Questa sera Giacobbo si occupa della figura della Maddalena, a Sirmione per seguirne le tracce tra resti antichi e permessi speciali. Chi è Maria Maddalena? Per rispondere bisogna abbattere uno stereotipo, secondo cui sarebbe una prostituta redenta da Gesù. Si è creata una confusione sul personaggio: Maria di Magdala è la donna che Gesù ha guarito, liberandola da sette demoni, e colei che per prima è entrata nel santo sepolcro. Insomma, una delle figure centrali nella tradizione cristiana. Ne parlano anche i Vangeli apocrifi, sostenendo avesse creato una stirpe dopo essersi trasferita in Francia. Della sua figura sono stati custodi i Catari.
Ma la puntata è incentrata anche su altri temi. Innanzitutto il conduttore si sposta in Sardegna, per infilarsi nel “cuore della terra”. Si tratta di una delle ultime miniere ancora in funzione in Carbonia: in particolare, introducendosi come suo solito in ogni tipo di cunicolo o anfratto, ci viene mostrato il “tesoro” di una grotta. Stalattiti e stalagmiti scoperte completamente per caso: occorrono 100 anni, perché se ne formi un solo centimetro.
L’esplorazione sotterranea procede, attraverso la miniera in tutta la sua lunghezza. Salutata quindi la Sardegna, il viaggio riprende in Lombardia.
Giacobbo è vicino Bergamo, dove si interroga sulla reale esistenza dei draghi e i loro avvistamenti nel corso dei secoli. Si trova nella chiesa di San Giorgio, dipinto in un affresco proprio mentre uccide un drago: effettivamente, in zona è custodito il fossile di uno strano animale. È però un osso di balena, perché lì milioni di anni fa, c’era il mare. L’argomento drago viene sviscerato ulteriormente, ricordando un vecchio ritrovamento che poi, ovviamente, si è rivelato un falso.
La puntata prosegue a Viterbo, per ripercorrere la storia del primo conclave. Sempre nella città laziale, ci viene raccontata la storia del frate che ingannò il mondo: Annio diceva di saper tradurre l’etrusco, invece inventava di sana pianta. Ancora a Viterbo, il frate agostiniano Egidio Antonini potrebbe aver ispirato alcune raffigurazioni di Raffello e Michelangelo.
Giacobbo si sofferma sul dipinto della Crocifissione di Viterbo, risalente alla prima metà del ‘500: presenta dei tratti michelangioleschi, con il cristo che presenta tratti androgini. Non è però una scelta successiva dell’artista, che magari avrebbe potuto cambiare l’immagine in seguito: la tecnologia dei raggi ultraviletti ha infatti rivelato che le pennellate erano contemporanee.
Torniamo ora in Sardegna, sulla fortezza dei nuraghe di Barumini. Uno dei siti riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità: il complesso risale a 3500 anni fa. Contemplando il panorama offerto dall’isola, in compagnia del giornalista Sergio Frau, viene spiegato che l’età d’oro dei nuraghe sarebbe finita dopo un cataclisma epocale: uno tsunami con un’onda di 60 metri, il quale avrebbe “schiaffeggiato” l’isola circa mille anni avanti Cristo. Secondo questa teria, la Sardegna potrebbe essere la leggendaria Atlantide.
Dai nuraghe si va in Austria. Qui si incrociano due vicende: da un lato gli italiani nel campo di Mathausen, dall’altro il progetto di un’atomica che gli americani hanno cercato di sventare. L’ordine dell’atomica sarebbe arrivato da Hitler, in quanto ultimo tentativo per vincere la guerra. Seguendo allora il filo conduttore della bomba atomica, Giacobbo vola in Nevada: il conduttore ha l’occasione di vedere una bomba inesplosa in un museo. Inizia così la storia di Stanislav Petrov: nel 1983 l’uomo, intuendo un falso allarme, decise di non gettare alcuna bomba sugli Usa, da cui la Russia in quella notte si aspettava un attacco.
Proprio con Petrov, la puntata giunge al termine: l’appuntamento è per la settimana prossima.