Massimo Giletti subito ricorda che domani, domenica 25 settembre, inizia L’Arena di cui è conduttore. Ci saranno come ospiti nella parte dedicata ai protagonisti Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Stellare il cast di artisti che partecipano allo speciale come vi abbiamo anticipato. Poi il giornalista parla del programma e subito snocciola 3 dati fondamentali: Mogol nella sua carriera ha scritto 1518 canzoni, è stato 135 volte in testa alle classifiche ed ha venduto ben 520 milioni di dischi in tutto il mondo.
Si era subito nel vivo con Eros Ramazzotti che canta: I giardini di marzo. Il pubblico lo accompagna e alla fine del brano si alza in piedi. Mogol ha regalato incredibili emozioni. E’ bello celebrare un grande della musica quando è ancora in vita ed ha ancora tanto da dare. Arriva, lui, il festeggiato (ha compiuto 80 anni lo scorso agosto) accolto da un pubblico pieno di entusiamo.
Mogol non aveva mai detto in precedenza che amava ed ama cavalcare con Terence Hill. “Don Matteo” entra in studio, dopo la visione di un breve filmato. Hill racconta la sua vita, di come ha trovato il suo buen retiro e di come non riesce a interpretare una parte che non gli sia congeniale. Mogol racconta la sua prima infanzia sotto i bombardamenti a Milano, particolari emozionanti: a Carugo, con mio padre andavo a prendere i gamberetti d’acqua dolce nei ruscelli della Brianza”. Pubblicità.
Arriva Giuliano Sangiorgi. Canta E penso a te. E poi “Il mio canto libero”. Interpretazione differente ma valida. Altri ricordi: quella volta in cui insieme a Lucio Battisti è andato a Roma a cavallo. Battisti non sapeva cavalcare. E Mogol: impara!. Hanno impiegato circa 24 giorni. Esiste un unico filmato che ha conservato gelosamente Mario Tessuto, per capirci quello lanciò Lisa dagli occhi blu.
Terence Hill svela che ora vive in Liguria e si trova bene. Il senso di fiducia tra cavallo e uomo è importante, dovrebbe essere trasferito nella vita reale. Poi Mogol chiede: che pensa un cavallo quando un uomo sale su di lui? Risposta: comando io o comamda lui. Hill ricorda l’amico e compagno di set Bud Spencer che arrivò casualmente e per tanti anni con i loro film hanno formato una coppia formidabile.
Arriva Gianni Morandi. Interpreta Canzoni stonate. Altri ricordi. Morandi spiega che Mogol lo chiamò per giocare al calcio. Il rapporto con la musica è venuto in un secondo momento. Mogol ha scritto Canzoni stonate alle 6,30 del mattino. Morandi attacca Marinaio e Mogol non se ne ricorda qualche parola. Apprendiamo da Giletti che la prossima settimana ci sarà anche Gianni Bella.
Morandi attacca “Vita” poi scopriamo che il cantante rifiutò, nel 1969 un brano di Mogol: La prima cosa bella. Anche Una lacrima sul viso ha il testo di Mogol.
Hill e Morandi escono tra acclamazioni e il delirio del pubblico.
Nina Zilli interpretra Insieme, un altro capolavoro.Pubblicità.
E’ il momento di Massimo Ranieri: canta Il mare del silenzio. Ranieri ricorda i tempi del Cantagiro: era il 1969 e Lucio Battisti partecipava con Acqua azzurra acqua chiara. Lui con Rose rosse. Quando vinse quest’ultima canzone dal pubblico si levarono fischi.
Si cambia registro e arriva Nek. Io non so parlar d’amore è un altro dei brani principi di Mogol, il poeta della canzone italiana.
Uscito Nek, Giletti ricorda la lettera che Mogol scrisse a Lucio Battisti, ricoverato in ospedale e oramai in fin di vita. La missiva fu consegnata ad una infermiera che la mise nelle mani del medico curante di Battisti. In collegamento dall’Asia dove attualmente vive, il dottor Del Santo svela che leggendo la lettera Battisti, vigile e cosciente, si commosse, pianse e depositò la missiva nel comodino accanto a lui.
Claudio Santamaria legge, subito dopo, la lettera che Adriano Celentano inviò a Lucio Battisti.
Loredana Bertè canta L’arcobaleno. Pubblicità.
Riccardo Cocciante viene presentato da Massimo Giletti. Canta Pensieri e parole, un brano che nessuno degli artisti interpellati, svela Giletti, voleva cantare per timore di confrontarsi con Lucio Battisti. Mogol è commosso: elogia Cocciante e dice: nessuno poteva farla meglio.
Arisa ha frequentato il CET(Centro Europeo Toscolano) fondato da Mogol. Canta Io vorrei, non vorrei… ma se vuoi.
Rita Pavone canta Eppur mi son scordato di te. La sempre energica cantante paragona Battisti al Giacomo Puccini della nostra musica. Il binomio Mogol- Battisti è irripetibile. L’immemsità altro brano “immenso” la Pavone lo canta con Gianni Morandi.
Dopo la pubblicità ritorna Eros Ramazzotti.Mogol racconta come si sono conosciuti e poi svela che, con la Nazionale Cantanti sono stati raccolti circa 90 milioni di euro per i bambini sofferenti. Ramazzotti canta Sbandando, scritta da Mogol e inserita nel suo ultimo disco.
Impressioni di settembre (interpretata dalla Premiata Forneria Marconi) viene proposta da Franco Battiato. Massimo Ranieri torna con Io vivrò (senza te). Canzone che oltrepassa le generazioni.
Edoardo Bennato è sul palcoscenico con Il tempo di morire.
Il binomio Mogol-Battisti è noto anche all’estero: viene mostrato un reperto storico francese televisivo in bianco e nero: Lucio Battisti canta in francese Il mio canto libero. Segue intervento di Gino Castando. E dopo Simone Cristicchi con Emozioni.
Lunga pausa pubblicitaria e dopo arriva Gino Paoli. Svela che Il cielo in una stanza la cantò lui a Mina che, però, non la apprezzò. Poi viene ricordato Luigi Tenco, morto suicida dopo essersi esibito con Ciao amore ciao al Festival di Sanremo del 1967. Paoli ricorda che Tenco non era cupo, era un ragazzo allegro. Probabilmente ha fatto una boutade e Dalidà era lì, dice. Secondo lui le parole di Ciao amore ciao non erano quelle presentate al Festival. Mogol svela che al funerale del giovane cantautore c’erano solo dieci persone. E dice anche di avergli sconsigliato di andare a Sanremo. Viene fatta riascoltare una parte di Ciao amore ciao.
Gino Paoli canta Se stasera sono qui. E si conclude la prima serata dedicata a Giulio Rapetti in arte Mogol.
L’appuntamento è per sabato prossimo.