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Oggi Cannavacciuolo è a Porto Cesareo, in Puglia, alla scoperta della triglia. Dopo la pesca in comapgnia infatti, viene individuata la ricetta a base di questo pesce, su cui si sfideranno tre abitanti del posto.
Siamo a bordo dell’Andrea Doria, il sole sta sorgendo. Per le triglie viene utilizzata un’apposita rete. Una volta pescate, vengono fritte a bordo: tutte intere, con tanto di squame e testa. Il piatto prende il nome dal pentolone in cui le triglie vengono cotte: quataru.
A questo punto, grazie ai consigli di Maurizio che lo guida, vengono individuati i tre cuochi casalinghi che si sfideranno: l’artista della pasta fatta in casa Angela, la bella pizzaiola Dalila, il “sedicente campione del mondo di quataru” Francesco. Lo chef si reca a casa di ciascuno di loro, e Francesco gli dice subito che i cuochi televisivi propinano cavolate, perché non sono autentici. Già che c’è, Francesco aggiunge pure che in Italia contano le raccomandazioni, e che probabilmente Cannavacciuolo avrà comprato il suo titolo con qualche centinaio di mila lire.
La visita prosegue: finalmente Dalila può preparare una pizza diversa, visto che altrimenti i tradizionalissimi abitanti di Porto Cesareo non gliela comprano. Fa assaggiare gamberetti, zucchine e una spolverata di Zenzero: quando la provano, anche i clienti presenti nel locale la apprezzano.
L’appuntamento è per il giorno dopo al porto: i tre sono pronti a sfidarsi, non senza punzecchiarsi. Salvatore in particolare, si dimostra molto polemico con le due donne: davanti alle loro scelte di utilizzare cous cous, pomodorini e, in generale pasta, non trattiene i commenti critici. Alla fine Angela gli dice di farsi i fatti suoi.
Realizzati i tre piatti, diversissimi tra loro, Cananvacciuolo procede all’assaggio. Proprio Salvatore si rivela il migliore, ma stavolta deve sottostare alle indicazioni di Cannavacciuolo: lo chef infatti, cucina una sua rivisitazione del quataru. Nonostante le perplessità, Salvatore cede: questo ibrido gli piace.
La puntata si conclude qui: una tavolata di commensali seduti, pronti a provare la nuova ricetta. I titoli di coda scorrono mentre Dalial legge la lettera di ringraziamento scritta da Canavaciuolo, che ora si sente un po’ salentino.