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Sequel del film “Wall Street” del 1987, che valse l’Oscar quale miglior attore a Michael Douglas, “Wall Street: Il denaro non dorme mai” si avvale di Oliver Stone alla regia e Michael Douglas davanti alla cinepresa, affiancato questa volta da Shia LaBeouf.
L’ambizioso finanziere Gordon Gekko (Michael Douglas), accusato di frode, ha scontato la sua pena. Vent’anni di reclusione lo hanno ridotto ai margini del mondo finanziario e quando nel 2008 pubblica un libro preannunciando un’imminente crisi economica, nessuno sembra disposto a credergli. Tutti lo ritengono un vecchio rudere senza alcun aggancio con la reale vita economica del Paese. C’è solo una persona disposta a prestargli fede: si tratta di Jacob Moore (Shia LaBeouf), giovane broker innamorato della figlia di Gordon, Winnie Gekko (Carey Mulligan). Winnie detesta il padre e non gli parla da anni: lo ritiene infatti, resposabile del suicidio del fratello Rudy diventato tossicodipendente. Con la sua complicità, Gordon riuscirà a ricucire il rapporto con la figlia e a dimostrare le sue previsioni.
Nel film fa la sua ultima apparizione cinematografica Eli Wallach (“Il buono, il brutto, il cattivo”).
Da sottolineare, nella pellicola, il cameo di Charlie Sheen che nel primo film impersonava Bud Fox e recitava insieme al padre Martin Sheen.
Anche in questa pellicola, come in quella del 1987, Oliver Stone, appare in una scena del film. Fa la parte di un possibile compratore.
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Il film è stato candidato ai Golden Globe. The Hollywood Reporter lo definisce “uno dei migliori sequel mai realizzati” e chiosa così la pellicola: “‘Wall Street – Il denaro non muore mai’ ha pure qualcosa di nuovo da dire. Il film brucia di passione per il cinema. Si sente la mano di un regista saldamente ancorato al timone, mentre guida il film come una saetta, come se avesse fretta di arrivare alla scena successiva o al prossimo aforisma per gettare nuova luce in questo mondo di tenebre. Si può vincere l’Oscar ben due volte per lo stesso ruolo? Raramente un attore ha la possibilità di reinterpretare lo stesso personaggio in modo diverso, di rielaboralo in relazione al tempo che è passato e che potrebbe averlo cambiato. Douglas lo fa brillantemente”.