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All’anagrafe è registrato come Joaquin Guzman Loera, ma tutti lo conoscono come El Chapo: si tratta di uno dei più conosciuti narcotrafficanti messicani, nato a La Tuna, Badiraguato, Messico.
Il boss fa parte di una potente organizzazione criminale, la Cartello di Sinaloa, così chiamata dalla regione messicana natale in cui teneva la base personale di commercio. Crime+Investigation, con uno speciale creato ad hoc, ne ripercorre le tappe principali.
Una storia fatta di sangue, droga e nascondigli segreti. Già nel maggio 1993 sfugge ad un agguato preparatogli dall’organizzazione avversaria, guidata da Arellano Felix. Accusato di omicidio e traffico internazionale di droga, viene sbattuto in carcere, da cui riuscirà a fuggire dopo aver corrotto delle guardie. La latitanza prosegue inesorabile, il suo patrimonio raggiunge cifre esorbitanti. Nel 2009 la rivista Forbes lo inserisce tra le persone più ricche al mondo. A febbraio 2014 un nuovo arresto, a luglio dell’anno successivo un’altra evasione. Nel 2016, la svolta: entra in contatto con Sean Penn per cominciare le riprese di un film sulla sua vita e viene catturato a Los Mochis, sempre in Messico.
«Missione compiuta, l’abbiamo preso». Così il presidente del Messico Enrique Peña Nieto ne aveva annunciato su Twiter la cattura. Il presidente aveva ringraziato le forze dell’ordine messicane per questo «importante risultato per lo stato di diritto in Messico»
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Il documentario in onda su Crime+Investigation svela tutti i segreti di El Chapo e lo racconta fino in fondo: dalla povertà dei primi anni ai primi episodi di criminalità, dai crudeli massacri nei confronti delle istituzioni messicane alla costruzione di un vero e proprio impero. Corruzione, minacce e clima di paura: queste sono state le armi che hanno reso grande El Chapo, sostenuto anche da un folto numero di sicari e persone di fiducia.
El Chapo viene considerato l’ultimo Padrino, una figura talmente amata dalle donne e venerata dal popolo da essere paragonato ad una leggenda. Ad affascinare è soprattutto il suo impero economico, il potere, l’astuzia, la tenacia e la vanità: a tradirlo è infatti il desiderio di realizzare un film biografico che ne racconti le vicissitudini. Il maestro del narcotraffico, nonché uno dei criminali più ricercati dalle forze dell’ordine sudamericane, ha dovuto, per l’ultima volta, cedere la corona di re.