Alla conduzione, come sempre, Paolo Bonolis, in cerca del colpo di reni per chiudere bene un programma apparso in affanno, non solo per quanto riguarda gli ascolti.
Seguiamo insieme la diretta.
In apertura, Paolo Bonolis parla della capitale dello scherzo, Firenze. È l’introduzione allo scherzo fatto al Senatore Matteo Renzi, ex Sindaco di Firenze, ex Presidente del Consiglio ed ex Segretario del Partito Democratico.
Negli ultimi mesi Renzi ha girato un documentario sulla città di Firenze, “Firenze secondo me”. Andrà in onda dal 15 dicembre su Nove.
A registrazioni finite, durante le riprese di un promo, gli autori di Scherzi a parte hanno deciso di attuare lo scherzo: fargli credere che il documentario fosse stato un lungo, gigantesco scherzo.
Quando il produttore del documentario, Lucio Presta, gli conferma lo scherzo, la delusione si mescola all’ira e Renzi inizia a dire che lui non ne permetterà la messa in onda, perché offenderebbe lui e Firenze.
Tra battute sui politici e sullo stesso Renzi – da parte di Paolo Bonolis – autoiroina e frecciatine più o meno velate ai suoi avversari, da parte di Renzi, il commento allo scherzo è, di fatto, la promozione del documentario.
“Verrà trasmesso in molte lingue. Mi auguro che il doppiaggio in inglese non lo abbia fatto tu!”, chiude caustico Bonolis, prendendo in giro la proverbiale, scadente pronuncia inglese di Renzi.
Non dimentichiamo, a contorno, che Lucio Presta, oltre ad essere produttore di “Firenze secondo me”, è anche l’agente di Paolo Bonolis.
Un monologo sugli status symbol, sul loro costo e sull’eccessiva importanza che gli si dà.
Il motociclista Andrea Iannone è la vittima dello scherzo seguente, che ha preso di mira la sua Bentley da 400mila euro.
Viene contattato per partecipare ad un finto programma tv in cui dovrebbe incontrare un suo fan.
Poi, mentre lui sta correndo il MotoGp di Spagna, lo scorso settembre, alcuni suoi amici e complici di Scherzi a parte escono con la sua costosissima auto.
Avevano avuto accesso al suo garage per usare la macchina sul set del programma, ma durante le registrazioni il protagonista è scappato con la Bentley.
L’identità del ladro che gli viene mostrata è, in realtà, quella di Genny Savastano, un famossissimo personaggio di Gomorra. La sua macchina, comunque, è stata recuperata, solo che gli viene fatta ritrovare su una chiatta in mezzo al lago, in equilibrio precario.
Iannone inizia a perdere seriamente la pazienza quando il responsabile del recupero fa cadere in acqua le chiavi dell’auto.
Lo scherzo finisce quando ormai il pilota sta per tirare in ballo la polizia.
Come tutte le altre vittime di Scherzi a parte, Andrea Iannone è in studio.
Visto che durante il finto furto aveva confuso il lago con un mare, viene sottoposto ad un piccolo quiz sui nomi dei laghi e dei mari. Non fa una bella figura.
Il terzo scherzo di questa sera è quello al giornalista Giuseppe Cruciani. Voce di Radio 24, conduttore indisponente, provocatorio e senza peli sulla lingua del programma raidofonico “La Zanzara”.
Il protagonista dello scherzo è un bambino, mandato a casa sua per alcune ore con il pretesto di essere stato affidato da un’amica ad Eleonora, la fidanzata di Cruciani.
I complici sono la sua fidanzata e il suo collega David Parenzo.
Il bambino inizia ad infastidire Cruciani, con commenti sulla casa, sulla sporcizia del bagno, con i compiti da portare a scuola.
Il giornalista mantiene la calma fino a quando Christian non scarabocchia un quadro a cui Cruciani tiene moltissimo. Un suo foto-ritratto in stile pop-art.
Poi la giornata continua, il giornalista va in radio e il bimbo gli comunica dello scherzo telefonando in diretta. Cruciani non la prende bene.
