Accanto alla Seigner c’è l’attore Mathieu Amalric. E la caratteristica è la presenza sul set di sue soli interpreti.
La storia inizia con Thomas un regista teatrale alle prese con una serie di provini per la ricerca dell’attrice a cui affidare il ruolo di Vanda nel suo adattamento per le scene del romanzo Venere in pelliccia di Leopold Von Sacher-Masoch.
Un giorno, quando oramai il tempo che le audizioni era ampiamente scaduto, si presenta in teatro una giovane attricetta di nome Vanda. Thomas la valuta subito: è assolutamente inadatta a ricoprire quella parte. L’unico filo rosso che la lega al personaggio del romanzo è il nome Vanda che hanno in comune.
Ma la giovane insiste per essere ascoltata e messa alla prova. Alla fine il regista cede ed assiste ad una vera e propria metamorfosi di Vanda. Bastano poche battute per ricredersi sul conto dell’attrice e addirittura convincersi che nessun’altra potrà avere il ruolo di Vanda perchè nessun’altra può aderire come lei al personaggio. Ha così inizio un sottile e ambiguo gioco a due che sfocia in un altrettamto sottile gioco di seduzione. Thomas è sbalordito della performance di Vanda perchè ha trovato in lei tutto ciò che lui odia profondamente, in primis la volgarità. Ma non riesce a staccarsi da quella donna e soprattutto dalla sua recitazione.
Tutto il cinema di Polanski è incentrato sull’ambiguità della vita e sul degrado che spesso si nasconde dietro apparenze di rispettabilità. Proprio come Vanda che incarna tutto il peggio, secondo Thomas.
Sulla scena si mescolano sentimenti di varia natura. Ma Polanski non perde mai di vista le atmosfere da commedia che percorrono la storia pur nei suoi momenti più intensi e drammatici.
Polanski, in questa occasione, sfruttando le potenzialità recitative di due attori come Seigner e Amalric, documenta, in tutte le sfumature possibili, l’incrocio tra sadismo e masochismo.
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Ma l’importante aspetto di Venere in pelliccia è la capacità del regista di mettere a nudo non solo i corpi ma soprattutto le anime tormentate e torturate da una rappresentazione quotidiana ben più impegnativa: quella della vita.
Dopo il quartetto di Carnage Roman Polanski torna con un duo ad affrontare un testo teatrale; se infatti di base all’origine c’è il libro omonimo datato 1870 il film è l’adattamento per lo schermo di uno spettacolo di David Ives.