A tra poco con la diretta.
The Blue Lion Group è un’azienda che dichiara di fornire grandi compagnie di trasporti aereo-marittimi. Il gruppo ha contattato alcuni fornitori chiedendo prodotti, che però non ha mai pagato. La società fantasma è riuscita a rubare milioni di euro di merce.
Sollecitati dai fornitori, i responsabili della Blue Lion hanno inventato calunnie sulla merce, definendola in alcuni casi avariata, ed ha lasciato con profili fake recensioni negative sui loro social.
Nessuna delle sedi legali del gruppo risulta però attiva o reale. Risalendo ai trasportatori, l’inviato de Le Iene arriva a casa dell’Amministratore delegato. Il “vecchietto” dichiara di essere ricoverato all’Ospedale Gemelli e si rende più volte irreperibile.
Nel frattempo però uno dei trasportatori coinvolti, dopo essersi dichiarato ignaro complice, decide di andare dai carabinieri per denunciare l’accaduto.
Si passa a parlare di reddito di cittadinanza. Patrizia è una donna che vive presso i dormitori della Caritas. Desiderava aprire un proprio ristorante e c’era riuscita, ma avendolo lasciato in gestione per problemi di salute l’ha ritrovato pieno di debiti. Christian è un trentenne che fa grandi scorte di cibo perchè sa che ci sono periodi in cui non avrà lavoro e non potrà comprare da mangiare. Rosaria ha dei figli ed è sola, casa sua è stata pignorata e venduta all’asta, l’ex marito non le passa gli alimenti. Alì lavorava in un’azienda, che però poi è fallita e da allora fa il traslocatore per sfamare i quattro figli.
Tutti loro sperano che il reddito di cittadinanza sia risolutivo. I requisiti per l’ammissione sono molto rigidi ed il rischio è che i lavori offerti siano molto lontani da casa (da 100 km a tutta Italia).
La normativa però è ancora in fase di sviluppo, nonostante da domani sia possibile presentare domanda al CAF.
Ennio Rigato era il braccio armato della Mala del Brenta. Nel 1993, in una banca, nel corso di una rapina ha ucciso un poliziotto.
Maurizio Cesarotto era uno degli agenti di polizia che si sono trovati a passare davanti alla banca quel pomeriggio e che hanno visto movimenti sospetti.
All’uscita dei rapinatori e degli ostaggi, nonostante la resa dei poliziotti, Ennio spara. Maurizio viene ferito, il suo collega Loris viene ucciso. Ha solo 28 anni. Ennio ride e si compiace di aver ammazzato.
Maurizio rimane sulla sedia a rotelle da quel giorno, ma non riesce a dimenticare.
Ennio è uscita ora, dopo 23 anni, con uno sconto della pena per buona condotta. Cercato dalle Iene rifiuta però di commentare l’accaduto.
Cristian ha un’avventura con una ragazza, ex fidanzata di un suo compagno di classe del liceo, Marco. Poi la relazione finisce e la ragazza torna con Marco. Gli racconta di Cristian e lui inizia a mandargli messaggi insultandolo e minacciandolo. Qualche tempo dopo i due si incontrano, ma la situazione sembra più tranquilla.
Una sera si ritrovano nello stesso locale. A fine serata Cristian saluta tutti per tornare a casa. All’improvviso sente il rumore di una bottiglia rotta e dopo una colluttazione Marco gli squarcia il collo con il vetro.
Ci vogliono 10 punti interni e 10 punti esterni per salvare Cristian. I carabinieri che lo soccorrono però sminuiscono l’accaduto. Marco pubblica su Facebook la foto dei suoi vestiti macchiati di sangue accompagnati dalla frase “Ricordi felici”.
Cristian contatta Marco per essere sicuro che non riaccadrà, ha paura. Marco non è minimamente pentito e lo minaccia pesantemente, si rammarica di “non aver finito quello che ha iniziato”.
Passano sei mesi, ma le forze dell’ordine non fanno nulla per proteggere Cristian. Filippo Roma raggiunge Marco e gli chiede di commentare i messaggi mandati a Cristian. “Sai che le parole rimangono parole” – risponde lui.
Marco nega di aver accoltellato Cristian – nonostante ci siano 3 testimoni – ed accetta di incontrarlo. “Mi state accusando di tentato omicidio, fate quello che dovete fare” – afferma lui.
