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Tra i servizi della puntata ve ne anticipamo alcuni:
– Da diversi mesi nel napoletano è in corso un nuova guerra della camorra. I protagonisti sono ragazzi poco più che ventenni che si contendono le piazze di spaccio usando come manovalanza ragazzini ancora più giovani. Per imporre il proprio predominio in un quartiere, in sella a un motorino e armati di kalashnikov, i giovani camorristi sparano in aria terrorizzando i passanti.
Il termine ormai ricorrente nei recenti fatti di cronaca per definire questa pratica è “stesa”. Tra una stesa e l’altra, spesso muore qualcuno, vittima di proiettili vaganti o di una banda avversa. La gente vive nel terrore. Cos’è cambiato rispetto al passato? Perché fanno così paura queste baby gang? Inchiesta di Giulio Golia che incontra prima gli abitanti di alcuni quartieri di Napoli e, in seguito, padre Alex Zanotelli, un prete di frontiera che da oltre 10 anni vive nel cuore del rione Sanità e che in prima persona ha visto l’evoluzione della camorra.
Perché si entra a far parte di una baby gang? Cosa spinge questi giovani a terrorizzare i quartieri di Napoli? La Iena intervista infine proprio i giovani membri di una “paranza”, ovvero di una baby gang, di Scampia.
Un servizio della scorsa puntata.
– Dopo l’intervista di settimana scorsa a Danilo Di Luca, autore della biografia shock “Bestie da vittoria”, le Iene tornano ad occuparsi di doping e ciclismo, incontrando, questa volta, l’ex campione Graziano Gasparre.
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– Nadia Toffa si occupa di un fenomeno che da qualche anno sta dilagando anche in Italia, l’Hikikomori. Si tratta di persone che, rifiutando la vita sociale, vivono in reclusione volontaria. Segregati nelle loro camere, molti giovani trascorrono mesi, o addirittura anni, senza uscire, senza frequentare gli amici, passando il proprio tempo in rete o davanti alla tv e interrompendo così ogni contatto con la vita reale al di fuori delle mura domestiche. Per approfondire questo disagio, l’inviata si reca in Giappone, dove per la prima volta è stato riscontrato il fenomeno. Qui oggi si contano circa 1.500.000 Hikikomori ed esistono alcuni centri specializzati che aiutano queste persone a reinserirsi nella società. In uno di questi istituti, l’inviata incontra un ragazzo che volontariamente ha trascorso 17 anni chiuso nella sua stanza, giocando ai video giochi e guardando la tv; ma anche chi ha già superato pienamente il proprio malessere e si offre di aiutare altri Hikikomori.
La Iena intervista, inoltre, la dott.ssa Carla Ricci, antropologa e ricercatrice all’Università di Tokyo, la quale ha dedicato la sua vita a studiare questo problema sociale in crescita in molte parti del mondo.