere in mostra, si chiude la prima puntata di Rabona – Il colpo a sorpresa.
Complicato dare un giudizio univoco su quest’esordio.
Di positivo ci sono gli spazi dedicati al racconto in apertura e chiusura di puntata. Così come il distacco dallo schema fisso delle trasmissioni clacistiche attualmente più in voga, incentrate sui tecnicismi e sull’esasperazioni dei giudizi. In Rabona c’è la voglia di capire cosa significa il calcio per le persone che lo vivono con passione, per le società di paesi come l’Italia dove ha una sua centralità.
La voglia di richiamare le atmosfere e i momenti più appassionanti della storia del calcio, poi, mette in prospettiva col piglio epico uno sport spesso troppo schiacciato sul presente. Anche se a tratti, durante la puntata, ha rischiato di cadere nell’eccesso opposto – vedi la chiacchierata con Bertinotti e Boninsegna – dando la sensazione di allontanare troppo la trasmissione dallo scenario attuale.
Meno positiva la gestione degli ospiti – troppi, di conseguenza coinvolti in maniera parziale – e la velocità nella transizione da un momento all’altro della trasmissione. In alcuni momenti, la velocità ha neutralizzato proprio le emozioni, la voglia di approfondire e di sentirsi coinvolti con i contesti delle storie raccontate, che sono l’obiettivo principale della trasmissione.
Non è scontato che questo tipo di racconto trovi il favore di un pubblico abituato a tutt’altro, ma Rabona – Il colpo a sorpresa si è presentato complessivamente bene e si regge su un format piacevole.