A tra poco con la diretta.
“Tutto cambia. A chi non è successo almeno una volta? Almeno di pensarlo” – così Lunetta Savino ci presenta “Todo cambia”, nuovo programma di Rai 3.
La prima storia è quella di Davide. Davide Cerullo è stato “rimesso al mondo da parole semplici”.
Davide nasce a Scampia, nono di quattordici fratelli. La sua è una famiglia povera, il padre è pastore. Non va a scuola, passa le sue giornate in strada e viene utilizzato dalla Camorra per trasportare droga. Gli piace fare quella vita, si sente “omm” (uomo), è gratificato.
I fratelli per evitare il peggio lo portano a Cassino. Un giorno però la polizia arresta sua madre. Anche lei fa parte della Camorra, si era unita all’organizzazione criminale per sopravvivere. Davide decide di tornare a Scampia, non solo per vedere la madre, ma per occupare il suo “posto”.
La seconda storia è quella di Paola. Nasce ad Ivrea e sin da piccola ama lo sport. Finite le scuole si iscrive alla facoltà di economia, spinta dalla famiglia, ma nel profondo sa che quello non è il suo destino – lei si sarebbe iscritta all’ISEF. Si laurea ed è assunta da una importante società, si trasferisce a Milano ed inizia a lavorare a pieno ritmo. Non si sente però di aver compiuto qualcosa di importante per il mondo, vuole scappare, vuole essere se stessa.
Si licenzia, torna ad Ivrea ed ha aperto una società di organizzazione di eventi sportivi. Purtroppo le entrate non sono però sufficienti e quindi poco è costretta a chiudere.
A Davide viene affidata una delle piazze di spaccio di Scampia. Sta facendo carriera, mira a diventare boss. Cresce in lui La sua rabbia si trasforma in violenza. A 16 anni lo arrestano per la prima volta e chiede di essere ammanettato. “Tu non sei nessuno” – gli risponde il poliziotto. Queste parole lo colpiscono. Il giorno dopo cerca un giornale per vedere se c’è “la sua faccia” sul giornale, ma non la trova. Guadagna sempre più rispetto nella criminalità organizzata, ma non è dovuta a meriti, è semplicemente timore.
Un giorno due scagnozzi di una banda opposta tentano di sparargli, lo inseguono, si trova in trappola. Gli sparano alle gambe. Uscito dall’ospedale, viene portato a casa del boss, che gli dice: “Non ti preoccupare, siamo la tua famiglia”.
Si torna alla storia di Paola. Dopo il fallimento della sua società, è triste. Va a pagaiare in kajak con una sua amica e riflette sul suo futuro. Ha improvvisamente una visione, capisce cosa vuole fare davvero nella vita.
“Ho deciso cosa voglio fare. Ho deciso che voglio fare il giro del mondo in bicicletta” – rivela.
Si rende conto che per battere il record esistente dovrà pedale per circa 30000 km in meno di 152 giorni. Inizia ad allenarsi duramente, ma calcola che per portare a termine la sua missione le serviranno 50000 euro. Scrive a 4000 sponsor, ma – nonostante ammirino tutti il suo progetto – nessuno la finanzia.
Davide finisce in carcere, a Poggio Reale. Sulla sua branda trova il Vangelo e ritrova il suo nome. Quelle pagine gli raccontano la storia di un Davide liberato dalle catene. La Camorra gli aveva annullato l’identità, dandogli persino un nuovo nome, il suo soprannome.
Davide inizia ad intravedere la possibilità di un futuro diverso, ma tornato a Scampia riprende la “vita infame” di sempre. Nasce però in lui il senso di colpa, inizia a ritrovare la sua umanità.
Se ne va lasciando tutto, anche i suoi soldi. Si trasferisce a Modena, fa un percorso, si sveglia presto la mattina e va a lavorare.
Ripensa alla sua vita e piange. Si è salvato.
Un giorno passando davanti ad un’edicola vede “La religione del mio tempo” di Pasolini. Lo compra e lo legge. E’ proprio questo testo ad insegnarli il potere salvifico della parola, Pasolini gli rende più chiara la via, lo libera dal camorrista che è in lui.
Non può cancellare il suo passato, ma decide di riscattarsi attraverso la fotografia. Ritrae bambini per ritrarre il bambino che non è stato. I suoi ritratti vengono notati ed in Francia viene organizzata una mostra delle sue opere.
Paola inizia il suo percorso. Si concentra sull’obiettivo, parla alla riga bianca della strada come ad un’amica. Dopo 4000 km capisce di potercela fare.
Tutti i giorni trova ostacoli, si stanca, ma non si perde d’animo. Attraversa tutta l’America Latina. Il suo non è solo un viaggio fisico, ma soprattutto un viaggio interiore. Il mondo non ha più confini, la sua mente non li ha. Pensa ad i suoi affetti, piange per la stanchezza, ma una volta arrivata negli Stati Uniti si sente più forte. All’improvviso si trova per terra, dolorante, guarda il cielo.
E’ stata investita da una macchina, che le ha rotto la quinta vertebra cervicale. Un camion l’ha travolta, non si sa se potrà tornare a camminare. Passano due giorni prima che i medici le comunichino che la sua mobilità non corre rischi.
Non passa molto prima che Paola torni in sella alla sua bici e rinizia il suo viaggio. La sua avventura diventa un’impresa di vita. Inizia a dar peso ai contatti umani.
Quando torna ad Ivrea, alla fine del suo viaggio, trova moltissime persone ad accoglierla. Prima tra tutte suo padre. Paola ha trovato la sua felicità, ha vinto.
Non si fermano qui le sue imprese. Nel 2016 porta da Milano ad Oslo la petizione per la candidatura della bicicletta come Nobel per la pace; nello stesso anno diventa la donna più veloce ad aver attraversato i 48 stati degli Stati Uniti in 43 giorni.
Davide ha creato l’Albero delle storie, un luogo dove mamme e bambini giocano ed imparano insieme. Paola è diventata mental coach ed ora aiuta gli altri ad affrontare il cambiamento ed a superare i loro limiti.