Ecco le parodie realizzate dal padrone di casa per raccontare la più stretta attualità politica e sociale.
La puntata si apre con lo scandalo romano, l’arresto del presidente del consiglio comunale Marcello De Vito e con una intervista a Luigi Di Maio- Maurizio Crozza. “Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo cacciato De Vito a chilometri di distanza. E lo facciamo con Rousseau, la nostra piattaforma che noi abbiamo impostato con l’ironia” dice Crozza- Di Maio.
Rousseau pizzica Di Maio : rivoglio Di Battista. E Di Maio si arrabbia.
Arriva Maurizio Crozza con il monologo politico. L’argomento è Marcello De Vito che è stato immediatamente espulso dal Movimento 5 Stelle. Crozza se la prende con Di Maio che ha svealto di ispirarsi al Presidente Pertini. Il comico: se Pertini fosse stato vivo, non avrebbe mai permesso che un ministro si potesse sottrarre al giudizio della magistratura.
Parla del caso della nave Mare Ionio sequestrata per aver disobbedito agli ordini della Guardia di Finanza e aver fatto sbarcare 49 migranti. “Salvini guarda Le Iene, troverai che siamo un paese che trasuda criminalità e incongruenze da tutti i pori”. Poi: “Salvini vai a parlare di Europa e non fare sempre propaganda elettorale”. Crozza se la prende duramente con Salvini che dovrebbe dare la cittadinanza italiana non solo al bimbo che ha salvato i suoi compagni dal rogo del bus ma a tutti quelli che la meritano.
Dopo la pubblicità torna Crozza: PD e Forza Italia avevano presentato due mozioni di sfiducia nei riguardi del ministro Toninelli che sono state bocciate. Ma con grandi defezioni anche nei 5 Stelle. Il ministro ha annunciato anche una nuova riforma: la targa dell’auto diventa portabile. E Crozza diventa Toninelli.
“Noi lavoriamo ogni giorno 20 ore al minuto e siamo qui pancia a terra a fare video per dimostrare quanto facciamo. E ringrazio la giuria di qualità che mi ha votato”. “Mia moglie mi ha detto: Danilo sono 20 ore che parli al telefono: ma non ti sei accorto che è il telecomando?”. “Mia moglie mi dice sempre pirla per evitare che i successi mi diano alla testa”.
Il comico genovese torna a parlare della via della seta. E delle tappe italiane del Presidente cinese tra Roma e Palermo. “A questi ce si mettono una testa di cavallo in camera, pensano che sia la colazione a letto”, dice con la voce del Padrino. Battuta dura della quale chiede subito scusa ai cinesi.
Ed ecco Silvio Berlusconi seduto: “mi hanno tolto l’ernia, sono stati i cinesi. E noi potremmo invadere la Cina di pecorino sardo”. La parodia mostra il leader di Forza Italia molto obnubilato che si contraddice spesso e si addormenta”.
E, a proposito di pecorino sardo, non poteva mancare Flavio Briatore. “Il sardo comunica a testate. Il difetto del pastore sardo nella gestione del pecorino è che non riesce a trasformare il formaggio in un sogno. L’odore forte del pecorino lo chiamiamo foot fragrance. Il trasudo del pecorino è come Chanel numero 5 per la Monroe”.
Maurizio Crozza parla adesso del Congresso Mondiale della famiglia che si tiene a Verona. Vi partecipano personaggi reazionari, dice Crozza che credono che l’omosessualità si curi con un anti infiammatorio come l’Oki e vorrebbero un universo dove relegare tutti i gay.
Ma per capire a fondo questi argomenti ci vuole uno psicologo. Nessuno meglio di Massimo Recalcati.
“Quando nasce un bambino nasce un mondo. E le bambine fin da piccole sognano di sposare un imprenditore brianzolo”, pontifica Recalcati- Crozza. “La psicobanalisi ci ricorda che non è solo il sesso a distinguere un uomo da una donna. L’uomo spesso è più altro e pensa solo a cercare un parcheggio”. Ottima la parodia di Recalcati.
La puntata si chiude con il direttore Vittorio Feltri: “l’unico riscaldamento globale che conosco è quello dei miei zebedei. Chi è questa piccola Greta che vuole cambiare il mondo? E’ una poggiapiedi dell’Ikea con la faccia incazzata”. Ancora Feltri: “al Sud hanno una fisiologia diversa da quella umana, la sanità non funziona e quando si fa un trapianto, al posto dell’organo ci mettono un mattone, tanto è lo stesso”.
La puntata finisce qui. Arrivederci alla prossima settimana.