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Si comincia con l’attualità più stretta: le dimissioni del Ministro dello Sviluppo Economico Guidi. Crozza apre la serata rivisitando Una donna per amico, poi inizia il monologo: “Figuriamoci se esiste un ministro del governo Renzi che può aiutare un parente: la Boschi ha aiutato il padre, la Guidi la trivella del fidanzato. Sembra Italia’s got parent: Renzi è nervoso, pensa come gli escono i selfie oggi”. Si passa all’imminente referendum: “Renzi ha detto che il referendum è inutile: per lui ogni volta che si vota è uno spreco”. Si poteva accorpare, prosegue, il referendum con le amministrative, ma in questo caso poi non si sarebbe potuto dire che il referendum è uno spreco.
Ed ecco che arriva l’imitazione di Renzi negli Stati Uniti, ora al cospetto di Obama, cioè l’uomo più importante in America dopo Marchionne: in inglese maccheronico gli offre del “take me up”, il tiramisù. Obama gli chiede spiegazioni su politica estera ed interna, ma può solo assodare che Renzi spara cavolate. Perciò gli mette in testa un elmetto per andare in guerra in Libia e fare, una volta tanto, la parte del cattivo: citando un famoso musical, “adesso sono Cats”.
Smesso il parrucchino, Crozza presenta il figlio Giovanni, che ha impersonato Obama. Si procede quindi al secondo monologo, che parte proprio dalla guerra in Libia. Racconta quindi di Stanislav Petrov che, prima di rispondere all’attacco di 5 missili americani eseguendo gli ordini, si è rifiutato: aveva infatti capito che ci doveva essere un errore nel sistema che segnalava l’attacco, come poi effettivamente è stato. Perché avrebbero dovuto usare solo 5 missili? Fermandosi a ragionare, Petrov ha scongiurato l’inizio di una terza guerra mondiale.
Il prossimo personaggio è Luttwak, che martedì ha minacciato di lasciare lo studio di Floris dopo la copertina di Crozza. Luttwak è così guerrafondaio che il comico gli mette in bocca una perversa forma di eccitazione: “Se non vedi un uomo che salta su una mina -si chiede- come fai a trombare per avere un figlio?”
Dopo il primo break pubblicitario, lo show riparte con un monologo sulla nostra dipendenza da smartphone. Quando non lo avevamo, esercitavamo di più la memoria: “Quando lo compriamo, facciamo un baratto: loro ci danno il telefono, e noi gli diamo il cervello”. Non sappiamo più leggere la realtà, siamo analfabeti funzionali a causa anche degli schermi che ci isolano.
Tocca quindi al manager della Inc Cool 8, che parla della tassa sulla casa. Pubblicità per consentire a Crozza di prepararsi a vestire il grembiule dello chef vegano Germidi Soia. Tra il pubblico c’è Roberto Bolle.
La ricetta della serata di Germidi Soia è “finti cannelloni con finto sugo e finta besciamella”: l’importante è non buttare la corteccia degli alberi usata, che può essere riciclata come carta igienica non trattata. E lo chef non usa ovviamente carta igienica due veli, tant’è che sta sempre in piedi.
La preparazione dei “simil cannelloni” va avanti con l’introduzione di farro e fave di tonca, che vengono ipnotizzate con un pendolo prima di essere pestate.
Quello dello chef vegano era l’ultimo sketch previsti in scaletta. I titoli di coda scorrono sotto le immagini delle prove. Linea ad Enrico Mentana.