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Dunque potrebbe rivedere la luce il noto radioshow, andato in onda per ben 13 anni, dal 3 luglio 1966 all’8 luglio 1979, una pietra miliare della radiofonia Rai, inventato come altre trasmissioni dell’epoca dagli allora dirigenti radio, Luciano Rispoli e Maurizio Riganti, che ha compiuto 50 anni precisi dalla sua nascita.
Il nostro appello ha avuto moltissime adesioni positive di lettori, ascoltatori radiofonici e personaggi del mondo dello spettacolo. Sono arrivate al nostro sito anche proposte, rivolte a Carlo Conti, di come far rivivere un’operazione del genere.E la proposta più gettonata è stata la seguente: partendo dal programma storico che resterebbe inalterato, arricchirne la messa in onda con ricordi, testimonianze e commenti e, magari, introdurre la voce narrante, puntata dopo puntata, di un personaggio diverso. Insomma realizzare unGran Varietà 2.0 gradito da un pubblico che ancora ama questo genere.
Ci hanno risposto, come dicevamo, anche molti personaggi del mondo dello spettacolo. Tra gli entusiasti, Lando Buzzanca, che partecipo dal 1970 – dopo il successo televisivo dello spettacolo Signore e Signora, in cui era al fianco di Delia Scala, guarda caso un varietà sempre scritto dalla collaudata coppia Amurri e Jurgens, per varie serie, esattamente dall’aprile 1970, quando, dopo Walter Chiari, tornò a condurre Gran Varietà Raimondo Vianello, già presentatore nel 1967.
Ecco cosa ha dichiarato Buzzanca: “Sono molto favorevole a riportare in Radio Gran Varietà, un’ottima idea. Io iniziai a partecipare al programma nella serie, che iniziava ad aprile e terminava a giugno, in cui, ahimè, – siamo nel maggio 1970 – Walter Chiari fu arrestato. L’esperienza che doveva durare poco, si è prolungata e sono rimasto per altre tre serie consecutive. Purtroppo, in seguito, ho dovuto lasciare perché il cinema mi richiedeva insistentemente. Infatti gli anni tra il 1970 ed il 1980 sono stati per me i più proficui, anche se poi sono tornato a Gran Varietà come presentatore nel 1974, nel periodo in cui la trasmissione raggiungeva il traguardo delle 400 puntate. Adesso, però, sono pronto a tornare. Sono io a fare un appello a Carlo Conti: ‘Carlo, se vuoi, per la radio sono sempre pronto’”.
Entusiasta dell’idea di riproporre Gran Varietà anche l’attrice Paola Minaccioni, uno dei personaggi di spicco e una delle attrici televisive e teatrali più brave e talentuose di questi anni, che fa parte di un’altra trasmissione radiofonica: Il Ruggito del Coniglio, che da vent’anni gode di un successo unico, condotta da Antonello Dose e Marco Presta. Ecco cosa ha dichiarato la Minaccioni: “A dire la verità, mi ricordo ben poco di Gran Varietà, perché all’epoca ero piccolissima. Ho scoperto questo programma dopo, riascoltando degli sketch che la radio proponeva. Un vero evergreen, questo show radiofonico ha segnato un’epoca, ha lasciato il segno. Gran Varietà fu qualcosa di innovativo, non c’erano trasmissioni uguali dello stesso genere. Oggi purtroppo è tutto più difficile, c’è difficoltà ad affermare le proprie idee, la radio come la tv sono troppo generaliste e si tende ad uniformare il mercato. Io sono del parere che Il ruggito del coniglio è considerato il Gran Varietà degli ultimi 20 anni, per gli ascolti e perché è il più seguito tra i programmi radiofonici attuali. Non ce ne sono di pari”.
Gran Varietà, che era stato pensato come uno spettacolo d’intrattenimento per le tredici domeniche estive, ebbe talmente tanti ascolti già nelle prime puntate, che i dirigenti se ne guardarono bene di interrompere la sua programmazione: era un po’ come la gallina dalle uova d’oro. E così di anno in anno, di successo in successo, di gradimento in gradimento dalle iniziali 13 trasmissioni, la rivista radiofonica, molto divertente, scritta da Amurri e Jurgens e successivamente anche da Dino Verde, superò brillantemente il traguardo delle oltre 600 trasmissioni.