{module Pubblicità dentro articolo}
Carlo Conti apre subito la serata annunciando Gianna Nannini dopo aver salutato il pubblico. L’artista si esibisce con Ti telefono o no, per poi dare subito spazio alla pubblicità. Era solo una sorta di riscaldamento dopo la voce: la cantante prosegue la sua performance al rientro in studio con I maschi, e al termine Conti ne approfitta per ricordare con lei le origini della sua carriera. Il padre infatti, voleva che la figlia si dedicasse a un’altra professione. La Nannini è in promozione per il tour History.
La performance non è finita: prima di lasciare lo studio, la cantante sceglie come prossimo pezzo Meravigliosa creatura.
I due conduttori iniziano a rievocare il Sanremo del 1988, prima proponendo un filmato di Francesco Nuti, poi ospitando Fausto Leali, che canta Mi manchi.
Spostiamoci nel 1967: muore Totò. Al Festival di quell’anno è in gara Orietta Berti con Io, tu e le rose. La Berti festeggia i cinquant’anni di carriera: via quindi al medley dei suoi pezzi più famosi, Tipitipitì, Via dei Ciclamini e Fin che la barca va.
Entra Ubaldo Pantani nei panni di Roberto D’Agostino. Per il 1969, ecco Mal: dopo aver proposto Pensiero d’amore, parlando con il conduttore, riorda quando non poté partecipare a Sanremo per “colpa” della sigla Furia cavallo del west.
Per il 1995 Ivana Spagna con il classico Gente come noi, che segnò il passaggio dalla musica disco alla canzone italiana. Naturalmente non può mancare un accenno al ritornello di Easy Lady.
Parentesi cinema con Giancarlo Zarfati, ex bambino prodigio di tanti film in bianco e nero insieme a Sordi e Aldo Fabrizi. Quindi George McCrae con Rock your baby.
La puntata va avanti con Edoardo Vianello, che fa ballare lo studio con un medley dei suoi tanti pezzi cult degli anni ’60. Per gli anni ’70 invece, Al Stewart con Year of the cat.
Pianoforte già pronto sul palco, è la volta di Michele Zarrillo. Da Una rosa blu a L’acrobata fino a Cinque giorni, l’artista spazia tra anni ’80 e ’90.
Il medley della settimana di Anna Tatangelo ripercorre i maggiori successi di Annie Lennox, tra cui Sweet Dreams e Why.
Ugo Pagliai e Paola Pitagora sono stati gli interpreti per eccellenza degli storici sceneggiati Rai, che hanno portato la narrazione nelle case degli italiani. A Conti che chiede cosa pensino delle nuove leve attoriali, la Pitagora risponde che vede gli attori di oggi più allenati nei movimenti del corpo in scena, mentre alla sua epoca si era impostati più sulla voce. Pagliai invece, elude la domanda puntando l’attenzione su quanto oggi “l’offerta” sia maggiore e i ragazzi molto competitivi per emergere.
Congedati i due ospiti, tocca ai Modern Talking, in rappresentanza degli anni ’80. Sempre per gli anni ’80, il 1989 per la precisione, torna Fausto Leali per esibirsi insieme ad Anna Tatangelo in Ti lascerò.
Arriva quindi Rosanna Fratello con Sono una donna, non sono una santa.
Eccezionalmente, viene fatta un’incursione negli anni 2000 ricordando il primo one man show di Fiorello su Rai 1 e il tormentone Tre parole di Valeria Rossi. Segue un altro musicsta: Giovanni Allevi, ma è un’imitazione di Pantani.
Infine, ultimi in scena, i Panda. Mentre Carlo Conti legge l’ultimo “Noi che” scorrono le immagini dei tanti volti intervenuti nel corso di questa edizione. La puntata si chiude con i ringraziamenti finali: a vincere come il decennio migliore, sono gli anni ’80.