Seguiamo insieme la diretta.
Paolo nasce a Napoli nel 1970 da Tina, allegra e solare e Sasa, un banchiere cupo e serio. Da sempre appassionato di musica e scrittura. La perdita dei genitori avviene in maniera traumatica nell’adolescenza.
All’inizio del suo percorso sceglie di seguire le orme del padre e si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio, ma ben presto si accorge che la sua strada è un’altra, il cinema.
Disordinato e ritardatario riesce a far leggere le sue sceneggiature al produttore cinematografico Nicola Giuliano.
Con il suo primo lungometraggio, del 2001 , L’uomo in più, iniziò il sodalizio artistico con Tony Servillo che continua tutt’oggi.
“Penso che la vita vada vissuta in maniera leggera, un continuo appuntamento con il gioco” sono queste parole di apertura del regista.
Cresce in una famiglia patriarcale e con suo padre non ha mai avuto un rapporto affettuoso. Andando avanti negli anni ha capito sempre più l’importanza del contatto fisico, dell’abbraccio.
Per tutta l’infanzia Paolo ha giocato nei campetti verdi e, tra un calcio al pallone e una risata, ha sviluppato la sua fantasia.
“Per me quei giardini sono stati una palestra”.
Ma anche l’amore per il calcio, per il Napoli e soprattutto per il calciatore Diego Armando Maradona non l’hanno mai abbandonato. Sorrentino un po’ rammaricato ammette di non aver mai conosciuto il suo idolo di adolescenza e allora la Carrà gli racconta un paio di aneddoti che riguardano direttamente il calciatore, come la volta in cui Maradona la supplicò di presentare Sanremo insieme o quando accettò di farsi ipnotizzare da due illusionisti nel programma “Hola Raffaella”.
Ma il regista è ossessionato da Maradona anche perchè, come dice lui, “mi ha salvato la vita”.
Per la prima volta, dopo anni di richieste, il padre aveva acconsentito a mandare Paolo, insieme ad un suo amico, a seguire il Napoli in trasferta ad Empoli, sfuggendo così al weekend nella casa in montagna. Se non che, quel weekend, i due genitori, per colpa di una stufa, morirono, avvelenati dal monossido di carbonio.
“Un dolore che mi ha sempre accompagnato.”
Dopo aver frequentato la scuola dei salesiani, esclusivamente maschile, Sorrentino frequenta il liceo classico dove si innamora della filosofia.
“Nella vita privata mi piace delegare. Mi piace lasciarmi guidare dalle persone”. In contrasto con il ruolo decisionale e di responsabilità che invece caratterizza la sua professione.
“Devo moltissimo a Daniela, mia moglie, sotto questo punto di vista, che mi supporta e sceglie insieme a me da ormai venti anni”
Altro ruolo importante lo ha avuto Tony Servillo, il suo alter ego artistico.
“Devo molto a lui, mi ha aiutato a crescere, a controllare la mia irascibilità” un ringraziamento all’amico Tony da parte del regista.
Ed insieme all’attore, il produttore, Nicola Giuliano che in un video dice : “Era disastroso come uomo di produzione, il lavoro ordinario non faceva per lui, ma a volte aveva dei colpi di genio stupefacenti.”
C’è ancora una forte emozione in Sorrentino a ricordare il primo articolo pubblicato su la Repubblica in cui comparve il suo nome. Il pezzo riguardava i più bei lungometraggi presentati al concorso di Bellaria.
Il regista pluripremiato è un pauroso e confessa al pubblico la sua paura più grande: i calabroni.
I suoi figli, Anna, 21 e Carlo,15, non amano il lavoro del padre e scherzosamente Sorrentino afferma “Neanche a me piace il mio lavoro, ma da giovane mi sembrava la cosa più facile da fare.”
Del suo lavoro di regista Sorrentino dice che : “La realtà e la verità sono noiose, lente e quindi vanno reinventate.” Per lui le biografie, le storie di vita vera, non sono importanti, ciò che è divertente è giocare con la fantasia “Rielaboro il falso, in maniera talmente falso, che finisce per sembrare vero.”
La Carrà gli domanda cosa pensa dell’America, luogo che ha visitato più volte e Sorrentino dice “Gli americani sono molto bravi a trasformare il loro senso di inferiorità nei confronti degli europei in superiorità.”
A Canne, il regista conobbe il celebre Sean Penn, che solo poco tempo dopo accettò di recitare nel film “This Must Be The Place” del 2011. Il famoso attore era completamente abbandonato a Sorrentino durante le riprese della pellicola al punto che, mentre Paolo suonava il pianoforte, Sean Penn gli girava lo spartito.
Sorrentino ammette di essersi sempre trovato bene sia con gli attori americani, che con quelli inglesi, ma per lui qualunque attore “è misterioso, sconosciuto”, cerca anche di evitarlo fin quando è possibile.
Ma nonostante questo è sempre lui a scegliere i protagonisti delle sue storie, anche se confessa che Jude Law, in The Young Pope, l’ha selezionato sua moglie Daniela. Braccio destro, compagna e sostenitrice, nonostante si ritrovi a confrontarsi continuamente con il lavoro asimmetrico e imprevedibile del marito.
“Per me il cinema è una forma di divertimento e questo molto spesso non viene capito dalla critica.” Sorrentino racconta che lui vuole sempre creare delle commedie e che non si sente parte del cinema d’autore, nel quale viene classificato.
I suoi film sono eccesso e divertimento. In Loro, il film su Silvio Berlusconi, come anche in La Grande Bellezza, è mostrare cosa c’è dietro l’esuberanza : “Dietro la vitalità c’è l’ombra della tragedia.”
Per Sorrentino la musica nei film deve essere estenuante, è proprio per la lunghezza della traccia, che, in La Grande Bellezza, ha scelto il remix di A far l’amore comincia tu.
Rimanendo ancora su La Grande Bellezza, il film vincitore dell’Oscar nel 2014, la Carrà domanda al regista della suora che affronta la scalinata e Sorrentino risponde : ” In realtà non mi ricordo il perchè, ma è un esempio di volontà estrema”.
Ricorda il momento della consegna dell’Oscar, l’attesa era tanta, tutti si aspettavano la vittoria ed un eventuale perdita sarebbe stata una grande delusione. Racconta il regista “In quel momento non provavo ansia, era un evento troppo grande.”
Ultimo film di cui si parla questa sera è Youth – La giovinezza , descrivendolo con le parole di Sorrentino “Il tentativo più puro di descrivere l’amore.”
Con Michael Caine descritto come “una persona squisita, piacevole, un grande professionista.”
Adesso sta registrando The New Pope il seguito della serie The Young Pope. Nel cast Jude Law e John Malkovich.
Una piccola anticipazione? Impossibile. Ma Sorrentino porta la Carrà sul set, regalandole un’esperienza unica in attesa di una grande pellicola sull’amore.
Il viaggio di A raccontare comincia tu si conclude questa sera con Paolo Sorrentino. Un ultimo invito della conduttrice è non smettere mai di essere curiosi, una caratteristica che accomuna tutti i personaggi intervistati : Fiorello, Sophia Loren, Riccardo Muti, Leonardo Bonucci, Maria De Filippi e Paolo Sorrentino.
Molto ben realizzata e coinvolgente l’ultima carrellata di ringraziamenti a tutte le celebrità incontrate in questa stagione.