Intervento di apertura da parte di Chiara Salvo, autrice e produttrice della serie. La donna, che a sua volta ha affrontato e sconfitto il cancro, ha lodato il coraggio delle protagoniste: “Non è facile farsi riprendere mentre si soffre”, ha detto con voce commossa.
In seguito, è stato proiettato un trailer di circa 10 minuti, con la voce narrante di Maria Grazia Cucinotta. Ad una prima impressione, si è avuta la sensazione di trovarsi davanti ad un esperimento televisivo interessante, con un’alternanza tra momenti molto toccanti ed altri all’insegna della leggerezza. Lo si è potuto capire dalle reazioni dei presenti in sala: c’è chi ha riso nel vedere le pazienti, i medici e i protagonisti cantare, dato che il programma assume gli inediti tratti del docu-musical; nel contempo, qualcuno si è commosso nell’ascoltare le parole delle coraggiose ex pazienti.
Presente all’incontro il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin: “Ritengo questo format geniale e di grande utilità sociale. Per questo mi auguro che Kemioamiche possa fungere anche da grande strumento di prevenzione contro il cancro. Inoltre, ha un valore molto importante anche perché insegna alle persone non malate come si debba vivere accanto a coloro che soffrono”, ha dichiarato.
Il direttore di Tv2000, Paolo Ruffini, ha definito Kemioamiche “un programma vero, che racconta la vita senza voler fare tv del dolore o di plastica. Sposa la nostra linea editoriale, puntando a descrivere la realtà così com’è e non un mondo artefatto. Questo format presenta la vita che non si ferma davanti alla malattia, ma la combatte, mentre in altri contesti televisivi si punta molto sullo sconforto e sulla solitudine”. Interrogato proprio sul tema “tv del dolore”, l’ex direttore di La7 ha tenuto a darne una sua definizione: “Tutto dipende dal modo in cui le cose si raccontano. Se la sofferenza viene presentata come qualcosa che non ha risoluzione, allora siamo di fronte ad un esempio di tv del dolore”.
Il professor Masetti insieme ad alcune protagoniste Fonte foto: Tv2000
Laura Carafoli, SVP Programming & Content Discovery Italia, si è detta contenta di aver potuto collaborare con Tv2000. “Paolo Ruffini per me ha costantemente rappresentato un punto di riferimento per come ha sempre saputo raccontare la realtà”, ha affermato. La manager ha poi ricordato come Real Time abbia fatto del racconto della malattia e della diversità uno dei suoi punti di forza, vincendo ogni tabù. “Con questo programma ci siamo avvicinati ad un modo di fare tv molto sviluppato nel mondo anglosassone: in Italia si fa più fatica a raccontare la malattia”, ha aggiunto.
Tra gli interventi anche quello di Riccardo Masetti, direttore della Chirurgia Senologica del Policlinico Gemelli e presidente della fondazione Susan G. Komen Italia, onlus che ha collaborato alla realizzazione del programma. “Condividere la malattia è una risorsa terapeutica molto importante: questo è esattamente quanto proposto da questa trasmissione. Il tumore al seno è una sfida difficile, ma allo stesso tempo costituisce per chi ne soffre un’opportunità per prendere meglio coscienza di sè e per capire ciò che conta veramente, come hanno fatto le nove donne coinvolte”, ha detto.
In conclusione, le parole di Giovanni Scambia, direttore del Polo Scienza della Salute della Donna e del Bambino, che ha spiegato gli obiettivi che il suo ente intendere raggiungere: “Vogliamo mettere la donna al centro di un percorso di cura e ricerca, con un apposito centro; ci auguriamo che nei prossimi anni uno dei maggiori problemi che affligge i malati di tumore – la caduta dei capelli a seguito della chemioterapia – possa non essere più tale grazie a farmaci biologici sempre più all’avanguardia”, ha poi concluso.