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Sonia, come sta andando la sua nuova sfida televisiva?
Molto bene, gli ascolti sembrano dirci che non è stato un azzardo. Inoltre mi sto divertendo molto alla guida di questo programma, che mi ha permesso di andare alla scoperta di un mondo che forse in pochi, ancora, conoscono. Il mondo dei prodotti DOP del territorio italiano, sondato in lungo e in largo. Ogni puntata presentiamo due ricette tipiche di due regioni italiane, e alla fine avremo una bella panoramica di quella che è cultura della tavola italiana.
Per ora sono in programma dieci puntate, poi…
Poi vedremo. Ovviamente mi piacerebbe moltissimo proseguire con questo percorso, ma per ora siamo in fase sperimentale.
La tv è ricca di programmi legati alla tavola e alla cucina. Qual è la caratteristica de “Le ricette di Sonia”? In cosa si distingue dagli altri?
La mia caratteristica sta nella semplicità. Io propongo, cucino qualcosa che sia replicabile a casa. La mia idea, insomma, era di mantenere quello che facevo sul web, usando questa volta solo prodotti DOP, di cui, purtroppo, ancora non si conoscono bene le caratteristiche, ma che rappresentano un grande patrimonio della nostra terra. È mio preciso dovere (e non solo mio, naturalmente), far conoscere la nostra bellezza, che troppo spesso purtroppo diamo per scontata. Troppo spesso ignoriamo – non solo nel senso di non conoscere, ma di mettere da parte – la ricchezza della nostra terra.
DOP, DOCG. In effetti a molti sembrano paroloni incomprensibili…
E invece sono una nostra ricchezza. E sarebbe bello riuscire a parlare anche di questo in modo semplice, veloce. E io faccio proprio questo: esalto i prodotti, li racconto, ne descrivo le caratteristiche e le proprietà, li promuovo. Perché solo così si può far conoscere la nostra bella e buona Italia.
L’Italia è un paese di buongustai, che ama riunirsi attorno a una tavola imbandita…
Noi italiani siamo una popolazione conviviale, amiamo la cucina. E ci piace anche sperimentare a tavola. Per questo nel mio programma, e nel mio sito, tratto molto anche la cucina etnica, le varie filosofie che vanno sempre più per la maggiore, come quella vegana e vegetariana, e propongo ricette di piatti a prova di allergia. Ricordiamoci alle numerosissime intolleranze alimentari che colpiscono le persone, come la celiachia, per citarne una su tutte.
Insomma, non fa solo cucina, ma anche educazione…
Esattamente; in tv bisognerebbe fare più informazione e soprattutto educazione. E io lo voglio fare ma da amica ad amica, non nelle vesti di maestrina. Questo lo faccio già sul web, e lì funziona. Ma credo che funzioni anche in tv.
Da GialloZafferano al suo sito fino a Rete 4 il pubblico cambia e molto. Con la tv riuscirà a conquistare nuovi “seguaci”?
Il bacino d’utenza è molto diverso, il target è un altro. E non è neppure lo stesso che mi seguiva su Fox. Andare sulla tv generalista mi intriga. E poi diciamo che è stata proprio la gente a chiedermi di fare questo passo e che oggi mi scrive per felicitarsi di questo programma.
Che differenza c’è tra Giallo Zafferano e il suo sito?
Il mio sito è focalizzato sugli interessi di Sonia, è più introspettivo. Qui propongo ricette regionali, prodotti di eccellenza italiani, piatti attenti alle intolleranze, come quelle al glutine e ai latticini. Con uno sguardo all’estero: le ricette saranno anche tradotte in inglese. C’è molta Sonia in queste ricette. Possiamo dire che è un po’ un ritorno alle origini con una maggior vicinanza alla gente.
Ennesimo libro di cucina. Cosa troveremo sulle pagine de La mia cucina?
Questo libro, voglio premetterlo, mi rappresenta in toto. È il primo che faccio in solitaria e Rizzoli in questo mi ha dato carta bianca. Le ricette, le foto sono mie, sono realizzate nella mia cucina. Mi sono davvero sbizzarrita, divertita, anche a preparare ricette dal sapore etnico. Non ho seguito solo la tradizione nostrana. Diciamo che è più un libro per “occasioni” che di “portate”, in quanto propone anche menu creati appositamente per situazioni speciali. Do dritte per tutto, perché si possano affrontare serenamente le cene in cui hai per come ospiti celiaci, vegetariani, vegani, intolleranti. Puoi accontentare tutti leggendo La mia cucina. E poi le ricette proposte sono tutte fattibilissime.
Una idea al volo?
Il pesto. Si fa in cinque minuti davvero. Si può realizzare quello classico al basilico, oppure quelli alle zucchine, ai pistacchi, alla rucola. Bastano un mixer, un po’ di olio extravergine d’oliva e del pecorino o parmigiano. E il gioco è fatto.
Lei è insomma un punto di riferimento per chi non ha idee…
Esattamente, io lavoro sulle idee. Ed è quello che le persone mi chiedono: idee. Facili da realizzare ma che stupiscano, conquistino. E soprattutto che non si sbaglino.
Sonia Peronaci, ma lei è più buongustaia o salutista?
Diciamo un po’ entrambe le cose. Buongustaia, poi, lo sono sin da bambina, dato che sono nata in una famiglia con un ristorante e con un papà cuoco. Col tempo, avendo tre figlie ed essendo dunque diventata responsabile di altre persone, ho dovuto pensare anche al lato salutistico della questione cibo in tavola.
Lei ama molto cucinare, vero?
Moltissimo. Per me la cucina è amore, è mangiar bene; è gusto, passione, benessere, salute. L’Italia è l’isola felice nel mondo del food per via dei suoi prodotti. Abbiamo una cultura incredibile, che manca invece a molti altri Paesi, e dobbiamo valorizzarla, esportarla, raccontarla e insegnarla. È un nostro bene preziosissimo, facciamone tesoro.
Questa sua passione per la cucina è riuscita a trasmetterla anche alle sue figlie?
Sì, soprattutto alla prima, Deborah, che ha 30 anni e lavora con me, e alla più piccola, Laura, che ne la 19. Ma anche Valentina, di 25 anni, che è la meno interessata per il momento, è una buongustaia come le altre due e se la cava bene. Quella delle tre che mi dà più soddisfazione è comunque Laura, che sta imparando di più a livello manuale. È molto artistica e questo è sicuramente un dono. La cucina è infatti anche arte, bellezza.