Il programma parte all’improvviso, mostrando il pubblico di Vasco Rossi, i suoi fan, che sono pazzi per lui. Lo stesso artista è allibito perché molti affrontano dei lunghi viaggi pur di vedere un suo concerto. Spezzoni di concerti, anche quello dell’Olimpico, dove c’è un rapporto molte forte tra Vasco sul palco e i giovani in platea che cantano a memoria tutte le sue canzoni.
Ma come si vive un concerto cosa c’è prima, la famosa attesa? L’emozione è forte e c’è tanta adrenalina. Ma per Vasco Rossi cos’è un concerto? “E’ il momento topico. So perfettamente con che cosa inizierò, ma non lo dico. Nei miei concerti mi metto a nudo. Tante volte mi sembra di avere solo io dei problemi. Poi mi rendo conto che il pubblico ha gli stessi problemi. E allora mi sento meglio. Con il mio pubblico ho un discorso diretto, racconto le cose che sento veramente, confesso delle debolezze, delle cose che ho e loro se le ritrovano dentro perché le hanno già. Io racconto quello che racconterebbero loro se avessero lo stesso strumento che ho, che è quello di scrivere canzoni. Io canto sempre come se cantassi per un’anima sola, l’anima umana, quella che hanno tutti”.
Il programma si snoda tutto fra interviste che Giorgio Verdelli fa a Vasco Rossi, video di canzoni tratte dai suoi concerti romani, addirittura video d’epoca della rock star agli inizi della sua carriera. Allora conosciamo gli uomini della sua band, il regista del suo spettacolo, la responsabile del back stage, Laura Palestri, che dichiara: “E’ineguagliabile, esiste Vasco e basta nella sua unicità”.
Il titolo del programma è appropriato: Le quattro giornate di Vasco. Giorgio Verdelli ci fa vedere quello che accade prima, durante e dopo ogni concerto di Vasco Rossi: nessun calo di pubblico, anzi ogni giorno i fan sono costanti se non ancora più numerosi ad ogni concerto.
Ma in realtà, come tiene a precisare Verdelli, i giorni sono cinque, perché ci vengono mostrate le prove “zero” a Lignano, le prove generali. Vasco Rossi ci tiene a ribadire che i componenti della sua band non sono dei balordi: “Sia a me che ai musicisti ci consideravano dei balordi, ma qui c’è gente che ha speso una vita per suonare la chitarra in quel modo lì”.
Tante le canzoni che abbiamo ascoltato, dalle più famose come Come vorrei, Ti prendo e ti porto via, Rewind, Un senso, Accidenti come sei bella, C’è chi dice no, Vita spericolata, Senza parole, Albachiara, a quelle meno famose come Sono innocente, Guai, E adesso tocca a me, L’uomo più semplice.
Vasco Rossi può contare su un pubblico trasversale che lo segue: da quelli che hanno 15 anni fino a quelli che ne hanno 50, insomma un pubblico di più generazioni in delirio a cui piace il genere di musica che fa.
Tante sono state le persone intervistate nel programma e tutti concordano che il Bòasco è il rock in persona. Qualche dichiarazione? Eccola. Gaetano Gurreri degli Stadio: “Ogni concerto di Vasco è una grande emozione. Ti fa capire perché gli stadi sono sempre pieni. Ogni volta ti stupisce”. Emma: “E’ un rocker vero”. Nicola Savino: “Andare a vedere Vasco in platea è come vedere una bella ragazza dietro un vetro. Lo devi rompere. Io ad un suo concerto ho ballato ed ho pianto di gioia e di emozione”. Vinicio Capossela: “C’è la ribellione della gioventù contro la morte nella musica di Vasco. Le sue canzoni sono anche un omaggio alle donne”. Samuele Bersani: “Suonare live è una prova di verità. E’ come una casa vissuta non ordinata. Ho incontrato Vasco poche volte, ma è il mio punto di riferimento”. E poi c’è il popolo di Vasco, i suoi fan per i quali è un idolo e alcuni potrebbero pure, avvicinandolo, svenire, oppure non dire niente, guardarlo solo.
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In questa trasmissione abbiamo conosciuto il Vasco Rossi nascosto, quello che ha iniziato la sua carriera a Zocca, sua città natale facendo il dj, abbiamo appreso che nel 1993 Pino Daniele, suo fan, ha suonato la chitarra, accompagnandolo nella canzone Hai ragione tu (nel 2015 poi Vasco Rossi in un concerto a Napoli gli ha reso omaggio ricordandolo). Il Vasco Rossi che ha ricordato dopo la sua morte Marco Pannella che stinava moltissimo, “un uomo che non aveva paura di nulla e che continuerà a vivere dentro di noi”. Ma abbiamo conosciuto anche un Vasco Rossi descritto da Roberto Giacobbo: “Chi è Vasco? Un uomo normale? No, è l’homo Vascus, distribuito su tutto il pianeta. E’ tra di noi e raduna folle oceaniche”. Insomma questo Vasco piace a tutti: abbiamo conosciuto di lui varie sfaccettature del suo carattere, abbiamo potuto vedere cosa si prova prima, durante e dopo un suo concerto, abbiamo visto storie incrociate di padri, madri, giovani fan, musicisti, tutti con la passione per il Vasco. Che dire dopo 4 giornate allo Stadio Olimpico cariche d’intensità? Come dice il titolo di una sua canzone si rimane… Senza parole, in attesa di un prossimo concerto che sicuramente scatenerà, come sempre, i fan.
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