Filippo e Cristian vanno quindi dai carabinieri. Gli ufficiali affermano di non avere una denuncia, che sarebbe però dovuta partire d’ufficio. A Cristian era però stato detto che le indagini stavano procedendo. C’è qualcosa che non torna nella vicenda e Cristian decide di ricorrere alle vie legali.
Willy Branchi è stato ucciso a soli 18 anni in maniera davvero cruenta, con una pistola da macello. Antonio Monteleone indaga sulla vicenda.
Carlo Selvatico è indagato. Patrizio Mantovani incontrò Willy quel giorno, ma nega di sapere. Don Tiziano Bruscagin, il parroco, ha fatto i nomi dei possibili assassini, ma poi ha ritrattato. Oggi è tra gli indagati. Il sarto, Rodrigo, e sua moglie potrebbero aver visto qualcosa quel giorno perchè abitavano proprio vicino al luogo dove Willy sarebbe stato rapito e/o ucciso.
Goro ha soli 3000 abitanti, possibile che nessuno sappia? Dal 1990 l’unico presunto responsabile è stato assolto e fino al 2013 non si è scoperto nulla. Poi è emersa la verità su un giro di festini sessuali, a volte anche pedofili. Willy probabilmente sarebbe stato coinvolto nel giro. Rifiutandosi di continuare a farne parte, potrebbe dunque essere stato ucciso.
Alla fine degli anni ’80 l’omosessualità era ancora tabù ed i festini erano organizzati per dar libero sfogo agli impulsi. I ragazzi più giovani erano pagati per avere rapporti sessuali. Willy poteva dunque essere rimasto coinvolto in un gioco perverso e pericoloso.
Prima di ritrattare, Don Tiziano aveva confessato di sapere che Willy era l’amante di un uomo sposato di Goro. Il sarto del paese avrebbe confermato tale versione, ma ha paura di essere anche lui vittima degli assassini e oggi rifiuta di confermare.
Intercettati, Don Tiziano e Rodrigo svelano diversi particolari di quella notte. Sono spaventati e decisi a non dire nulla, ma allo stesso tempo si lasciano sfuggire elementi importanti. Willy sarebbe stato coinvolto anche in un giro di droga e l’avrebbe spacciata lui stesso.
Il giorno di Natale 2018 è stato ucciso Marcello, fratello di un pentito della ‘Ndrangheta. Questi omicidi sono scientifici, nulla è lasciato <l caso, neanche la scelta del giorno.
Il paese Rizzicoli è “dominato” dalla cosca Crea. Antonio Crea, il malandrino, è in libertà ed è una figura di spicco della cosca. Nessuno vuole parlare, hanno tutti paura delle ripercussioni. Il procuratore Gratteri ci spiega le regole del controllo del territorio.
Si parla di baby gang. A Napoli i ragazzi, non ancora adolescenti, si trovano coinvolti in giri più grandi di loro. Non hanno campi da calcio, il loro dopo scuola è la piazza, dove giocano come possono. A mano a mano che crescono prendono come riferimento i ragazzi più grandi di loro e vengono naturalmente instradati nella piccola e grande criminalità.
“In strada si cresce prima” – raccontano i bambini a Golia. Si inizia con lo spaccio, per poi salire di livello. Sempre più su, fino ad essere chiamati “per far male” a qualcuno.
La scuola potrebbe essere la salvezza di questi bambini, ma gli “scugnizzi” vengono considerati diversi anche a scuola. Molti non ci vanno nemmeno, sono presenti solo pochi giorni l’anno.
Viene mandato in onda uno scherzo ai danni di Giuliano Sangiorgi. Il cantante ha paura dei cani. Complice Andrea, uno dei membri dei Negramaro, viene portato un pastore tedesco nello studio di registrazione. Andrea deve badare al cane perchè il suo padrone ha avuto un’urgenza.
Il cane si dimostra meno mansueto del previsto: addenta lattine di redbull, si slega e salta addosso ad Andrea. Questo finge di rifugiarsi in bagno ed urla a Giuliano di telefonare al padrone e di avvertirlo che il cane è ingestibile.
Il padrone, quando sa che il cane ha bevuto la redbull, si infuria. Giuliano è sconcertato ed impaurito. Il cane accende lo stereo. Andrea armato di asciugamani prova ad affrontarlo, poi urla. Sangiorgi lo chiama, ma lui non risponde.
Giuliano è sempre più spaventato. Gli viene svelato lo scherzo.
La puntata termina qui.