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A giocare sono coppie unite da un legame, quasi sempre sentimentale. Devono rispondere a domande finalizzate a conquistare una fetta dei “colori” in palio che consentono di arrivare alla fine ed accaparrarsi un jackpot anche abbastanza consistente facendo “Colors”.
Le atmosfere del game show evocano quelle di Reazione a catena, soprattutto nei primi giochi. Al punto che, a prima vista, il nuovo esperimento di Rai1 potrebbe quasi considerarsi uno spin off di Reazione a catena. Infatti la presenza delle parole da comporre con poche lettere a disposizione e i richiami ai proverbi italiani rappresentano caratteristiche proprie del programma estivo della fascia preserale di Rai1. Tutto questo si coniuga ad atmosfere musicali grazie a domande sulle principali canzoni italiane. Si propone una frase di brani noti e si chiede ai concorrenti di indovinarne il titolo e l’interprete, fornendo loro un aiuto in più ad ogni domanda sbagliata di una delle coppie. Ricordate la catena musicale di Reazione a catena?
E per essere completi al massimo, non mancano neppure le domande sul gossip, su quelle notizie che circolano trasferendosi da un settimanale in rosa all’altro per poi finire, in qualche modo anche in tv. Amadeus ha fatto di tutto per far diventare questo segmento una succursale di un salotto televisivo gossiparo. L’operazione ha un doppio significato: da una parte vuole catturare l’attenzione di quel pubblico che, nella fascia oraria pomeridiana è abituata alle soap opera di cui son pieni i palinsesti. Dall’altra vuole intercettare un pubblico trasversale fatto anche di giovani, di quei giovani che hanno amato Reazione a catena e non disdegnano le atmosfere goliardiche e festaiole che Amadeus vuole imporre ai suoi programmi.
Non solo, ma in uno studio così colorato e gioioso, sembra quasi che, da un momento all’altro, possa apparire Cristina D’Avena con le sue canzoncine.
Alla fine, una mescolanza di amorosi sensi sembra animare Colors e lo stesso conduttore. Infatti nella prima puntata, oltre all’esuberanza di Amadeus che ha spaziato nel coloratissimo studio da cui va in onda il programma, c’è da segnalare un malizioso approccio alle prove che i concorrenti devono sostenere. Il conduttore si è spinto nella vita intima e personale dei partecipanti al gioco, porgendo domandine a doppio senso con una apparente nonchalance e la solita allegria.
Tutto si è svolto in atmosfere fin troppo sopra le righe. Il conduttore nella smania di coinvolgere il pubblico, adotta toni gridati, non parla ma urla e ride. E questo non rende un buon servigio al programma. Un programma che non ha nulla di nuovo ma rimastica e ripropone come minestra riscaldata, giochi e quiz già visti. Compresa la vecchia cara Settimana enigmistica.