Da questo momento in poi avranno a disposizione cinque settimane per poter decidere se continuare ad essere una coppia e quindi costruire una vita insieme oppure chiedere il divorzio.
Abbiamo chiesto ai tre esperti su quali basi hanno fondato la loro ricerca di compatibilità tra le coppie.
Gerry Grassi, psicologo ipnotista è professore di psicologia, direttore clinico del centro di Terapie Innovative Brevi ha parlato di un compito delicato ma abbastanza gratificante che si è basato su una serie di test medici, scientificamente approvati e di grande affidabilità. I partecipanti hanno compilato dei questionari nel quale rispondevano a domande sulla loro vita privata. “Abbiamo visto le persone più volte e abbiamo fatto inoltre dei focus group, e poi siamo andati persino in casa di alcuni di loro per verificare la maniera in cui vivono, le relazioni familiari e il modo di reagire a determinati avvenimenti della vita“, ha detto il dottor Grassi. “Nel corso di questo tragitto alcuni hanno preferito abbandonare l’esperimento, altri invece sono rimasti perché davvero intenzionati a provare questa esperienza molto forte. Abbiamo dovuto riconoscere, tra tanti partecipanti, chi aveva davvero voglia di incontrare un uomo con cui poter dividere la propria esistenza e chi invece era mosso solo da manie esibizionistiche. Alla fine oltre il 50% dei concorrenti è rimasto e questo per noi significava che c’era davvero una motivazione forte a spronarli“.
A sposare tutte le coppie è stato sempre il medesimo ufficiale di Stato Civile, un sindaco che ha officiato un vero e proprio matrimonio valido a tutti gli effetti.
Nada Loffredi docente di Psicologia presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma è anche psicoterapeuta ed esperta in sessuologia clinica. Anche lei ci ha confermato che sono state molte le persone spinte da un desiderio vero di intraprendere un percorso matrimoniale al buio. “I nostri test di compatibilità di coppia si sono rivelati validi e molti servivano anche a scongiurare il pericolo di possibili patologie sessuali“. La dottoressa Loffredi ci svela che la prevalenza dei concorrenti che si sono presentati era maschile e le città più rappresentate sono state Roma e Milano. “Abbiamo dovuto fare una selezione molto accurata delle oltre 2000 persone che si sono presentate per arrivare alle 3 coppie che adesso stanno partecipando al docu-reality“.
Quando chiediamo alla sessuologa se ci sono stati casi particolari che l’hanno colpita ci risponde: “sono rimasta impressionata da una ragazza giovane, aveva solo 22 anni, molto bella e motivata. Ma abbiamo avuto dei forti dubbi per inserirla nella lista proprio a causa della sua età. Tutto questo nonostante il target di riferimento del docu-reality fosse dai 20 ai 45 anni. Ma ci rimaneva difficile pensare che una ragazza non poteva avere una prospettiva di vita sentimentale autonoma“.
La persona più anziana invece di quelle che si sono presentate era un uomo di 43 anni. Ma la dottoressa Loffredi ci rivela ancora un altro particolare: “abbiamo dovuto scartare anche un giovane nel quale avevamo molta fiducia e che pensavamo avesse potuto arrivare fino in fondo. Ma aveva una madre troppo ingombrante e questo poteva creare dei problemi per una futura convivenza“.
Il sociologo Mario Abis concorda con i suoi colleghi e conferma che si è trattato di un lavoro di ricerca di “affinità elettive” molto delicato ma che però sta dando i propri frutti.
Matrimonio a prima vista è un docu-reality di 8 puntate più una the best of in onda su Sky Uno il giovedì in prima serata.
Buongiorno a tutti,
Sono Andrea e volevo capire e sapere come fare per poter accedere alle selezioni di una prossima edizione.