Racconta in studio di essere stato fuori di sé per ore ma adesso ironizza su quella giornata e sulla sua fama di provocatore seriale.
Lo scherzo ad Andrea Pucci viene introdotto da Paolo Bonolis parlando del lavoro del comico, della sua vita durante la quale tutti vogliono che faccia continuamente ridere. E del fatto che la tristezza e la rabbia massima per chi fa quel mestiere è vedersi rubate le battute.
Tommy Terrafino è un comico emergente di Bari. Accusa Pucci di avergli rubato un intero sketch e di non averlo pagato dopo che ha lavorato per lui.
In realtà, è il giovane comico che copia i suoi spettacoli, stando a quanto traspare d aun video che viene inviato allo stesso Pucci.
Ma qualcosa va storto, e Pucci inizia a sospettare che sia uno scherzo. Allora gli autori corrono ai ripari e gli chiedono di continuare ugualmente la messinscena, facendo finta che lui non sappia nulla. A quel punto, però inizia uno scherzo nello scherzo.
Nonostante il secondo tentativo parzialmente riuscito, si può dire che lo scherzo sia andato all’aria.
Il racconto in studio si trasforma in un piccolo show da parte del comico.
Scherzi a parte, di fatto, finisce qua. Ma prima della chiusura, viene rimandato in onda lo scherzo ad Adriano Pappalardo, in onda durante la prima puntata.
Bonolis dice che è stato il più apprezzato, a giudicare dai feedback dei telespettatori.
Pappalardo era stato chiamato ad esibirsi ad un matrimonio da un fan. Solo che il fan era morto il giorno prima del matrimonio. I famigliari, convinti che il cantante fosse un amico di lunga data dell’uomo, lo hanno chiamato ugualmente al capezzale del defunto.
Pappalardo si era prestato alla finzione, andando alla veglia funebre, fingendosi commosso per la morte dell’amico, inscenando una disperazione esagerata e cantando appassionatamente.
All’improvviso il morto si era destato proprio davanti ai suoi occhi, mentre lui discuteva con una presunta amante del defunto, che chiedeva soldi.
Uno scherzo alquanto macabro.
Si chiude così la stagione 2018 di Scherzi a parte.
Un’edizione complessivamente al di sotto delle aspettative. Era stato annunciato come un ritorno in grande stile, con scherzi fatti di idee brillanti e realizzati con tecniche cinematografiche, ma quasi tutti sono stati paragonabili a quelli delle altre edizioni.
Probabilmente, è anche l’idea stessa di un programma basato sugli scherzi ad aver fatto il suo tempo: se ne sono visti e continuano a vedersene in tutte le salse. Forse anche per questo gli ascolti sono andati calando dopo i buoni risultati della prima puntata.
La conduzione rinnovata ed essenziale, affidata esclusivamente a Paolo Bonolis e ai suo piccoli monologhi tra uno scherzo e l’altro, è stata tutto sommato azzeccata, efficace per snellire e rinnovare lo show. Ma andando avanti ha rivelato il suo lato negativo, cioè la tendenza ad un andamento monocorde dello spettacolo.
Anche perché l’ironia di Bonolis, diventata il suo tratto distintivo, ha confermato di essere a corto di nuove frecce al proprio arco. Il conduttore ha cercato di ovviare esasperandone alcuni tratti – basti ricordare le battute spietate su Giulio Andreotti, mentre Paola Perego raccontava il suo malore avuto in diretta; oppure le continue battute a sfondo sessuale con Malena – ma senza sortire grossi effetti.
Quando la scelta ricade sul superamento dei limiti del cosiddetto – a volte inappropriatamente – politically correct, c’è sempre un grosso rischio in agguato: se non si riesce a far ridere appieno, rimane solo la sensazione sgradevole.
Insomma, Scherzi a parte si chiude rimanendo a galla, ma senza aver lasciato l’impressione che questo ritorno possa essere considerato all’altezza della sua fama.