{module Pubblicità dentro articolo}
Si parte dalla Puglia, dal Teatro Petruzzelli di Bari. Inaugurato nel febbraio 1903, nel ’91 venne distrutto da un incendio: Giacobbo si reca all’interno per scoprirne tutti i segreti. In particolare si sofferma sulle mattonelle, perché quelle che sembrano più nuove in realtà sarebbero le più antiche.
La capienza iniziale era di 2000 persone, in quanto era nato “per la gente”: in seguito invece, sarebbe diventato uno dei più importanti. Utilizzato da Franco Zeffirelli per girare con Liz Taylor, vi si esibì anche Frank Sinatra. Per Il giovane Toscanini, Zeffirelli trasformò il foyer del teatro nell’interno di una nave.
Mano a mano Giacobbo comincia ad entrare nelle stanze il cui ingresso è vietato ai non addetti ai lavori. Si sale sulla graticcia. Naturalmente il conduttore non si fa sfuggire la leggenda del fantasma, secondo cui nel teatro si aggirerebbe il fantasma di un americano che vi si suicidò.
Antonio Manzari, capo macchinista, gli racconta che prima dell’incendio il teatro era tetro: lui stesso non si aggirava in stanze particolarmente buie. Non solo: Manzari trovò per coincidenza una stanza segreta in cui erano custoditi documenti storici firmati da Mussolini e dal re Vittorio Emanuele III. Purtroppo però, l’incendio distrusse la stanza e il suo prezioso contenuto tre giorni dopo.
Ma l’interrogativo di questa edizione di Voyager è capire capire l’apporto degli italiani nel mondo: si passa così dall’invenzione dell’acqua di colonia al cono gelato, dalla pizza al caffè, dalla plastica al vecchio prototipo di computer. Per illustrare il concetto, Giacobbo ricorre a un aiutante a cui, di volta in volta, toglie ogni prodotto creato da un italiano.Sono state numerosissime le invezioni degli italiani: funicolare, termometro, ferro da stiro, occhiali, la produzione di carta in larga scala, la lampadina, il calendario, persino le note musicali e gli spartiti. Per non parlare delle onde radio di Marconi, senza le quali non ci sarebbero né tv né wifi.
A proposito di italiani che hanno cambiato il mondo, si passa alla figura di Ettore Majorana. In procinto di imbarcarsi su un traghetto, del grande fisico teorico si persero completamente le tracce nel 1938: l’ipotesi del suicidio non è stata suffragata da alcuna prova, mentre per alcuni potrebbe aver fatto spatrire le sue tracce rifugiandosi in convento. Non vi sono però prove nemmeno di questo, in quanto il corpo non è mai stato trovato.
Esistono delle lettere che lo studioso avrebbe lasciato; gli scritti però, secondo alcuni esperti, non risponderebbero al pensiero dell’uomo.
Rolando Pelizza racconta a Giacobbo che Majorana avrebbe inventato una macchina che, con soli 40 vatt di energia, avrebbe prodotto un calore di 800 gradi: Pelizza sostiene di aver effettuato delle sperimentazioni, rifiutandosi però di divulgare i risultati su una macchina tanto distruttiva. L’appello dell’uomo è che la si possa realizzare in un ambiente protetto dalle autorità.
È italiana la scoperta delle onde gravitazionali, previste da Einstein nel 1915.
Ci spostiamo ora a Boville Ernica, in provincia di Frosinone: qui è presente un reperto antico, la prima rappresentazione della natività.
Si passa ora ai Bronzi di Riace, recuperati dal fondale da più di 2000mila anni. Nella denuncia del ritrovamento è stato scritto di un “gruppo di statue”. Non si sa se la nave che li trasportava fosse affondata o nse, in alternativa, le statue siano state gettate in mare per alleggerire il carico.
Dalla Calabria, Giacobbo si reca a Roma, davanti Castel Sant’ Angelo. L’edificio è in onore all’Arcangelo Michele, che avrebbe salvato la città dalla peste.
Castel Sant’Angelo è legato anche alla fuga rocambolesca di Benvenuto Cellini, imprigionato nelle segrete per un furto che in realtà non aveva commesso. Dopo essersi occupato del “passetto” che unisce l’edificio fino a San Pietro, Giacobbo si concentra sulle reliquie di San Pietro. La tomba dell’Apostolo era una fossa nel terreno, cioè la toma di un povero pescatore di Galilea: nessuna delle tombe che vennero scoperte infatti, si rivelò essere quella di Pietro.
Elmetto in testa, si scende nei sotterranei. Siamo a 25-30 metri sotto terra: la capitale offre lo spettacolo di un lago di acqua limpida, dai riflessi verdi.
La puntata si conclude qui, appuntamento alla prossima edizione.
Adoro questo programma televisivo,e molto istruttivo e chi lo presenta fa rivivere quelle scoperte di un tempo