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Giletti parte dall’addio di Raffaella Carrà al talent The Voice. In collegamento Vittorio Feltri, a cui Giletti chiede se si senta responsabile di questo addio, in seguito a un articolo critico nei confronti della Carrà. In studio Enrica Bonaccorti e Giancarlo Magalli, secondo cui il pezzo potrebbe aver suggerito una riflessione. Per la Bonaccorti invece, l’articolo era inelegante.
Ne emerge che tra la Bonaccorti e Feltri ci fosse un precedente, avendola il giornalista definita “ridicola”: e ora, dopo averle ripetuto ancora una volta che è “ridicola”, spiega che a The Voice ha visto una Carrà senza guizzi. Ma se dovesse tornare in tv, ne sarebbe contento.
Giletti ripropone un’intervista della showgirl rilasciata a Minoli negli anni ’80, in cui già si poneva il problema dell’addio. Il conduttore introduce Platinette in collegamento: “Ho trovato la lettera di Feltri affettuosa, perché esprmeva come tutti noi vorremmo che i miti non invecchino. Il problema è che non quelli come Raffaella, le aspettative sono sempre troppo alte”.
La discussione va avanti, e Giletti manda in onda la consegna del tapiro d’oro da parte di Staffelli: la Carrà infatti, aveva detto che in Iran le donne non possono né studiare né fare una vita normale. Si ragiona pure sul fatto che invece, le gaffe di Bongiorno erano considerate un valore aggiunto: maschilismo dunque, in quelle tante righe scritte per la gaffe della conduttrice?
La puntata è praticamente articolata per intero sull’articolo di Feltri, per di più senza la presenza della diretta interessata. Di fatto, si discute intorno alla sua riflessione del direttore di Libero, che non viene appoggiato solo dalla Bonaccorti , la quale ritiene che la Carrà non sia criticabile.
Intanto, sono state intercettate anche la Venier e Luxuria. In studio Magalli chiarisce un concetto a cui la Bonaccorti non vuole adagiarsi: “Gli errori si fanno, ma bisogna sapere dove vai a lavorare. In Italia c’è un talent, che non nominiamo perché non è della Rai, che è il migliore: gli scarti di là poi vanno nel secondo, e poi nel terzo eccetera. Ci sono troppi talent, perciò si finisce per forza a fare un prodotto di serie b”. A tal proposito, è stata intervistata anche Anna Tatangelo: la cantante sostiene che la vicenda le ricorda il caso di Totti, accantonato perché “vecchio” eppure ancora in grado di dimostrare di essere un campione. Feltri risponde che l’analisi è approssimativa: nessuno mette in dubbio Totti, ma il campione, proprio perché non più giovanissimo, gioca solo per dieci minuti.
Le telecamere del programma sono andate anche a casa di Renzo Arbore, che ha ricordato la volta in cui la showgirl e conduttrice gli chiese un consiglio su come comportarsi nel gestire le telefonate, all’epoca senza filtro, che arrivavano in diretta.
Tra i tanti momenti televisivi, viene ricordato quello in cui la Carrà se la prese pubblicamente con un giornale che pubblicò le immagini di lei che entrava nella clinica in cui era ricoverata la madre. La Bonaccorti ripercorre anche la esperienza, quando annunciò di essere incinta.
In conclusione, il siparietto comico a sanremo con Luciana Littizzetto e una dichiarazione rilasciata a Tv Talk lo scorso aprile: nel programma di Rai 3, la Carrà aveva detto di volersi mettere alla prova come autrice, lasciando altri davanti alla telecamera. A questo punto la domanda nasce spontanea: c’è un giovane che può seguire le orme della Raffa nazionale? Per la Bonaccorti il più bravo è Alessandro Cattelan, mentre Magalli vedrebbe bene la Raffaele. Platinette invece, pur in un ambito diverso, elogia il laboratorio di Made in Sud.
La puntata si conclude qui, appuntamento a domenica prossima.
Polemica utile solo ai fini televisivi. Ho smesso di vedere The Voice quando non sono riuscita più a sopportare le scicchezze di Dolcenera. L’edizione più bella x me è stata quella con Pelù, J Ax, Noemi e naturalmente la Carrà